Quei leghisti veneti filorussi: «Mai ricevuto regali per il sostegno alla Crimea»

Ciambetti ribatte all'inchiesta di Occrp: "Insinuazioni infami"

Domenica 5 Febbraio 2023 di Alda Vanzan
Quei leghisti veneti filorussi: «Mai ricevuto regali per il sostegno alla Crimea»

L'accusa arriva dal consorzio giornalistico indipendente Occrp (Organized Crime and Corruption Reporting Project) e a rilanciarla è il portavoce dell'opposizione in consiglio regionale del Veneto, Arturo Lorenzoni: «Alcuni leghisti veneti, tra i quali il presidente del consiglio regionale, Roberto Ciambetti, il consigliere regionale Stefano Valdegamberi e il senatore Paolo Tosato, avrebbero beneficiato di viaggi gratuiti e soggiorni lussuosi.

In cambio, avrebbero portato avanti nelle sedi istituzionali un'importante azione politica a favore dell'aggressione della Russia all'Ucraina. Sono sbalordito da questa notizia. Ora pretendiamo la massima chiarezza sulla questione». La richiesta di Lorenzoni è che Ciambetti e Valdegamberi «riferiscano in aula al più presto».


L'INCHIESTA
I viaggi di cui parla Occrp sono quelli avvenuti in Crimea e in Russia tra il 2016 e il 2018, viaggi peraltro tutti noti. Al forum di Yalta dell'aprile 2017, ad esempio, c'erano anche i consiglieri regionali Luciano Sandonà e Andrea Bassi, l'allora vicesindaco di Rovigo Ezio Conchi, il senatore Bartolomeo Amidei (a quel tempo di Forza Italia e con in tasca i saluti del presidente Berlusconi da porgere al popolo russo e di Crimea) e un nutrito gruppo di imprenditori che volevano capire se era possibile investire nella penisola bagnata dal Mar Nero. «Le sanzioni prima o poi finiranno e noi saremo qui per primi», dicevano. Ora Occrp scrive che una serie di e-mail hackerate ha permesso di scoprire nuovi dettagli su come i politici e gli uomini d'affari italiani speravano di trarre profitto con gli alleati di Mosca in Crimea. Sarebbe stato offerto denaro ai politici europei per proporre mozioni filo-russe, mentre i viaggi in Crimea sarebbero stati spesati da organizzazioni finanziate dallo stato russo. Viene riportata anche la cifra di 68mila euro per il progetto che prevedeva di avvalersi di politici europei quali osservatori delle elezioni russe del 2018: quella volta furono Ciambetti e Valdegamberi ad andare a Mosca invitati dal numero uno della Duma Vyacheleslav Volodin. Tutte cose note. La novità sarebbero le prebende.


LE REPLICHE
«Memoria corta e infami insinuazioni, non c'è stata nessuna regalia», dice Roberto Ciambetti. «Ma quali soldi! Se ti invitano a un convegno, al quale peraltro partecipi come relatore, è usuale che il viaggio e l'alloggio siano offerti, è successo anche l'altro giorno con i nostri sindaci che sono andati a Roma ospiti di Poste Italiane: cosa vogliamo dire, che sono tutti corrotti?», aggiunge Valdegamberi, che nella Lega non è un militante, ma dal 2020 un sos, socio ordinario sostenitore. Nel suo caso Ocrp scrive che dal forum di Yalta del 2017 non è tornato a casa a mani vuote: ha ricevuto un appartamento nel Villaggio Italiano. «Una falsità - dice Valdegamberi -. Ho fatto un favore a un amico che ha una ditta di costruzioni mettendomi in posa con un certificato di proprietà, una specie di spot pubblicitario. Mai avuto case né ville in regalo».
Imbarazzo del partito? Il commissario veneto Alberto Stefani, scandisce: la Lega si è schierata contro l'aggressione della Russia all'Ucraina, gli atti lo dimostrano. «La posizione della Lega - dice Stefani - è sempre stata chiara e si è estrinsecata in aula. Ho fiducia negli uomini della Lega e sono certo che dimostreranno la loro totale estraneità alla vicenda».


«UN DOVERE I DIALOGHI»
Una diversità tra Ciambetti e Valdegamberi c'è. Il presidente del consiglio regionale ha votato il 29 marzo 2022 l'ordine del giorno che di fatto revocava la risoluzione del 2016 che sosteneva la Russia nell'annessione della Crimea. Valdegamberi al momento del voto era momentaneamente assente (come anche Luciano Sandonà). Valdegamberi, tra l'altro, non perde occasione per contestare la Nato: ieri era in piazza Bra a Verona alla manifestazione Il popolo non vuole la vostra guerra («E sono stato applauditissimo»).
Ciambetti ribadisce: «Ho condannato l'aggressione all'Ucraina con una convinzione tale da giungere a sostenere il ritiro della mozione del 2016 sull'autodeterminazione dei territori russofoni in Ucraina, cosa peraltro prevista dagli accordi di pace di Minsk. Sono comunque convinto che non si è voluto impedire la guerra, una guerra che ha impoverito anche gli italiani e colpito duramente l'economia del Nordest e del Veneto in special modo». Ma prima dell'invasione russa all'Ucraina, per Ciambetti era «un preciso dovere dialogare con la Russia, visto che la nostra regione è tra quelle che ha pagato maggiormente il costo delle sanzioni a partire dal 2014. Tutte le categorie economiche - dice - chiedevano alla Regione e allo Stato italiano in quegli anni azioni di tutela: e si badi che non solo ho cercato di interloquire con le autorità russe, ma anche con quelle statunitensi nonché sono intervenuto più volte nelle sedi comunitarie europee visto che stati membri dell'Unione, quelli che periodicamente magari cercano di dare lezioni di moralità al nostro Paese, aggiravano bellamente l'embargo alla Russia triangolando le loro esportazioni attraverso paesi neutrali». L'attacco: «Anche tra i politici nostrani - rincara Ciambetti - c'è chi usa toni sprezzanti e infamanti, giocando sulle fake news, dimenticando che nell'aprile di quest'anno io sono stato in visita ai centri di raccolta dei profughi ucraini in Polonia e ricevuto dai presidenti dei Voivodati di Cracovia e della Podcarpazia, ai confini con l'Ucraina, durante l'emergenza profughi, per concordare azioni di aiuto umanitario». Ma se tornasse indietro rifarebbe tutto: «Non mi pento di certo delle mie visite in Russia e ancora oggi mi chiedo perché non è stato fatto il possibile per evitare il conflitto che ha interrotto il processo di ripresa dell'economia dopo il tracollo del Covid».

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