VENEZIA - L'immagine è di un partito compatto, capace anche di prendere - all'unanimità - provvedimenti esemplari, come ad esempio chiedere al livello superiore l'espulsione, o in subordine la sospensione, di militanti storici come il trevigiano Fulvio Pettenà. Ma anche il veneziano Gabriele Bazzaro che per un volantino sul Green pass con tanto di accostamento all'Olocausto è stato sempre deferito al federale.
LE DECISIONI
Franca Mattiello, la consigliera comunale di Vicenza che aveva paragonato il Green pass alla deportazione degli ebrei in epoca nazista, non è stata espulsa dal partito solo perché si è dissociata dalle frasi pronunciate. In pratica si è scusata. Così, nonostante il commissario Stefani fosse propenso per una linea dura, il direttivo ha deciso per l'ammonizione, secondo gradino dopo il richiamo, ma comunque meno grave della sospensione e dell'espulsione.
Due, invece, i casi rinviati al federale. Uno riguarda Fulvio Pettenà, zaianissimo, già presidente del consiglio provinciale di Treviso, che si è espresso criticamente nei confronti della linea del partito. Alcune delle frasi incriminate: Prima si facevano i congressi, si decideva qual era la linea e tutti la seguivano in maniera compatta. Adesso invece la linea del partito la decidono parlando in televisione pochi illustri sconosciuti, che si credono liberi pensatori. E ancora: Il caso Morisi (l'ex guru social della Lega ed ex spin doctor di Salvini, ndr) dimostra che avere dei dubbi sulle persone di cui si è circondato Salvini era legittimo». Di più: Purtroppo l'opinione diffusa nel nostro territorio è che Salvini ormai sia bruciato. Pettenà nella migliore delle ipotesi se la caverà con una sospensione - come proposto da Roberto Marcato -, alla peggio verrà espulso.
IL SINDACALISTA
Analogo scenario per Gabriele Bazzaro, il capogruppo della Lega in consiglio di Municipalità di Favaro, terraferma veneziana, nonché segretario nazionale del sindacato Failms (e padre del deputato Alex). Sotto accusa un volantino che accosta il Green pass alla Shoah, con tanto di foto di un ebreo con il braccio tatuato. Pare che Bazzaro si sia informalmente giustificato dicendo di non essere stato lui ad attaccare il volantino incriminato nella bacheca sindacale dell'azienda Leonardo, a Tessera, di certo, però, non ha preso le distanze dallo scritto. Non essendosi dissociato, il suo caso è stato trasmesso al federale. E c'è chi giura che in via Bellerio si discuterà anche della durata della sua militanza, che, secondo alcuni, sarebbe inferiore ai 10 anni.
Il dato singolare è che su questi tre casi il direttivo della Liga veneta ha trovato una quadra, pur, appunto, avendo sensibilità diverse sulla politica nazionale salviniana. Unanime, infine, il verdetto per 14 (ora ex) leghisti candidati in liste di opposizione al partito: tutti cancellati. Ma, appunto, tutta questa unanimità ha riguardato i provvedimenti disciplinari. Non la linea del partito.