«È una manovra assistenzialista contro il Nord Italia, e mette a rischio i risparmi»

Giovedì 15 Novembre 2018 di Alda Vanzan
Mariastella Gelmini
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Mariastella Gelmini, capogruppo di Forza Italia alla Camera, perché contestate la legge di bilancio?
«Perché è una manovra che va nella direzione sbagliata: è assistenzialista, indebita il Paese, mette a rischio i risparmi degli italiani. E crea debito non per fare investimenti, non per le grandi opere, non per un vero shock fiscale, non per puntare su ricerca, innovazione o formazione. No, indebita il Paese per fare spesa corrente. E questo è inaccettabile, perché in questo modo non si lavora per lo sviluppo e per la crescita, ma vengono destinate risorse a misure assurde come il reddito di cittadinanza al posto della flat tax».

 Cosa farete?
«Come Forza Italia presenteremo in Parlamento le nostre cinque controproposte: una vera flat tax, il rifinanziamento di Industria 4.0, il pagamento dei debiti della Pubblica amministrazione, il taglio del cuneo fiscale, un piano di investimenti. M5s e Lega puntano all'assistenzialismo e alla spesa corrente. Noi puntiamo al lavoro e all'impresa».
Cosa comporterà questa manovra per il tessuto produttivo del Nordest, fatto principalmente di piccole e medie aziende, commercianti, artigiani?
«Comporterà che aumenteranno le tasse per gli imprenditori, perché il governo taglierà agevolazioni come l'Ace e l'Iri. Le imprese generano sviluppo e lo sviluppo genera lavoro: l'Italia può ripartire solo attraverso misure che vadano nella direzione di aiutare le aziende, non di zavorrarle prima con il Decreto Dignità - che ha aumentato il costo del lavoro e il contenzioso e ridotto l'occupabilità - e adesso con questa manovra, costosa e dannosa. Il governo tratta le imprese come se fossero ininfluenti rispetto al futuro del Paese. E invece per noi sono il motore vitale dell'economia».
Cosa vi dicono gli imprenditori?
«Dalle assemblee di Confindustria e delle altre associazioni di categoria emerge una posizione molto critica nei confronti di questa manovra perché non c'è un grande piano di investimenti per le infrastrutture e perché non viene rifinanziata Industria 4.0: un gravissimo errore. Ma c'è anche un altro aspetto».
Quale?
«Indebitando il Paese per la spesa corrente si mettono in difficoltà le banche e conseguentemente si mette a rischio il risparmio degli italiani. Abbiamo un debito pubblico del 131,2% sul Pil e per colpa del governo abbiamo lo spread a 300. A me non interessa fare la morale su questo numerino o fare terrorismo se la Borsa va male. A me sta a cuore il Paese. E con questi chiari di luna avremo una frenata dei prestiti e sono già aumentati i tassi di interesse sui mutui. A noi non preoccupa il fatto che la manovra sia bocciata dalla Banca d'Italia o dalla Commissione europea. Il problema è che la manovra va nella direzione sbagliata perché è contro il popolo' e il prezzo avvelenato di questa assurda strategia lo pagheranno gli italiani».
Vi preoccupa tanto l'indebitamento?
«Preoccupa per cosa ci si indebita. E la differenza tra oggi e quando c'è stata la tempesta dello spread con Berlusconi è che allora c'era la crisi dei debiti sovrani un po' in tutta Europa, ora invece è l'indirizzo politico del nostro governo che è totalmente sbagliato. Noi diciamo che è una manovra assistenzialista, una manovra che sacrificando la flat tax in nome del reddito di cittadinanza danneggia i ceti produttivi. Non è un caso che scontenti il Nord e in particolare il Nordest, come emerso dal sondaggio mostrato qualche sera fa a Porta a Porta': una manovra impopolare soprattutto tra gli elettori della Lega, per il 50-60% è da cambiare. Del resto, se non ci sono investimenti, se non c'è il taglio del cuneo fiscale, non è che con la chiusura dei negozi la domenica e con le nazionalizzazioni il Veneto e il Nordest si possano dire soddisfatti. Non a caso abbiamo ascoltato con interesse le parole dei governatori del Veneto Zaia e della Lombardia Fontana che chiedono opere, opere, opere».
Il Veneto si aspetta anche aiuti dopo l'eccezionale ondata di maltempo.
«Con le risorse del reddito di cittadinanza e degli 80 euro di Renzi si potevano fare tante cose, a partire dalla flat tax, ma si potevano anche utilizzare per il dissesto idrogeologico. Non per comprare il consenso in vista delle Europee. E invece i ministri del governo hanno visitato le zone colpite, si sono fatti qualche selfie, e tutto è finito lì».
Grandi opere, lei ha partecipato alla manifestazione di piazza a Torino per la Tav. Ma l'analisi costi/benefici si farà: cosa pensa?
«Penso che sia un pretesto per prendere tempo perché il M5s ha preso i voti dicendo no alla Tav. Per noi l'analisi costi/benefici è superata dal fatto che l'Italia l'impegno per realizzare la Tav l'ha già assunto, in caso contrario si dovrebbero pagare penali. L'alta velocità Torino-Lione è un'opera indispensabile per collegare il Nord all'Europa, avere tempi più rapidi e costi inferiori nel trasporto delle merci e delle persone. Tav, Pedemontana veneta, Terzo Valico, Gronda: dire no alle grandi opere è una follia».
I rapporti tra Forza Italia e Lega sono ricucibili?
«A livello territoriale non c'è niente da ricucire perché il centrodestra, dove governa, governa bene. È a livello nazionale che siamo sorpresi: perché se da un lato diamo atto a Salvini che in materia di immigrazione e di sicurezza sta portando avanti il programma di centrodestra, per quanto riguarda l'economia c'è un cedimento totale e pericoloso ai Cinquestelle. Ci piacerebbe che la Lega si rendesse conto che le misure di questo governo producono solo danno al Paese».
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