Zaia chiude a Fratelli d'Italia su rimasti o cariche: «Non si cambia è questione di coerenza»

Giovedì 30 Marzo 2023 di Alda Vanzan
Zaia chiude a Fratelli d'Italia su rimasti o cariche: «Non si cambia è questione di coerenza»

VENEZIA - «C'è totale sintonia con i nostri compagni di viaggio, non vedo attriti tra noi della Lega e Fratelli d'Italia. Posso capire le loro aspettative e i loro desiderata, ma siamo davanti a un consiglio regionale che sta lavorando bene. Gli spazi in un rapporto corretto possono essere anche altri». Così il presidente della Regione del Veneto, Luca Zaia, in merito alla polemica scoppiata a Palazzo Ferro Fini con gli alleati di FdI che, forti del risultato elettorale ottenuto alle Politiche dello scorso settembre (primo partito in Veneto col 33%) reclamano maggiore «coinvolgimento».

Tradotto: o la vicepresidenza del consiglio regionale o la guida di una commissione o un assessorato in più. Richieste che i leghisti hanno respinto (plateale il video dell'assessore Roberto Marcato in cui ripete: «Col caz...») e che hanno già innescato tensione. Non a caso ieri i consiglieri di FdI non hanno votato in commissione, astenendosi, la proposta di legge del capogruppo della Lega Giuseppe Pan sull'Inno veneto.

 
IL GOVERNATORE


Zaia ieri ha detto due cose. La prima è che l'ufficio di presidenza e le commissioni del consiglio regionale del Veneto hanno «lavorato bene» e quindi «non c'è ragione» per procedere con un cambio. La seconda è che il mantenimento degli attuali assetti è una questione di «coerenza». «Non c'è alcuna richiesta, la stabilità di questa amministrazione è sotto gli occhi di tutti - ha detto in mattinata a Mestre, a margine di una cerimonia di E-Distribuzione -. Non è una mancanza di rispetto, ma è pur vero che se ad ogni elezioni dovessimo cambiare la compagine, diventerebbe anche poco comprensibile per i cittadini». Più tardi ha aggiunto: «Non è una sfida o machismo. Ricordo che quando la Lega è passata dal 6% al 34%, io non ho aumentato gli assessori leghisti in giunta. E allo stesso modo ho mantenuto l'assessore di Forza Italia anche quando quel partito era in calo». Il ragionamento del governatore è che «non si cambia assetto ogni volta che si va alle urne», deve far fede il risultato delle elezioni regionali, è una questione di «coerenza». «Anche perché i pesi delle elezioni Politiche sono una cosa e quelli delle Regionali con il sottoscritto sono altro. Non è vanità, è un dato di fatto».

 
LA RETROMARCIA


Ieri mattina, intanto, il senatore e coordinatore veneto di FdI, Luca De Carlo, ha ribattuto con un video al leghista Roberto Marcato: «Al netto del linguaggio e dei modi decisamente volgari dell'assessore Marcato, Fratelli d'Italia non chiede poltrone, non chiede posti, non l'ha mai fatto. Fratelli d'Italia fa un ragionamento politico di condivisione e di coinvolgimento nelle scelte della Regione. Starà poi al presidente Zaia capire o cercare di vedere quanto coinvolgimento vuole da parte del nostro partito e dei nostri consiglieri regionali, anche alla luce dei risultati, sì, ma anche considerato il fatto che ci siamo sempre dimostrati leali e corretti e che vorremmo essere più coinvolti nelle scelte regionali. Tutto qua». Sulla stessa linea il capogruppo in consiglio regionale, Enoch Soranzo: «Non abbiamo mai chiesto poltrone, ma solo il desiderio di dare un maggiore contributo». Una marcia indietro? «No, il nostro è un ragionamento politico. L'Ufficio di presidenza è all'ordine del giorno il 12 aprile, parlarne oggi è prematuro». Parole ben diverse da quelle di due settimane fa: «Non abbiamo avuto un ruolo per le contingenze di due anni e mezzo fa, invece oggi lo scenario è mutato: i rapporti di forza sono cambiati, lo dicono i numeri», aveva detto De Carlo al Gazzettino.

L'ASTENSIONE


E ieri a Palazzo Ferro Fini, sia in Prima che in Sesta commissione, FdI non ha votato l'Inno veneto chiesto dalla Lega: c'è stata una astensione, mentre la settimana prima erano tutti d'accordo. «La proposta è filata liscia», aveva detto Tommaso Razzolini. Ieri altra retromarcia: astensione. «Siamo veneti, siamo italiani, ci teniamo alle nostre radici e tradizioni venete, come sentiamo forte e vivo il valore della patria - ha detto Soranzo -. Vogliamo l'autonomia differenziata. Per noi l'Inno è quello italiano, l'inno di Mameli. In ogni caso approfondiremo perché abbiamo molto rispetto di tutte le proposte e dei lavori dell'aula».

 


I LEGHISTI


Insomma, la tensione resta. Al coordinatore di FdI la replica sarcastica di Marcato, accusato di volgarità: «Al noto maestro di bon ton Luca De Carlo mi permetto di ricordare che in politica non sono volgari le parole, ma le azioni. Dice che vuole essere più coinvolto? Il coinvolgimento passa attraverso l'impegno e la passione, non attraverso le careghe». Serafico il presidente dell'intergruppo Lega-Liga, Alberto Villanova: «De Carlo dice che non vogliono posti? Bene». È il commissario della Lega, Alberto Stefani, a invitare a placare le polemiche: «Il presidente Zaia si è sempre distinto per la grande capacità di fare squadra tra le varie componenti delle coalizioni, così come nei mandati del 2010 e del 2015. Non è un caso che faccia il presidente senza mai aver avuto problemi di maggioranza da 12 anni. Polemiche interne alla coalizione, con una squadra ben congegnata, non servono ora: quello che conta è che assessori e consiglieri di tutto il centrodestra lavorino sodo per i veneti e diano risposte ai territori».

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