Lavoro rifiutato, Paolo: «Ora sono un manager ma ho studiato facendo le stagioni. Ecco la verità sui contratti tutto compreso»

Giovedì 16 Marzo 2023
Lavoro rifiutato, Paolo: «Ora sono un manager ma ho studiato facendo le stagioni» - Foto di Flavio Anibal su Unsplash

Caro Gazzettino, 
grazie per aver sollevato questo tema del lavoro rifiutato dai giovani, vorrei raccontare a voi e ai lettori quella che è stata la mia esperienza.

Ho 31 anni e ora occupo una posizione manageriale in un'importante realtà turistica nazionale del settore lusso. Non trovo personale, pur offrendo un contratto corretto e che prevede tutte le tutele che spetterebbero a chi lavorerebbe in qualsiasi altro settore (parlo dei giorni liberi o delle ferie o delle varie indennità). Adesso mi occupo di aspetti tecnici del lavoro: dinamiche, prezzi, supervisione tecnica dei piani di sviluppo aziendale, vendite speciali e simili. Tuttavia, ho fatto una lunga gavetta e ho anche studiato, sono laureato e sono riuscito a studiare anche all'estero, costruendo un percorso di un certo inquadramento. Sempre finanziandomi con le "stagioni".

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Oggi ho una posizione, è vero, ma ringrazio Dio di aver trovato un'azienda illuminata dove ho potuto fare questo percorso. Le altre aziende dove ho lavorato, chiedevano solo, non davano mai. Gli albergatori e ristoratori, per lo più, sono protesi alla ricerca del margine di guadagno maggiore sempre e comunque. In quasi tutte le aziende dove ho lavorato non esisteva alcun diritto se non quello di fare più margine per il proprietario, giorni liberi non pagati, vacanze non pagate, straordinari per la gloria dell'azienda.

Tutto in virtù di un falso senso di "racconto di famiglia" che è una vergogna tutta nostrana

Quando ho iniziato in questo settore ho fatto anche 7 mesi di lavoro, senza giorno libero, come dato di fatto, 11 ore al giorno, pagato 1240 euro al mese. Sono trascorsi 15 anni dalla mia prima stagione ma  non è cambiato nulla. I datori di lavoro, raccontano una storia di ragazzi che  non hanno voglia di lavorare o di impegnarsi o di imparare. Non è vero. Ho incontrato e conservo ancora bellissimi rapporti con tantissimi di questi che ho formato e fatto crescere.

Ma i ragazzi vanno rispettati, vanno pagati e vanno tutelati. Trattati con onestà e trasparenza

Non raccontate storie signori ristoratori e albergatori. Guardate in fondo alla verità. Ai vostri contratti "forfettari tutto compreso" che includono tutto a discapito del povero che firma, sapendo di rinunciare a un Tfr che gli spetta non incluso ma extra a fine stagione, dove nel surplus si ritrova incluso un valore che comprende la sua rinuncia al suo tempo libero e al suo riposo. Quindi, quando raccontate che offrite 1700 euro, raccontate la verità: offrite il minimo previsto da un contratto perché include dentro tutto. Nulla di più. Anzi probabilmente sarà comunque a discapito del lavoratore.

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La mia è una critica feroce alla nostra categoria e continueremo a non trovare personale perché il 90% delle aziende continua ad offrire contratti di questo tipo. Che rovinano la reputazione di un settore determinante per La Nazione stessa. Un ultimo punto da verificare sarebbe il perché, in 15 anni di lavoro, non abbia mai visto entrare la finanza a fare verifiche sui contratti, sugli orari. Mi domando perché nel settore dell'ospitalità vi sia una sorta di autorizzato "liberi di sfruttare".


Paolo da Thiene

Ultimo aggiornamento: 17 Marzo, 13:10 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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