Strada e la "sua" Venezia, il sindaco Brugnaro: «Faremo in città il museo che tu sognavi»

Venerdì 13 Agosto 2021 di Redazione Web
Strada e la "sua" Venezia, il sindaco Brugnaro: «Faremo in città il museo che tu sognavi»
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Gino Strada, scomparso oggi, 13 agosto, a 73 anni, nel 2006 aveva deciso di prendere una casa a Venezia lasciando Milano: viveva in uno stabile agli Ormesini anche se per la sua attività con Emergency era più in giro per il mondo che a casa.

Gino Strada, il messaggio della figlia Cecilia: «È morto senza di me, ero a salvare vite come mi ha insegnato»

E quanto fosse apprezzato nella "sua" Venezia lo dimostrano i messaggi subito giunti da sindaco, governatore veneto e altre personalità della vita soviale lagunare e mestrina.

Brugnaro: «Continueremo il tuo progetto»

«Ciao Gino, qualche mese fa mi avevi proposto di realizzare qui a Venezia, insieme a Emergency, il museo contro la guerra in collaborazione con Hiroshima. Oggi, come allora, ti rinnovo l’impegno mio e di tutta la Città nel portare avanti questo progetto.

Una persona competente, coraggiosa e determinata» è il saluto social del sindaco Luigi Brugnaro. E 

Zaia: «Lascia un segno nella storia»

Per il presidente veneto, Luca Zaia «oggi  abbiamo perso una persona assolutamente motivata nel fare della sua vita una vera missione nella cura dei più deboli e nel contrasto alle fragilità sociali. Lo spessore del suo impegno umanitario ne ha fatto un personaggio del mondo intero, ma ci piace ricordarlo anche come parte della nostra comunità veneta, colui che ha scelto Venezia come residenza e come sede di alcune importanti attività della sua organizzazione. Ho avuto la fortuna e il piacere di conoscerlo e incontrarlo più volte, l’ultima eravamo già in piena pandemia, non posso dimenticare come lo ho trovato provato e coinvolto emotivamente per quanto il contagio stava producendo sui più deboli e sulle categorie più fragili. Con lui, la cui organizzazione ha ambulatori medici a Marghera, abbiamo anche avuto modo di mettere in campo alcune iniziative per assicurare corrette possibilità di cura anche agli emarginati». Gino Strada «lascia un segno nella storia — conclude Zaia — come medico e come modello dell’uomo pronto ad impegnarsi e non risparmiarsi in prima persona per quello in cui crede. Ricorderemo sempre il lavoro che ha svolto e che proseguirà nell’opera dei tanti professionisti che lo hanno affiancato in questi anni condividendone la missione. Invio a sua figlia e a tutti i familiari i sentimenti di vicinanza e a lui un pensiero».

La Biennale 

«Salutiamo con grandissima commozione Gino Strada, lo ricordiamo con lo scatto che lo ritrae alla Biennale Cinema 2019 durante il Photocall di Beyond Beach Film, il documentario di Graeme Scott e Buddy Squires che racconta il lavoro quotidiano di Emergency». La Biennale di Venezia ricorda su twitter Gino Strada.

Viola: «Ha onorato la medicina come nessuno»

L’immunologa Antonella Viola saluta Strada su Facebook. «Ci sono uomini e donne che vivono vite immense, Gino Strada è stato uno di questi. Non ho molte parole per esprimere quello che provo adesso. C’è dolore, certamente, ma il sentimento che prevale è la gratitudine. Gratitudine verso un uomo che ha vissuto per gli altri, per alleviare il dolore degli ultimi della terra, portando il coraggio e l’amore nei luoghi più difficili del mondo, quelli da cui tutti scappavano. Un uomo che ha onorato la medicina come nessuno. Ti ringrazio, Gino, per il bene che hai fatto al nostro mondo, per l’entusiasmo e la stanchezza, per la durezza e la compassione, per la schiettezza e la tenacia, per averci trasmesso il coraggio e mostrato la direzione. Il mio pensiero ora è per Cecilia, sulla nave ResQ, che, seguendo le orme del padre, porta il coraggio nel mediterraneo, anche lei per salvare le vite degli ultimi. Ti abbraccio, Cecilia. Come senz’altro sai bene anche tu, chi ha vissuto per gli altri, non muore mai».

Bettin: «Non ci sono parole per dire il dolore»

Gianfranco Bettin, ex assessore comunale e oggi consigliere comunale Verde progressista, ricorda il primo incontro con Gino Strada. «Era il 1994 ed Emergency era appena stata fondata quando l’abbiamo presentata a Venezia, presenti Gino e Teresa (la moglie, mancata alcuni anni fa), con Massimo Cacciari da poco sindaco: da allora il legame tra la città ed Emergency è stato sempre più stretto, consolidato dall’apertura del poliambulatorio a Marghera, il primo in Italia e punto di riferimento necessario per molte persone che hanno bisogno di cure e sostegno, e della grande sede dell’organizzazione alla Giudecca. Di Venezia, Gino era diventato cittadino, ci aveva preso casa e ci veniva quando non era in giro per il mondo a salvare vite dalle guerre in corso in troppi paesi. Teneva in casa, appesa a una parete, una bella riproduzione del planisfero disegnato dal geografo camaldolese Fra Mauro a metà del quattordicesimo secolo (e conservato alla Marciana), testimonianza di una Venezia che guarda al mondo intero, quello allora noto, tra Eurasia, Mediterraneo e Africa. Uno sguardo ampio e aperto, che era il suo stesso e che, in Gino, era animato da uno spirito di giustizia, una passione umana e una forza morale e pratica senza paragoni. Non ci sono parole per dire il dolore, per dire il vuoto che lascia in chi l’ha conosciuto, in chi lo ha ammirato anche solo da lontano, che lascia nel mondo ferito e in fiamme in cui, soprattutto, di persone come lui e come Teresa, e di Emergency, creatura loro e di chi ne ha condiviso l’impegno e la via, c’è bisogno oggi più che mai».

 «Buon viaggio Gino» scrive infine la Cgil del Veneto che ne ricorda le parole: «Io non sono pacifista. Io sono contro la guerra». 

Per i Tre Oci, la casa della fotografia della Giudecca, vicini di casa di Emergency «la scomparsa di Gino Strada è una bruttissima notizia per Venezia e per il mondo intero. Venezia ti sarà sempre grata per il bene che hai saputo fare e per quanti lo faranno ancora grazie a Emergency».

Ultimo aggiornamento: 21:52 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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