Green Pass, l'asse del Nordest: «Nuove chiusure soltanto per i non vaccinati». E i leghisti si schierano con Zaia e Fedriga

Lunedì 13 Settembre 2021 di Angela Pederiva
Green Pass, l'asse del Nordest: «Nuove chiusure soltanto per i non vaccinati». E i leghisti si schierano con Zaia e Fedriga
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VENEZIA - La via nordestina alle future restrizioni piace all'ala governista della Lega e marca ancora una volta il solco con la frangia barricadera. «Eventuali nuove chiusure dovranno riguardare solo chi non si è vaccinato», ha affermato Massimiliano Fedriga, presidente del Friuli Venezia Giulia e della Conferenza delle Regioni, rilanciando l'asse con il collega Luca Zaia in Veneto.

Dall'assessore Roberto Marcato, al capogruppo Alberto Villanova, passando per il consigliere-filosofo Marzio Favero, i leghisti veneti sostengono l'utilità di misure come l'estensione dell'obbligo di Green pass: «È l'unico strumento di cui disponiamo per scongiurare nuove limitazioni che sarebbero inaccettabili».


TESSUTO

Marcato, titolare dello Sviluppo economico, ne fa una questione di pace sociale: «In una situazione normale, si ha il dovere di discriminare il meno possibile. Ma di fronte a un'emergenza sanitaria o alla possibilità di un nuovo lockdown, chi si è vaccinato deve avere una corsia preferenziale. Se dovessimo invece arrivare a chiusure per colpa dei non vaccinati, avremmo degli oggettivi problemi di tenuta del tessuto comunitario. Già oggi c'è malumore per il fatto che le Terapie intensive sono occupate soprattutto da persone che non si sono immunizzate». 
Concorda sul punto Villanova, di professione dentista, speaker di Zaia Presidente in Consiglio regionale: «A livello sia lavorativo che politico, penso sia giusto differenziare le situazioni, anche per dare significato alla campagna vaccinale. In questa situazione straordinaria, dobbiamo accettare la nuova normalità del Green pass, al momento l'unico strumento che consente di restare aperte a tante attività rimaste a lungo chiuse, come palestre, teatri, cinema, piscine. Sono contrario all'obbligo del vaccino, perché lo ritengo controproducente verso chi non si è convinto, che temo diventerebbe ancora più refrattari. Credo che ci sarebbe bisogno piuttosto di una campagna informativa, mirata a smontare le bufale. Ma girando sul territorio, trovo sempre più persone d'accordo con l'idea della certificazione verde come di uno strumento che permette alla ripresa di non essere azzoppata un'altra volta». 

MINORANZA

Però come si conciliano queste posizioni con il fatto che il segretario federale Matteo Salvini respinge l'ipotesi dell'obbligo per tutti i lavoratori? Da giorni lo stesso leader va ripetendo che «questa delle due Leghe è una fantasia che va bene per Topolino», eppure le dichiarazioni quotidiane in Veneto sono di altro segno. «Salvini è un uomo che ha grandi meriti dice il consigliere regionale Favero perché ha portato la Lega ad avere un grande consenso. Credo però che il segretario debba essere più rigoroso su questo tema, perché i no-vax e i no-pass sono una minoranza che è sempre più minoranza, a cui occhieggia una minoranza risibile e imbarazzante di rappresentanti del nostro movimento. Basta con le posizioni ambigue del tipo: Mi sono vaccinato ma sono per la libertà.... A volte la politica ha il dovere di non essere immediatamente popolare e di guardare al bene della collettività. In questo mi sembra che Zaia abbia fatto la sua grande parte, altrimenti non si spiegherebbe il consenso così ampio di cui gode».

Pure il docente di filosofia condivide l'opinione di Fedriga («Non ci devono essere più chiusure per i vaccinati, non possiamo permettercele e non sarebbero giuste»): «Se tutti si fossero vaccinati con esercizio di responsabilità, non staremmo qui a parlare di restrizioni e di Green pass. Ma purtroppo una minoranza recalcitrante è contraria a questo strumento indispensabile e mi dispiace che intellettuali come Massimo Cacciari abbiano perso i riferimenti: non è vero che la Costituzione nega la vaccinazione obbligatoria, l'articolo 32 prevede il trattamento sanitario attraverso una disposizione di legge. Certo, anch'io preferisco la libertà vaccinale. Ma di fronte a situazioni di irrazionalità, in cui ci sono persone che rischiano di contrarre la malattia e di mettere a rischio l'incolumità anche degli altri, l'etica impone di intervenire. Questa non è una limitazione della libertà, ma un pre-requisito come lo è la patente per chi vuole guidare la macchina. Cose da regime? Il solo accostamento è indice di ignoranza e volgarità».

Favero si dice convinto che «la stragrande maggioranza dei leghisti» sia favorevole «al Green pass e, se serve, anche all'obbligo vaccinale». Chiosa finale: «Lo dico senza ironie, ma sono sinceramente preoccupato per i no -vax, perché si stanno offrendo al virus. Il paradosso è che siamo chiamati a tutelare persone che non vogliono essere tutelate, in quanto si preoccupano di ipotetici rischi futuri legati al vaccino studiato dagli scienziati, ma non si curano del pericolo attuale e concreto di finire in ospedale, magari in Terapia intensiva, con la prospettiva di morire».
 

Ultimo aggiornamento: 14 Settembre, 09:11 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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