Insetti a pranzo e cena? Veneto apripista per la nuova alternativa alimentare, via libera agli allevamenti

Giovedì 20 Maggio 2021 di Nicoletta Cozza
Cena di insetti
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Si possono utilizzare almeno in tre modi. Seccati, macinati e trasformati in farine con cui confezionare biscotti, snack, o mangimi per gli animali. Oppure, sempre seccati, ma salati per essere poi cotti ai quattro formaggi, o con i peperoni. O, ancora, congelati, per garantire loro una sorta di eutanasia, e poi fritti, esattamente come i gamberetti. Sono queste alcune delle modalità di impiego alimentare degli insetti, che vedono il Veneto capofila in questa nuova prospettiva alimentare, essendo stata la prima regione a riconoscere nel ruolo di imprenditori agricoli gli allevatori di grilli, larve della farina, o mosche. E se Palazzo Balbi ha fatto la sua parte dando il via libera agli allevamenti di insetti da mangiare, Padova fa da traino all'insolita produzione, grazie agli input lanciati nei mesi scorsi dal consigliere regionale Elisa Venturini e dal vice presidente della Provincia Vincenzo Gottardo, i quali si erano prodigati per far conoscere al governo veneto un progetto in tal senso promosso da Enzo Moretto, direttore di Esapolis, del Museo Naturalistico degli insetti e responsabile scientifico della Butterfly Arc, tutte realtà con sede nel territorio patavino.

La novità è costituita dal fatto che finora la produzione era destinata esclusivamente al confezionamento dei prodotti per nutrire gli animali da compagnia, mentre adesso verrà impiegata per l'alimentazione umana e negli allevamenti di bovini o suini. 


I PARTICOLARI

Moretto, quindi, non ha dubbi sulle ricadute positive per l'economia che avrà a breve il fatto che i coltivatori diretti possano inserire nella denuncia dei redditi i proventi derivanti dalla vendita degli insetti da mettere in pentola, in forno, nella friggitrice, o negli spiedini. «Per la verità - spiega - manca ancora un ultimissimo passaggio, che spetta al governo, cioè l'attribuzione del codice stalla, peraltro atteso a brevissima scadenza, considerato che anche nel resto dell'Europa si sta procedendo in questa direzione. Nel piatto, quindi, avremo intanto il tenebrio molitor, cioè il vermetto giallo meglio conosciuto come tarma della farina, e successivamente grilli, cavallette e la mosca-soldato, che trasforma in proteine nobili gli scarti vegetali, il sangue e le uova, e sulla quale sono in corso studi da parte di alcuni atenei, tra cui quello di Bologna».
Nonostante le perplessità che possa destare il fatto di sostituire pastasciutte e bistecche con grilli e cavallette, Moretto replica sottolineando gli effetti positivi sull'organismo della nuova opzione culinaria. «In realtà si tratta di prodotti buoni, sani e che fanno bene in quanto ricchi di proteine, come dimostra il fatto che in Francia il fatturato per questa voce ha già raggiunto i 500 milioni di euro e che in Svizzera sugli scaffali dei supermercati ci siano confezioni di insetti pronti da cuocere. La notizia che anche in Italia arrivi il via libera, dunque, è molto importante per l'industria alimentare, dato che finora venivano utilizzati solo per i mangimi animali, tra cui quelli per nutrire i rettili».
Da sempre sono la classe animale che conta di gran lunga il maggior numero di specie, dato che se ne stimano oltre 8 milioni e almeno duemila sono già consumate dall'uomo in vari ambiti, compreso quello medicinale. «Il loro utilizzo - aggiunge il direttore della Casa delle farfalle - ha anche forti implicazioni positive ecologiche, di sostenibilità e di economia circolare. Malgrado ciò l'approccio italiano è stato molto prudente anche per aspetti culturali legati alla loro percezione a tavola, considerato che non sono certo in linea con il cibo Made in Italy. La forza del nostro Paese starà adesso nella capacità di interpretare i processi e le ricette ai quali andranno aggiunti gli odori e i sapori che sono l'essenza dei territori italiani. Infine, uno degli obiettivi è favorire le piccole produzioni locali affinché diventino un motore per una mini-biodiversità aziendale in grado di proporre prodotti di altissima qualità, a chilometro zero, difficilmente riproducibili con processi industriali o su grande scala».


LE MOTIVAZIONI

Elisa Venturini ripercorre poi l'iter del progetto. «L'idea era nata alcuni fa a Casalserugo, quand'ero sindaco, durante una riunione con alcuni imprenditori lungimiranti: le riflessioni guardavano al futuro e si parlava appunto di come gli insetti potessero entrare nell'alimentazione, però tenendo conto della nostra tradizione culinaria. Il dottor Moretto aveva esternato la validità di tale opzione e quindi avevamo deciso di portare avanti l'iniziativa culminata ora con la decisione della Regione di dare il via libera agli allevamenti». Da Casalserugo l'input era arrivato poi in Provincia, come ricorda appunto Gottardo. «Per far sì che i cambiamenti diventino opportunità bisogna dare prospettive concrete a chi investe, intercettando i bandi della Comunità europea. Gli imprenditori stanno già guardando avanti per sviluppare produzioni sostenibili e innovative, come quella riguardante gli insetti. Il progetto sta trovando attuazione grazie a un gioco di squadra che ci vede a braccetto con la Regione. Oltre a Moretto, nel nostro territorio abbiamo anche James Caon, il quale nel 2015 ha iniziato ad allevare gli insetti quasi per scherzo assieme a Moreno Miatello e ora la loro azienda con sede a Piombino Dese è leader nella produzione delle larve della farina impiegate nel feed animale e nella pesca. James ha solamente 26 anni e la sua passione per gli insetti è direttamente proporzionale al suo amore per gli animali. Sa perfettamente che dentro alle cassette piene zeppe di larve c'è quello che molti hanno definito come il futuro dell'alimentazione umana».
 

Ultimo aggiornamento: 09:48 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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