VENEZIA - Altro che Argentina-Francia: con l'Italia fuori dai Mondiali, i calciofili del Consiglio regionale devono accontentarsi di elucubrare sulla manovra. Attacca la correlatrice dem Vanessa Camani: «Di fronte all'avversario chiamato crisi, stiamo giocando come gli azzurri qualche decennio fa. Catenaccio, otto giocatori in difesa, un'unica punta, il presidente che prova il guizzo: le Olimpiadi, Intel. Ma non è detto che ci basti segnare un gol». Replica l'assessore leghista Francesco Calzavara: «La squadra Veneto gioca sempre per vincere lo scudetto, non è una squadra che gioca in difesa. È una squadra che gioca all'attacco assieme al suo capitano Luca Zaia, che a Roma cerca costantemente di far valere le ragioni del Veneto». Avanti così per tutta la giornata di ieri, da mattina a sera, con l'obiettivo di riuscire ad approvare già nella notte il Bilancio tabellare da 17,316 miliardi che chiude la sessione contabile dell'anno in tempo per le vacanze di Natale. Con un regalo dell'ultimo minuto sotto l'albero: alla fine sono stati trovati 465.000 euro per la cultura.
IL MAXI-EMENDAMENTO
IL GIOCO
La polemica di giornata ha riguardato la subsidenza. Il portavoce dell'opposizione Arturo Lorenzoni ha consegnato una trivella di plastica al presidente leghista dell'assemblea legislativa Roberto Ciambetti: «Gli ho chiesto di recapitarla a Zaia appena possibile, perché sembra trovare giovamento dal giocare con i temi importanti per il Veneto. Ha tenuto un atteggiamento latitante sulle trivelle: Ero contro, ma ora il Governo spinge, per cui attendiamo uno studio di terzi. Finisca di giocare con le decisioni cruciali per il Veneto». Ha concordato Ostanel: «Il passo indietro di Zaia è preoccupante. Pochi mesi fa abbiamo votato all'unanimità una mia proposta che impegnava la Giunta a fermare le trivellazioni nell'Alto Adriatico, solo una settimana fa il passo indietro: Diremo no solo se ci saranno evidenze negative per il territorio e l'ecosistema. La differenza è che ora al governo c'è Fratelli d'Italia e il peso della Lega è pochissimo». In linea Baldin: «Zaia si adegua al nuovo corso del governo Meloni coprendosi con la foglia di fico del tavolo tecnico: un voltafaccia in piena regola».
LA SPACCATURA
A proposito dei rapporti con i meloniani, il clima sembrava distendersi sulle borse di studio. L'assessore Elena Donazzan ha infatti anticipato il sostegno della maggioranza all'ordine del giorno delle consigliere Ostanel e Camani sugli studenti che arrivano da situazioni di conflitto e ha confermato i soldi della manovra nazionale per le Regioni: «Il governo Meloni ha stanziato 250 milioni per il 2024 e altrettanti per il 2025». Poi però Joe Formaggio ha esultato per «importanti fondi destinati al mondo della caccia» e la verde Guarda è sbottata: «Ma niente sostegni alle famiglie, un romanzo distopico». Inevitabile la spaccatura finale evidenziata dai capigruppo: centrodestra e centrosinistra hanno visioni del mondo opposte. Ha dichiarato Alberto Villanova (Lega): «In un momento drammatico per le famiglie e le imprese, la Regione non solo non aumenta le tasse, ma finanzia le scuole paritarie abbandonate dallo Stato e rafforza la sanità. Con l'autonomia vera sarebbe tutto più facile, ma in attesa di decisioni da Roma, facciamo quello che ci riesce meglio da soli: gestire bene le nostre risorse». Ha commentato Giacomo Possamai (Pd): «Il bilancio è uscito tale e quale rispetto a come era entrato in aula. Segnale di quanto la Giunta e la maggioranza siano sorde di fronte alle difficoltà che stanno vivendo moltissimi veneti. Speriamo che il prossimo anno, senza fare l'ennesima discussione sull'addizionale Irpef, ci sia la voglia di inventarsi qualcosa anziché rivivere un altro giorno della marmotta».
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