VENEZIA - Il canale Telegram radicato in Veneto e il segretario della Lega di Reggio Calabria. Attraversando l'Italia dal Nord al Sud, l'inchiesta sugli insulti social a Liliana Segre aperta dalla Procura di Milano restituisce uno spaccato desolante di pesanti offese a sfondo antisemita e no-vax. Toni che stridono con la tenerezza suscitata dalle parole della senatrice a vita, sopravvissuta all'abominio della Shoah, pronunciate alla sera del Giorno della memoria, nel corso del programma Binario 21 su Rai 1: «Quando uno è un bambino e non ha nulla, a qualche cosa si deve attaccare. Io nelle prime notti ad Auschwitz notai questa stellina che mi sembrava speciale, la guardavo e dicevo: finché tu brilli anche io sarò viva. E per me quella stellina non si è mai spenta».
LE DENUNCE
IL SITO
Questo mezzo social è un'estensione dell'omonimo sito, che esplicitamente dichiara di voler spingersi «oltre la verità ufficiale», spaziando dall'alimentazione all'esoterismo, attraverso sezioni come massoneria, biodecodifica, controllo. Pamio compare come l'autore dei post anche sul canale Telegram, a cui risultano iscritti quasi 66.000 utenti. Come ad esempio quello pubblicato il 6 novembre, tre giorni prima che la 92enne decidesse di raccogliere una selezione delle invettive ricevute per poi andare a denunciarle, quando il perito elettronico industriale (che si presenta come esperto di medicine non convenzionali) l'ha definita variamente «la madonna di Auschwitz», «ebrea scampata all'Olocausto (così ha raccontato)», «mummia-testimonial della dittatura» e via di questo passo.
L'AUDIZIONE
Il reggino Nicola Barreca è invece segretario locale della Lega da sei settimane. O meglio, lo era fino a ieri, quando il commissario regionale Giacomo Francesco Saccomanno ne ha disposto la sospensione, «a tutela dello stesso e del partito, ed al fine di poter eseguire adeguati accertamenti sulla veridicità della notizia». Convocato in audizione dal partito, l'ex bancario e ora scrittore «ha categoricamente escluso di aver mai compiuto un tal gesto e che, pur avendo eseguito accurate ricerche, sui post e i commenti svolti sulla propria pagina personale, non è emerso nulla». La misura «temporanea e cautelare» è stata comunque decretata, con annessa «sentita vicinanza e solidarietà» alla senatrice a vita Segre. In attesa di sviluppi, dunque, restano le memorie dolorose di quella che fu una ragazzina di 13 anni lungo il binario dell'orrore: «Siamo arrivati qui nel silenzio generale della città, nessuno si affacciò dalle finestre, era tarda mattina. Chiusi nei vagoni, non capivamo niente. Mi ricordo i pianti e gli urli...».
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