Pnrr, la proposta di Luca Zaia: «Un "salvadanaio" per utilizzare ciò che non si riesce a investire»

«Non è per sottrarre soldi a qualcuno - ha puntualizzato al meeting dei Giovani di Confindustria il presidente del Veneto - ma se c'è chi non riesce ad investire non è colpa di altri»

Sabato 1 Aprile 2023 di Alda Vanzan
Governatori discutono sui fondi del Pnrr

VENEZIA - Il colore politico non c'entra, sul "salvadanaio" sono tutti d'accordo. Dalla Lega di Luca Zaia e Maurizio Fugatti al Partito Democratico di Stefano Bonaccini, c'è un fronte comune tra i governatori delle Regioni "virtuose": non perdere neanche un centesimo dei 235 miliardi di euro che il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr) ha assegnato all'Italia. Significa - come ha detto il governatore del Veneto - che se una Regione non riuscirà a utilizzare i fondi a lei destinati, quei soldi dovranno essere messi a disposizione di quelle Regioni che sono invece pronte a investire. «Il Governo ha l'obbligo di fare un "overbooking" nazionale, cioè un salvadanaio - ha detto Zaia - perché mandare indietro i soldi dell'Unione Europea fa ridere, se non piangere».
«È una battaglia che dobbiamo fare assieme - ha aggiunto il collega governatore dell'Emilia Romagna, Bonaccini -: se in troppe Regioni non riusciranno a spendere i fondi assegnati, non si può tollerare che quei soldi tornino a Roma e quindi a Bruxelles». Se ne è parlato ieri a Cortina d'Ampezzo nel corso del 35° Meeting dei Giovani Imprenditori di Confindustria del Nordest, promosso dai comitati regionali di Veneto, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Trentino Alto Adige e dedicato alla ricerca di un "nuovo modello di impresa".

Duecentocinquanta i giovani imprenditori provenienti da tutta Italia per partecipare a tre distinti momenti di confronto: la "space economy", l'Agenda 2023, il futuro dei territori. Territori che ieri erano alle prese principalmente con l'export, oggi con la sfida di essere attrattivi nei confronti delle imprese e, soprattutto, per i "cervelli". Il che comporta, poi, offrire servizi, a partire dalla casa. Solo che in territori ad alta connotazione turistica, come avviene in Veneto, ma come sta accadendo anche a Bologna o Ferrara, trovare affitti per famiglie e per i lavoratori sta diventando una "impresa".

I soldi europei

Tra i temi caldi, i 235 miliardi dell'Europa per un Piano, il Pnrr appunto, che si sta inceppando. La proposta di Zaia di un «salvadanaio nazionale in cui vadano a finire le risorse del Pnrr non spese, da mettere a disposizione delle regioni che, invece, siano in grado di utilizzarle», ha trovato tutti concordi. «Non è per sottrarre soldi a qualcuno - ha puntualizzato il presidente del Veneto - ma se c'è chi non riesce ad investire non è colpa di altri». Governatori concordi anche nel sostenere che è stato uno sbaglio non coinvolgerli. Zaia: «Noi avevamo chiesto di essere attori protagonisti, invece ci hanno tenuto a bordo campo e questo è il risultato».
«Anche da noi - ha aggiunto il presidente di Trento, Maurizio Fugatti - pur essendo una Provincia autonomia, il Governo ha deciso di interfacciarsi solo con i Comuni». I quali Comuni poi lamentano di non avere personale preparato per far fronte ai dossier. Dunque: cambiare il Pnrr? Qui i governatori si sono divisi. Per Zaia il trattato va rinegoziato per «reindirizzare i fondi» su opere indispensabili alla luce anche delle recenti emergenze, Covid e guerra; per Bonaccini cambiare è invece troppo rischioso: «Le opere non vanno solo realizzate, devono anche essere rendicontate e i tempi ormai sono stretti. Più che cambiare il Pnrr andrebbero riviste le priorità».

Affitti brevi

Qualche distinguo anche sugli affitti brevi, cioè sulla difficoltà di trovare case in locazione per famiglie e lavoratori perché in molte città la quasi totalità è riservata ai turisti. Tema affrontato peraltro dai giovani imprenditori parlando di alcune esperienze lavorative: a Milano, ad esempio, i giovani preferiscono vivere in città per usufruire di maggiori servizi; in Veneto un'azienda bellunese si è decisa ad aprire una sede a Padova per non perdere personale qualificato. Ma la politica in questo ambito cosa può fare? Sono immaginabili norme come quella inserita nel Decreto Aiuti per la sola Venezia (massimo 120 giorni di affitto ai turisti, altrimenti si diventa impresa turistica con tutti gli adempimenti e le tasse connesse) anche per le altre città? Cauto Zaia: «Deve esserci una regolamentazione, ma non possiamo far passare l'idea che il turismo sia una rottura di scatole: con 18 miliardi di fatturato e 73 milioni di presenze, in Veneto è la nostra prima industria. Semmai, si ripensino i fondi del Pnrr per la residenza». Per Bonaccini «serve una politica nazionale». Fugatti: «Noi puntiamo a un fondo per ristrutturare edifici già esistenti».

La preoccupazione

«Se è stato speso fin qui il 6% del Pnrr, non si raggiungerà mai, a meno di miracoli, l'obiettivo - ha detto in chiusura dei lavori il presidente dei Giovani imprenditori di Confindustria, Riccardo Di Stefano -. Forse coinvolgere le aziende, quelle ad alto contenuto innovativo, può essere la soluzione. Dirottare le risorse su incentivi e crediti d'imposta vuol dire mettere in mano i soldi ad attori che hanno dimostrato capacità di spesa». 

Ultimo aggiornamento: 16:14 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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