Mappa europea del rischio contagio: il Veneto passa da rosso scuro a verde in un giorno

Sabato 30 Gennaio 2021
Mappa europea del rischio contagio

Mappa europea del rischio contagio, da rosso scuro, poi rosso "semplice" e infine il verde: i cambi repentini delle colorazioni ipotizzate dal Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ecdc) per conto della Commissione Ue.

Nel giro di una giornata sono cambiati i colori, e la mappa, compresi i parametri di valutazione, hanno suscitato non poche polemiche. 

Rosso per incidenza contagi

Considerando l'incidenza dei contagi ogni 100.000 abitanti, il Friuli Venezia Giulia sarebbe rosso scuro e il Veneto rosso.

Verdi per positività

Valutando invece il tasso di positività, le due regioni diventerebbero rispettivamente gialla e verde: ieri, non a caso, il Friuli Venezia Giulia aveva 5,76%, mentre il Veneto 2,41%. 

«Non vorrei più trovarmi nella situazione di ieri, quando abbiamo visto l'Ecdc [il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie] divulgare le mappe con i colori sul grado di pericolosità di alcune realtà territoriali e poi cambiarle nel giro di poche ore». Così Roberto Ciambetti (Lega), presidente del consiglio regionale del Veneto e capo della delegazione italiana al Comitato Ue delle Regioni (CdR) nominato relatore del CdR per l'Unione della salute, che è intervenuto durante la riunione della commissione Risorse naturali (Nat). «E' importante - ha aggiunto - che da un ente autorevole come l'Ecdc arrivino notizie certe e verificate, che possano essere anche eventualmente confrontate con le realtà regionali per non generare dubbi», creare «apprensione» e mettere «in cattiva luce certe certe realtà che invece hanno fatto un percorso importante per riuscire a fronteggiare al meglio la pandemia».

D'altra parte, Ciambetti ha sottolineato che «il 27 dicembre 2020 giorno dell'avvio della campagna vaccinale contro il Covid-19 rappresenta una data fondamentale nella storia dell'Unione europea», che «ha gestito i rapporti anche tumultuosi» con le aziende produttrici, iniziando la distribuzione «grazie alle Regioni e alle città». In futuro, l'«Unione europea della salute e il quadro legislativo connesso» dovranno rispecchiare «le responsabilità degli enti locali e regionali nel campo della salute pubblica». Ciambetti ha quindi invitato la direttrice dell'Ecdc Andrea Amman a collaborare «per facilitare l'analisi delle situazioni epidemiologiche specifiche che possano presentarsi». Occorre infatti «sollecitare al massimo lo scambio delle buone pratiche» e «sviluppare linee guida» che «non siano in contraddizione tra loro e che non generino confusione o disorientamento nella popolazione».

Ultimo aggiornamento: 31 Gennaio, 11:13 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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