
Giovedì 14 Febbraio 2019, 10:01
L'imprenditore mestrino si era rivolto a un killer per liberarsi dell'albanese traditore

di Davide Tamiello
MESTRE - Francesco Crosera, l'imprenditore nautico arrestato per i presunti rapporti con il boss ndranghetino Domenico Multari, affidava spesso dei lavoretti poco puliti a qualche malavitoso per risolvere le sue questioni personali. È quanto emerge dall'ordinanza di custodia cautelare firmata dal gip Barbara Lancieri: stando alle indagini del Ros, infatti, il 53enne di Meolo sarebbe arrivato persino ad assoldare un killer per uccidere uno dei due albanesi che l'aveva tradito.LEGGI ANCHE La ricchezza del Veneto fa gola ai mafiosi: ecco come "investono" a Nordest
Ma procediamo con ordine: Crosera, titolare di un cantiere nautico a Portegrandi, vende uno yacht (Terry) a un imprenditore friulano per due milioni di euro. L'acquirente però non è per nulla soddisfatto: appena varata, la poppa della barca si allaga completamente. Così, l'uomo fa causa a Crosera per 300mila euro. Mentre si trova ad Alghero, nel 2015, il tribunale di Sassari dispone una doppia perizia per il 13 e 14 aprile ed è qui che Crosera chiede a Multari di mandare due emissari per incendiarla. Dalla Calabria, così, partono Mario Falbo e Dante Attilio Mancuso. L'incendio, però, fallisce: i due provocano danni per 60 mila euro alla barca, ma non riescono a distruggerla.
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