M5s, la base si sfoga e il consigliere la filma. «Ci state schedando?»

Lunedì 29 Ottobre 2018
M5s, la base si sfoga e il consigliere la filma. «Ci state schedando?»
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SALZANO (VENEZIA) - Era stata annunciata come lo sfogatoio degli attivisti della prima ora contro la piega presa dall'attuale dirigenza. Così in effetti è andata, ieri mattina a Salzano, solo che l'assemblea veneta del Movimento 5 Stelle è stata anche altro, visto il colpo di teatro messo in scena all'insaputa dei promotori.
 



Il vertice che nei giorni scorsi aveva sconfessato l'appuntamento autoconvocato dalla base, infatti, non solo si è accomodato in prima fila, ma ha pure platealmente filmato l'intera riunione, seminando così fra i partecipanti il sospetto di una schedatura decisa dall'alto. Ad aprire i lavori il consigliere locale Enrico Chiuso: «Questa è una riunione regionale convocata dagli eletti del M5s alla presenza di due consiglieri regionali, quindi nessuno può dire che è abusiva». Ma se la partecipazione di Patrizia Bartelle era prevista e gradita dalla platea, formata in gran parte da esponenti dell'originaria matrice ambientalista del Movimento, quella di Simone Scarabel è stata oggetto di ironie e disappunto, dal momento che per tre ore e mezza ha impugnato una doppia telecamerina (tradizionale e  panoramica) per registrare tutti gli interventi. Voci sostanzialmente di dissenso rispetto ai tre punti all'ordine del giorno: il contratto di governo, la sanità, le grandi opera. Ivaldo Vernelli, consigliere comunale a Rovigo: «Da contrasto alle forze dominanti, il Movimento ne è diventato parte integrante, a causa di Luigi Di Maio e della Casaleggio. La mia proposta è di staccare la spina al Governo e sottrarci all'abbraccio mortale della Lega, sovvertendo democraticamente i vertici del M5s». Massimo De Pieri, consigliere comunale a Spinea: «In Veneto in cinque anni abbiamo perso 113.000 voti alle Politiche e negli ultimi due abbiamo dimezzato gli eletti alle Comunali, vedendoci ricusare liste e rifiutare il simbolo. Il Movimento è nato dalla base e lentamente ci sta sparendo sotto i piedi». E poi, rivolto a Scarabel, sempre in modalità rec: «Simone, ricordati che se ora occupi una sedia, è proprio perché sei uscito da riunioni come questa». Applausi, nuovi attacchi, proposte. Claudio Sensini: «Dobbiamo cercare di costruire un soggetto politico nuovo». Nicola Longo di Cadoneghe: «Non sono qui per spaccare il Movimento, ma per ritrovare il sogno di un vero cambiamento». Dario Dedi: «Ci sono state scelte imposte dall'alto, però lo spirito deve essere costruttivo. Se il Governo cade per colpa nostra, ci troveremo la Lega al 60% o perfino CasaPound».
LA RABBIAUn crescendo di rabbia. Marco Sambin: «Dopo quelle del 2009 e del 2013, questa è la terza associazione del M5s, una struttura verticistica frutto di un golpe, in cui il noi non esiste più». Carlo Costantini: «L'apparato di potere che fa capo a Di Maio e Casaleggio si compone di delegati regionali che filtrano i candidati ed emarginano gli altri, arruolando improvvisati provenienti dal centrodestra». Nives Gargagliano: «La politica si fa nelle riunioni, non nelle chat». Graziano Zandalin: «Scarabel, mi avete deluso». Una delusione particolarmente sentita su infrastrutture ed ecologia. Pedemontana: «È un disastro ambientale, noi siamo quelli che vogliono bloccare l'opera», ha ribadito Massimo Follesa del Covepa; «Va fermata assolutamente, se non l'ha fatto Toninelli, lo faccia almeno il ministro Costa», ha concordato Carlo Piccolotto. Grandi Navi: «Abbiamo fornito al M5s un grosso pacchetto di voti, ma sul tema abbiamo visto solo giravolte», ha lamentato Flavio Cogo del comitato del No. Pesticidi e Prosecco: «Le Cinque Stelle sono diventate quattro, l'ambiente è sparito», ha tuonato Gianluigi Salvador. Mentre Francesco Casale ha strappato il programma elettorale («E non è una sceneggiata»), Marco Camera ha guardato dritto negli occhi (e nell'obiettivo) Scarabel: «Spero tu non sia venuto qua per schedarci, ma per imparare come si fa politica». Le conclusioni di Bartelle: «Dobbiamo bloccare la deriva antidemocratica del Movimento. Prendo atto dell'atteggiamento sprezzante di chi è stato eletto e non vuole confrontarsi, anzi è qui in maniera intimidatoria con una telecamera. Ora mi metto a disposizione per capire cosa fare, se scuotere o tagliare l'albero». La seconda che ha detto, per la vicentina Emanuela Natoli, componente della lista cassata dall'alto: «Partirà a breve Movimentiamoci Vicenza. Noi non molliamo». L'ultimo grido registrato dalla videocamera di Scarabel è stato della padovana Maria Elena Martinez, esclusa dalle Parlamentarie: «In questo momento in Puglia stanno bruciando le bandiere e voi in Veneto fate morire il Movimento 5 Stelle».
Angela Pederiva

Ultimo aggiornamento: 13:11 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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