Manovra e "regali": pioggia di emendamenti e spunta la promozione della storia del Veneto

Mercoledì 13 Dicembre 2017 di Angela Pederiva
Manovra e "regali": pioggia di emendamenti e spunta la promozione della storia del Veneto
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Il consiglio regionale ha iniziato la sua corsa contabile verso Natale. E sotto l'albero di Palazzo Ferro Fini, che a differenza di quello del Balbi è ancora un vero abete (con annessa natività), sono idealmente in corso di accatastamento centinaia di pacchi di carte, sotto forma di emendamenti alla nota di aggiornamento al Documento di economia e finanza regionale (180), al Collegato alla legge di Stabilità (114) e al Bilancio di previsione (118). Un campionario di azioni amministrative, regali per i territori di provenienza e curiosità politiche, spesso a scapito di altri fondi come quello per i veneti nel mondo.

L'ESAME
In attesa di archiviare il capitolo Defr (l'approvazione prevista per ieri sera è slittata a stamani) e di affrontare lo strumento previsionale (da varare entro le feste), oggi inizierà l'esame del Collegato. Dopo che lo scorso anno il provvedimento era diventato un omnibus contenente la qualunque, quest'anno l'assessore di comparto Gianluca Forcolin si è attenuto all'indicazione di redarre un testo snello (in tutto 27 articoli) e il governatore Luca Zaia si è raccomandato di accelerare i tempi di discussione (un implicito invito a contenere le modifiche). Ma la manovra di fine anno è sempre una tentazione, peraltro legittima, sicché le proposte emendative impazzano.
 
IL CATALOGO
Giusto per restare in tema natalizio, il catalogo dei desideri comincia con i 50.000 euro chiesti da Andrea Bassi, Stefano Casali e Fabiano Barbisan (Centrodestra Veneto) per istituire un fondo «per la valorizzazione nelle istituzioni scolastiche dei simboli del patrimonio storico-culturale» e cioè per favorire l'allestimento dei presepi nelle scuole. Lo stesso importo viene invece domandato da Pietro Dalla Libera (Veneto Civico) «per la realizzazione del Museo del vetro d'artista» a Oderzo, città di cui è stato sindaco. Letterina bipartisan, ma in nome della comune origine scaligera, quella scritta da Massimo Giorgetti (Forza Italia) e Orietta Salemi (Partito Democratico): 3 milioni per il «sostegno al rinnovo del sistema di collettamento e depurazione del lago di Garda». Maurizio Conte (Veneto per l'Autonomia) domanda 100.000 euro per i «programmi di recupero edilizio ed architettonico» delle edicole votive, ma insieme a Giovanna Negro (Veneto del Fare) si accontenterebbe di 15.000 per vietare la circolazione dei veicoli a motore «nelle strade silvo-pastorali». Riccardo Barbisan (Lega) sollecita 200.000 euro per la progettazione del secondo stralcio del Terraglio Est («Non è una marchetta, è nella progettazione regionale»). Andrea Zanoni (Pd) è pronto a combattere una nuova battaglia animalista contro Sergio Berlato (Fratelli d'Italia), che nel Bilancio batterà cassa per supportare «l'eradicazione delle nutrie», invocando piuttosto 20.000 euro per promuovere il «contrasto del fenomeno del bracconaggio ittico». Lo stesso importo che invece tutta Fi, dunque anche con Massimiliano Barison ed Elena Donazzan, auspica venga utilizzato per imporre alle Ulss di dare degna sepoltura ai feti abortiti sotto le venti settimane, altrimenti «trattati come rifiuti speciali e come tali smaltiti».

LA POLEMICA
Fra le polemiche in arrivo, una è già servita. Luciano Sandonà (Zaia Presidente) è riuscito a farsi approvare un emendamento al Defr che promuovere fra i giovani la conoscenza della storia «del Veneto e della Serenissima, attualmente carente nei programmi ministeriali». I dem, a cui sono state bocciate tutte le proposte culturali, insorgono: «Una Regione che non investe nella cultura, e non riducibile solo ai confini della Repubblica del doge, è una Regione che non vuole crescere», chiosa il capogruppo Stefano Fracasso con la collega Salemi.
Ultimo aggiornamento: 08:46 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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