Veronica, 18 anni, campionessa e guerriera: «Non chiamatemi malata»

Domenica 23 Agosto 2020 di Alda Vanzan
Veronica Paccagnella

Questa non è un'intervista a una donna. Perché le donne da raccontare sono due. La piccola: Veronica Paccagnella, diciotto anni da poco compiuti, campionessa plurimedagliata di ginnastica artistica, protagonista di un'infinità di eventi, dall'audizione al Senato fino al Coni e alla partecipazione a "Domenica In", tanto per citare alcuni degli eccellenti palcoscenici calcati nell'ultimo anno. Una che i giornali hanno soprannominato la guerriera. «Se mi piace questa etichetta? Sì, io sono una guerriera», dice Veronica, elegante nella sua mise mattutina color rosa: l'abito, la fascia per i capelli, il bikini, perché è estate e lei non vede l'ora di tornare in spiaggia, altro che rispondere alle solite domande.
Sfrontata e sincera come solo i giovani sanno essere: «Non parlatemi di Mara Venier. Io che mi ero preparata un bel discorso e in trasmissione ha parlato solo lei».
E poi c'è la grande, la mamma, Chiara Pedron, che ha avuto Veronica a 29 anni e mai avrebbe immaginato che sua figlia, la primogenita, nascesse con la sindrome di Down. Dice la piccola: «Io pensavo di essere malata, mamma invece mi ha spiegato che la sindrome di Down non è una malattia, ma una condizione genetica». Veronica l'ha percepito la sera in cui, guardando in tv Ballando con le stelle, ha visto che tra i concorrenti c'era Nicole Orlando, la campionessa ai Mondiali per atleti con sindrome di Down in Sudafrica. Quella sera Veronica ha distolto per un attimo lo sguardo dal piccolo schermo e alla mamma ha fatto la più semplice delle domande: «Lei è come me, vero?».

Mamma e figlia. Unite. Complici. Eppure distinte nei ruoli. Una storia raccontata anche sul portale www.ioadottouncampione.it. «Se è fondata quella ricostruzione? Certo, l'abbiamo scritta io e Veronica», annuisce mamma Chiara. Che ricorda. La gravidanza. Il parto. Il verdetto dei medici, quella frettolosa comunicazione: La bambina è positiva alla Trisomia 21. E le preoccupazioni. Perché Chiara in famiglia aveva già avuto un caso di disabilità, il fratello maggiore in carrozzina, e sapeva quali e quante difficoltà ci sono a far crescere un ragazzo che gli altri vedono come diverso: «E mio padre, bravissimo, lo portava in giro per il paese». Finché un medico è riuscito a trasmettere conforto. Racconta Veronica: «Disse che io ero perfetta nel mio essere speciale». Poi la malattia, perché la piccolina a due anni si ammala e stavolta sì che è una malattia vera: leucemia mieloide acuta, tumore del sangue. Guarisce. Intanto nasce Anna, la sorellina di tre anni più giovane. Ma accade quel che nessuno si aspettava: un cancro al pancreas uccide papà Andrea. «Adesso è in cielo, noi ce l'abbiamo sempre nel cuore».

Padovane di Trambacche, frazione di Veggiano, Veronica e Chiara da tre anni girano l'Italia. E non solo. Perché un giorno la ragazzina si è innamorata: è entrata in una palestra, la Blukippe, quasi per caso. Quella sera pioveva a dirotto, cercavano un'altra palestra, non l'hanno trovata, così sono finite più per curiosità che per interesse in questa struttura di Salboro, a due passi da casa. E mentre guardava gli atleti e le atlete volteggiare sulla trave ed esibirsi sulle parallele, Veronica si è incantata: «Con la ginnastica artistica è stato amore a prima vista». Manco sapeva che il suo essere speciale l'avrebbe favorita: non snodata, snodatissima. La trave? Il suo ambiente. La spaccata? Una bazzecola. Ha cominciato ad allenarsi. E a gareggiare. Le medaglie sono state una conseguenza, dai quattro ori ai giochi regionali in Lombardia Fisdir ai Mondiali l'anno scorso ad Abu Dhabi dove ha conquistato un altro poker di medaglie.
Veronica, parliamo di scuola, l'anno prossimo avrai la maturità.
«Sì, frequento l'istituto alberghiero di Abano, tra le tre specializzazioni ho scelto quella di sala. Ricevere gli ospiti, farli accomodare, consigliare il menu, prendere le ordinazioni».
Il tuo menu preferito?
«Non so cucinare, mi piace mangiare, vado matta per trasmissioni come MasterChef, Bake Off Italia. I miei piatti preferiti? Lasagne, bistecca ma rigorosamente con il purè, ovviamente tiramisù».
Il lockdown ti ha bloccato gli allenamenti. Come hai fatto?
«Intanto dico che bisogna osservare le regole: mascherina e distanziamento. Quando eravamo in piena emergenza sanitaria la mia mamma mi ha aperto una pagina su Facebook e su Instagram e ho aderito all'invito io resto a casa. Quanto agli allenamenti, il Covid non mi ha fermato: è vero che ora non andiamo più in palestra, ma facciamo lezione in streaming, io dalla camera degli ospiti a casa».
Ti commuovi quando vinci una medaglia?
«Sul podio, mai. Poi, quando scendo, allora sì che mi sciolgo».
Com'è la sensazione un attimo prima della gara?
«Prima di entrare in gara faccio un bel respiro. Poi ripeto la frase».
Quale frase?
«Quella di Nicole Orlando. Che è anche la mia frase: vietato dire non ce la faccio».
Qual è il tuo luogo elettivo, il posto dove stai bene?
«Il divano. Lo so che può sembrare strano, una ginnasta pigrona! Ma è così. Per me: o palestra o divano».
È vero che sei fidanzata?
«Sì, sono fidanzata. Lui si chiama Davide, è piemontese, è un po' più vecchio di me perché ha 26 anni, anche lui è un ginnasta, ci siamo conosciuti ai Mondiali ad Abu Dhabi e poi rivisti a Jesolo. Ci siamo fidanzati durante il lockdown. Via whatsapp».
Un aggettivo per descriverlo?
«Buono. E carino».
Un capo di abbigliamento che non indosseresti mai?
«Dico quello che invece indosserei sempre: l'abito femminile, la gonna, i tacchi».
Il regalo più costoso ricevuto?
«L'anello di fidanzamento della nonna, me l'ha fatto rimodellare, è bellissimo».
Alda Vanzan
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Ultimo aggiornamento: 19:13 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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