L'affondo di Zaia: «Recovery plan centralista, taglia fuori le Regioni»

Martedì 1 Giugno 2021 di Alda Vanzan
L'affondo di Zaia: «Recovery plan centralista, taglia fuori le Regioni»
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VENEZIA Il prossimo 22 ottobre saranno 4 anni: 1.460 giorni dalla data del referendum che in Veneto ottenne un risultato pressoché plebiscitario, una valanga di sì all'autonomia differenziata. Ebbene, a distanza di quattro anni, non solo l'autonomia non è stata portata a casa, ma i segnali che arrivano da Roma sono di assoluto segno contrario: anziché dare più potere alle Regioni, la tendenza - complice l'emergenza coronavirus - è di una maggiore centralizzazione in capo ai ministeri. L'allarme è stato lanciato ieri dal governatore Luca Zaia al termine dell'audizione della Commissione parlamentare bicamerale per le questioni regionali. Nonostante le forze politiche siano pressoché unanimemente favorevoli a dare attuazione al dettato costituzionale, pur alcuni distinguo sulle modalità e sui testi da portare in Parlamento, all'atto pratico gli enti locali risultano messi in disparte. Sul banco d'accusa c'è il Pnrr, il Piano nazionale di Ripresa e Resilienza con i suoi 221 miliardi di euro: una lista della spesa che, come ha denunciato Zaia, «taglia fuori le Regioni».


LA DENUNCIA
«Il Pnrr - ha detto il governatore del Veneto - ha una impostazione e una regìa nazionale che è squisitamente centralista, le Regioni non vengono coinvolte. Ma se si vuole essere efficienti non si possono lasciare da parte gli enti locali, basta vedere cosa abbiamo fatto la Pedemontana: io l'ho presa in mano e in otto anni l'abbiamo terminata. E lo stesso vale per la sanità: impensabile che la si possa gestire da Roma».
In ballo c'è l'assegnazione dei fondi su materie di competenza regionale: se improvvisamente, con il Pnrr, si attribuiscono le risorse ai ministeri anziché agli enti territoriali, la richiesta autonomia rischia di trasformarsi in una beffa.


IL CONFRONTO
La ripresa del dibattito sull'autonomia differenziata è stata favorita dalla visita in Veneto della Commissione parlamentare bicamerale per le questioni regionali guidata da Emanuela Corda (gruppo Misto), accompagnata dai senatori Rosa Silvana Daniela Sbrollini (Italia Viva), Rosa Silvana Abate (Misto), Tiziana Carmela Rosaria Drago (Fratelli d'Italia), Mollame (Lega) e dai deputati Roberto Pella (Forza Italia), Elisa Tropodi (M5S), Diego Zardini (Partito Democratico), ai quali si è aggiunto Alvise Maniero (Gruppo Misto, ex M5s ed ex sindaco di Mira) che pur non facendo parte dell'organismo ha chiesto di partecipare in quanto eletto a Venezia. All'incontro, che si è svolto nell'aula consiliare di Palazzo Ferro Fini, hanno partecipato, con il governatore Luca Zaia e il presidente dell'assemblea legislativa Roberto Ciambetti, assessori e consiglieri sia di maggioranza che di opposizione.
«Abbiamo trovato un clima positivo, c'è una gran voglia di andare avanti sul percorso dell'autonomia», ha detto la presidente Corda che, dopo le audizioni in Lombardia e in Veneto, concluderà l'indagine conoscitiva in Emilia Romagna per poi consegnare gli atti al Parlamento.
E qui si apre un altro capitolo: ripartire dalla legge quadro dell'ex ministro Boccia, come hanno detto il capogruppo in Regione Veneto Giacomo Possamai e il deputato Zardini, o dal testo base presentato da Zaia con le 23 materie «che non è di certo la secessione dei ricchi»? E ancora: si andrà in aula a luglio o c'è il rischio di rinviare ancora l'argomento? E se poi si entra nel semestre bianco per l'elezione del presidente della Repubblica, non c'è il rischio di chiudere la legislatura con un nulla di fatto? «Il semestre bianco dovrebbe essere la sublimazione dell'autonomia», ha detto Zaia.

E il forzista Pella, che tra l'altro è anche vicepresidente vicario dell'Anci: «Quasi tutte le regioni italiane hanno chiesto l'autonomia differenziata, è fondamentale anche per i sindaci. Ma indubbiamente autonomia e Pnrr si intrecciano, le risorse non possono essere gestite in maniera centralista dai ministeri, devono essere coinvolti Comuni e Regioni».


LA RASSICURAZIONE
In attesa del documento che la Bicamerale presenterà al Parlamento, il ministro degli Affari regionali e Autonomia Mariastella Gelmini ha rassicurato: «Nella fase di attuazione e implementazione del Recovery sarà fondamentale il protagonismo e la centralità delle Regioni, delle Province e dei Comuni, senza i quali non è possibile mettere a terra gli oltre 200 miliardi del Piano».

 

Ultimo aggiornamento: 12:50 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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