I maestri delle Alpi che insegnano a sciare tra le nevi del Pakistan: Veneto in prima fila

Domenica 16 Maggio 2021 di Franco Soave
Maestri italiani di sci sulle nevi del Deosai, secondo altipiano più alto del mondo

Nel regno delle nevi eterne nessuno sa cosa sia lo sci. Semplicemente perché nessuno ha mai insegnato a quel popolo a sciare. Eppure nei luoghi dove si combatteva la guerra più alta del mondo, nell'estremo nord del Pakistan ai confini tra Afghanistan, India e Cina, innevamento garantito dalla quota, spazi infiniti e paesaggi da sogno potrebbero trainare un movimento turistico invernale di rilievo, immaginando l'ecosistema come motore di sviluppo socio-economico nel rispetto dell'ambiente grazie alla recente istituzione di parchi naturali. A questo sta pensando seriamente l'amministrazione del Gilgit-Baltistan la terra dove «tra uomo, pianta e acqua vi è un antico indissolubile legame», come scrisse Fosco Maraini - grazie alla storica amicizia con l'Italia. Ecco, dunque, nascere il progetto Altipiano del Deosai Ski Traverse finanziato dal governo locale, pianificato dalla fondazione EvK2Minoprio - erede dello storico comitato EvK2Cnr - con il supporto dell'ambasciata d'Italia a Islamabad e l'associazione Cuore Attivo Monte Rosa. Un programma che vede in prima fila anche il Veneto, visto che responsabile generale del progetto e presidente di Evk2Minoprio è Maurizio Gallo, padovano, ingegnere e guida alpina, da trent'anni impegnato in varie attività tra Italia e Pakistan.

GUIDE LOCALI

L'idea è quella di formare guide locali che in futuro possano trainare il turismo nella stagione bianca.

Ecco, dunque, il motore della traversata dell'altipiano del Deosai (che per primo completò Ardito Desio nel 1929), effettuata il mese scorso da sei italiani: lo stesso Gallo, le guide alpine Michele Cucchi, Marco Zaninetti, Paolo Dalla Valentina e il maestro di sci Matteo Negra (piemontesi della Valsesia), il fotografo Samuel Confortola (lombardo di Livigno). Ottanta chilometri dal centro di Astore alla cittadina di Skardu sul secondo altipiano al mondo per altezza, a una quota media di 4.000 metri, con l'obiettivo di individuare itinerari scialpinistici e punti di sosta attrezzabili con bivacchi.


L'INIZIATIVA
Come nasce il progetto Deosai? «Nella zona del K2 spiega Maurizio Gallo - da anni formiamo alpinisti pakistani i quali, diversamente da quelli nepalesi, erano rimasti essenzialmente portatori d'alta quota. Questo lavoro ha prodotto un gruppo che nel 2014 ha portato nove pakistani in cima al K2. Per il Paese è stato un cambiamento epocale, tanto che poco dopo il governo del Gilgit-Baltistan ha approvato il nostro progetto per il Parco del K2, un lavoro accolto molto bene, così due anni fa siamo stati incaricati di lavorare al piano di gestione del parco del Deosai, ora vicino all'approvazione». Quest'ultimo Deosai nell'idioma Urdu significa Terra dei giganti è stato istituito nel 1993, si sviluppa su un'area di 3.000 km quadrati dove vivono 85 orsi himalayani, volpi, lupi, il leopardo delle nevi e d'estate conta oltre mille laghi.

Un vero tesoro per il movimento turistico del Gilgit-Baltistan che negli ultimi anni è cambiato radicalmente: mentre prima era composto da poche migliaia di stranieri, osserva Gallo, ora conta oltre due milioni di turisti locali, una manna per l'economia ma anche uno sconvolgimento per la gestione dell'accoglienza, tanto che nel piano di gestione sono state imposte limitazioni alla possibilità di costruire alberghi e altre strutture fisse. «A un certo punto si inizia a pensare al turismo invernale, il governo della regione si dimostra d'accordo e da lì parte l'idea della traversata. Volevamo portare due pakistani con noi ma quella gente non ha mai visto gli sci, sarebbe stato troppo complicato, così la traversata l'abbiamo compiuta noi italiani. E devo dire che l'accoglienza che abbiamo ricevuto dappertutto ci ha lasciati senza parole: feste, trombe, le bande Una cosa incredibile! Il trekking è stato stupendo, un ambiente ricco di laghetti e dossi, spazi infiniti, neve ovunque e temperature accettabili: -25 di notte e mai sopra zero di giorno. Un giro veramente grandioso tanto che in futuro vorremmo organizzarne altri». Ma non c'è solo lo sci, se è vero che italiani e pakistani stanno pensando anche alla mountain bike. «Sì - conferma Maurizio Gallo abbiamo intenzione di rifare lo stesso percorso nel Deosai la prossima estate con le Mtb. Il terreno è ideale ma non sarà semplice. Laggiù, oltre agli sci, non conoscono nemmeno le bici».
 

Ultimo aggiornamento: 17:34 © RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci