Zaia e Fontana scrivono il patto sull'autonomia da far firmare a FdI e FI

Domenica 31 Luglio 2022 di Paolo Calia
Attilio Fontana, Matteo Salvini e Luca Zaia
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VENEZIA - L'autonomia al centro di tutto. Per il governatore Luca Zaia non c'è un obiettivo più importante.

Al punto di diventare il cuore del documento scritto in queste ore insieme ad Attilio Fontana, collega governatore della Lombardia, destinato a diventare il perno del prossimo programma di governo del centrodestra. A cinque anni dal referendum per Zaia, finalmente, è arrivato il momento giusto. E lo dice chiaramente: «L'Autonomia è la conditio sine qua non - sottolinea - non ha senso parlare di andare al governo senza questo obiettivo. Durante il prossimo Governo cadrà il quinto anno dal referendum sostenuto da milioni di veneti e, ricordo, da tutte le forze politiche». Zaia e Fontana hanno messo a punto un testo molto chiaro: un impegno preciso a concludere l'iter dell'Autonomia il prima possibile. «Adesso chiederemo a tutti i componenti del centrodestra di impegnarsi ufficialmente, firmandolo», sottolinea il governatore.

IL SOSTEGNO
E da Milano arriva l'appoggio anche di Matteo Salvini, segretario federale del Carroccio, che usa parole che saldano l'asse con Zaia: «In vista delle elezioni politiche del 25 settembre il centrodestra sta lavorando sul programma. Chiederò agli alleati, a Meloni e Berlusconi, impegni su alcuni temi che per la Lega sono determinanti, come l'autonomia». Più chiaro di così. «Se il centrodestra vince - ha continuato Salvini parlando con i giornalisti a margine di un sopralluogo alla stazione centrale di Milano - il programma lo stanno mettendo giù Fontana e Zaia. L'autonomia deve essere firmata e sottoscritta come valore aggiunto da tutto il centrodestra. E spero che i temi della sicurezza siano patrimonio comune di tutta la coalizione». L'apertura, dichiarata e senza distinguo, viene ben accolta a Venezia. Nella speranza che sia la volta buona. «Non bisogna avere paura dell'autonomia - rassicura Zaia - lo spauracchio della secessione non esiste più, inutile agitarlo. Parlare di autonomia è come parlare di federalismo, applicabile a tutte le regioni. E poi mi pare evidente un cosa: guardandoci attorno, tutti i sistemi di governo che più ammiriamo sono federalisti, dove l'autonomia viene applicata».

OCCASIONI MANCATE
Zaia preferisce guardare avanti senza voltarsi troppo indietro. Se lo facesse però vedrebbe cinque anni persi ad attendere aperture che non sono mai concretamente arrivate. Anche con la Lega al governo. «Sinceramente negli ultimi anni abbiamo visto di tutto - osserva - al tempo del referendum c'era il governo Gentiloni, poi abbiamo avuto il Conte 1, il Conte 2 e infine Draghi. In nessuno di questi contesti c'è mai stata un'identità di vedute. E il Paese ne ha risentito». E l'autonomia è rimasta al palo, procedendo con piccoli passi alla volta, talmente piccoli da dare l'impressione di essere sempre ferma. Adesso, per Zaia e per la Lega, è arrivato il momento di accelerare, della svolta attesa da tanto. Per il governatore del Veneto se il centrodestra uscirà vincitore dalle prossime elezioni, se avrà in mano una maggioranza parlamentare in grado di prendere una strada senza mai abbandonarla, il traguardo deve essere solo uno: concedere alle regioni che lo vorranno di potersi gestire competenze importanti per il governo del territorio. A cominciare dal Veneto che, su questo fronte, è già pronto. Ma servono patti chiari. E Zaia infatti vuole impegni precisi con gli alleati per azzerare la possibilità di sorprese non proprio gradite: «Andremo a chiedere ai nostri alleati di firmare questo impegno per l'autonomia - scandisce il governatore - anche perché non avrebbe senso iniziare un'eventuale esperienza di Governo con punti interrogativi grandi come questo e su temi così importanti. La questione autonomia l'ho posta io, ho chiesto io di inserirla nel nostro programma di Governo. E adesso voglio portarla avanti».

 

Ultimo aggiornamento: 17:33 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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