«Strage di lupi in Veneto». «No, fanno troppi danni»

Martedì 22 Giugno 2021 di Alda Vanzan
Strage di lupi in Veneto (Foto di Rain Carnation da Pixabay)
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Nel 2019 in Veneto 148 capi uccisi e 26 dispersi.

Nel 2020, nella sola Lessinia, 88 eventi predatori con 164 animali morti o feriti. In Alpago, ed è storia di questi giorni, nel mirino sono finiti perfino gli yak. Sotto accusa sempre i lupi. Che non possono essere toccati, in quanto specie protetta, tanto che chi si azzarda a sparargli contro rischia l'arresto da due a otto mesi. Ebbene, in Veneto ci sono due partiti: chi vorrebbe sterminarli perché causano troppi danni agli agricoltori e agli allevatori e chi invece vorrebbe proteggerli ancora di più. Due posizioni inconciliabili, con battaglie che dal consiglio regionale si sono spostate a Bruxelles. L'ultima denuncia, dalla parte dei lupi, è del consigliere veneto del Pd Andrea Zanoni: «Tra bracconaggio e incidenti è in atto una strage». Al Parlamento europeo, invece, si è rivolto il deputato leghista Gianantonio Da Re invocando piani regionali per contenere questa specie animale, anche tramite la sterilizzazione. Tutto questo mentre ad Asiago ieri è stato presentato dall'assessore Cristiano Corazzari e dal vicepresidente dell'assemblea legislativa veneta Nicola Finco un progetto sperimentale - elaborato da Regione, categorie economiche e Università di Padova - che coinvolgerà cinque malghe dalla Lessinia passando per Vicenza e Belluno per introdurre nuove misure di prevenzione.


LA DENUNCIA

Finora dei lupi si era parlato per denunciare le predazioni ai danni degli allevatori: mucche, pecore, capre sbranate. Ieri, invece, Zanoni, che si è fatto dare i dati dall'Istituto zooprofilattico sperimentale delle Venezie (Izsve), ha parlato di strage dei lupi: «Dal 2010 a oggi in Veneto ben 19 lupi sono rimasti uccisi: investiti, vittime di bracconaggio o dei bocconi avvelenati. Decisamente troppi visto che parliamo di una specie superprotetta». Il consigliere dice di aver chiesto un report insieme al referto della necroscopia sull'esemplare ammazzato a fucilate in Lessinia nel settembre 2018 vicino a Roveré Veronese: «Con il consenso dell'autorità giudiziaria ho ottenuto la documentazione. Sono stati 28 i pallettoni estratti dal corpo del povero animale, un bellissimo maschio di 36 chili e mezzo. Due fucilate che confermano l'intenzione di ucciderlo». Zanoni dice che la provincia con più esemplari morti è Treviso (7), seguita da Vicenza e Verona (5), quindi Belluno (2). «Almeno tre gli episodi accertati di bracconaggio: Roveré Veronese nel 2018, Valdobbiadene e Borso del Grappa lo scorso anno. Ma potrebbero essere di più». Zanoni è convinto: «Questi episodi sono frutto anche del clima causato da alcuni consiglieri di maggioranza particolarmente vicini alle istanze della lobby più estremista del mondo venatorio, che nella precedente legislatura hanno addirittura presentato progetti di legge per chiedere di poter uccidere i lupi».


DEROGHE

Gli allevatori che hanno subito danni a causa degli attacchi dei lupi chiedono però interventi più radicali ed è in questo senso che si inserisce l'intervento a Bruxelles del parlamemtare europeo Gianantonio Da Re (Lega): «Non siamo per l'uccisione dei lupi, ma il problema va affrontato altrimenti c'è il rischio che gli allevatori si difendano da sé. La presenza del lupo in Veneto, Friuli Venezia Giulia e Trentino-Alto Adige sta conoscendo una diffusione incontrollata. Dal 2017 al 2020 in Veneto, in particolare nelle province di Verona, Vicenza, Treviso e Belluno, le predazioni del lupo registrate sono state 868». La specie è protetta, dice Da Re, ma qualcosa bisogna fare: «Penso a ulteriori risarcimenti a sostegno degli allevatori e degli agricoltori a risarcimento dei danni. Ma si potrebbe anche introdurre una deroga alla direttiva che preveda la possibilità, per le singole Regioni, di adottare autonomamente un piano di gestione del lupo mirante, ad esempio, al suo contenimento numerico tramite la sterilizzazione».

Ultimo aggiornamento: 09:08 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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