Troppi malcontenti, per le Europee Salvini aggiunge due veneti

Martedì 16 Aprile 2019 di Alda Vanzan
Troppi malcontenti, per le Europee Salvini aggiunge due veneti
5
VENEZIA - Due veneti in più. È questa la soluzione partorita in via Bellerio per placare gli animi dei leghisti, arrabbiati per la formazione di una lista per le elezioni Europee del 26 maggio che valorizza solo la parlamentare vicentina uscente Mara Bizzotto e il segretario nathional, cioè veneto, Gianantonio Da Re. Raccontano che Matteo Salvini non abbia gradito i mugugni arrivati da Venezia, ma che alla fine si sia convinto ad aumentare i candidati veneti da 4 a 6. Solo che, tolti Da Re e Bizzotto, tutti gli altri, compresi i due innesti - in ballo l'ex rugbista assessore di Pianiga e commissario dei Giovani Padani veneti Piergiovanni Sorato, la consigliera comunale di Caorle Rosanna Conte, la presidente dell'Ater di Belluno Ilenia Rento - sono esordienti, con pochissima gavetta alle spalle e questo non fa che alimentare i mugugni.
 
Per due motivi: candidare a Bruxelles volti noti solo nel paese di origine, non solo favorisce i più conosciuti Da Re e Bizzotto, ma rischia anche di ridurre la pattuglia dei veneti eletti a vantaggio di altre regioni; in secondo luogo perché non mandando in Europa consiglieri e assessori regionali che stanno tra il Balbi e il Ferro Fini in alcuni casi addirittura da 20 anni, il problema si porrà alle Regionali del 2020, tra un anno esatto. Ossia: che classe dirigente vuol fare crescere la Lega? Di yes-men nominati al Parlamento o catapultati a Bruxelles? E chi ha contatti e consensi in territorio veneto deve restare vita natural durante in Veneto?
IL POMPIERE
Il governatore Luca Zaia ieri ha vestito i panni del pompiere: «Matteo Salvini è il segretario del partito ed è quindi il garante di tutta l'operazione. Non mi risulta che i posti fissati per il Veneto siano quattro. Per ora sono solo notizie giornalistiche. So quanta attenzione e sensibilità abbia Salvini nei confronti del Veneto e quindi immagino che, come al solito, ci saranno dei criteri di proporzionalità rispetto a territori, abitanti, rappresentatività. Prima di parlare di numeri si abbia la pazienza di aspettare le decisioni finali del segretario». Mentre Zaia parlava con i cronisti, in via Bellerio si lavorava di matita e gomma da cancellare: confermati i 5 dell'Emilia Romagna, i 2 del Friuli Venezia Giulia (Marco Dreosto, consigliere comunale a Spilimbergo e Elena Lizzi, già assessore a Buja e in Provincia di Udine) e il candidato del Trentino Alto Adige, confermato ovviamente Salvini capolista, i posti per il Veneto salivano da 4 a 6, per un totale di 15 candidati.
LA SFIDA
Stanco di sentirsi accusare di aver pensato solo alla propria posizione, il segretario del Carroccio veneto Toni Da Re ieri ha sfidato i regionali che, a suo dire, avrebbero alimentato le polemiche. Nell'elenco partito dal Veneto per la formazione della liste c'erano infatti anche i consiglieri/assessori Roberto Ciambetti, Federico Caner, Luciano Sandonà, Fabiano Barbisan. Tutti depennati così come era stato fatto per la Lombardia, dove si rischiavano problemi di equilibri in giunta e consiglio. «Sono arrabbiati? Si arrabbino con chi di dovere. Si qualifichino e lo dicano a Salvini», ha tuonato Da Re. E ancora: «Si lamentano che la lista non è qualificata? E quelli che parlano invece lo sono? Un disciplinare per il qualificato c'è? Potrei capire se avessi davanti un Maradona. La verità è che a lamentarsi sono gli stessi dell'anno scorso per le Politiche. Le proposte son arrivate dalle segreterie provinciali, se la prendano con quelle che peraltro sono quasi tutte commissariate». Ma le scelte chi le ha fatte? «Milano. E non mi si venga a dire robe come Da Re ha fatto liste deboli per non avere concorrenti. Da Re i voti i ciape in stess». Domanda: Da Re è soddisfatto di queste scelte? «Personalmente sì. Paola Ghidoni è una commercialista, la prima dei non eletti a Padova alle Politiche. Il veronese Paolo Borchia da dieci anni vive a Bruxelles e sa tutto della macchina europea. Mara Bizzotto è uscente, in gamba, conosciutissima. Quanto a me non mi giudico, dico che avrei preferito fare il segretario».
LA TERNA
Ma chi sono i due innesti aggiuntivi? Inizialmente dovevano essere Sorato e Conte, solo che entrambi sono veneziani e questo, lasciando scoperte Belluno e Rovigo, avrebbe creato problemi. Così è entrata in ballo la presidente dell'Ater di Belluno Ilenia Rento, 41 anni, mentre tra Sorato e Conte è stato un'altalena tutto il giorno, con la seconda data per favorita. Quanto a Stefano Baraldo dei Giovani Padani di Padova, a stopparlo è stata la giovinezza: non ha ancora 25 anni, età minima per candidarsi in Europa. Magari, chissà, si rifarà l'anno prossimo alle Regionali.
Alda Vanzan
© RIPRODUZIONE RISERVATA
© RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci