VENEZIA È stata pubblicata ieri, sul Bollettino ufficiale della Regione, la delibera che istituisce il percorso di “Formazione complementare in assistenza sanitaria dell’operatore socio-sanitario”. Pressoché tutte le forze di opposizione in Consiglio regionale hanno chiesto la sospensione, se non addirittura il ritiro, del testo che punta ad addestrare 510 addetti (denominati formalmente “Oss-Fc” e ribattezzati informalmente “infermierini”), incaricandoli di alcune mansioni finora effettuate dai laureati in Scienze infermieristiche. Ma la Giunta veneta tira dritto: «Incontreremo i sindacati la settimana prossima, tuttavia per noi il provvedimento rimane, vista la carenza di organico», ha detto l’assessore Manuela Lanzarin.
IL FABBISOGNO Il problema è particolarmente sentito nelle case di riposo, dov’è previsto l’inserimento degli operatori dopo un corso di 400 ore, delle quali 250 di tirocinio pratico negli ospedali. «Attualmente abbiamo in formazione 1.200 infermieri – ha sottolineato Lanzarin – ma abbiamo presentato al ministero della Salute un fabbisogno di 3.000 e abbiamo ottenuto per l’anno prossimo di arrivare a 1.500 nei corsi di laurea. È evidente che non bastano.