Galan in permesso alla Camera:
«Non merito la decadenza», ma
la giunta vota per l'espulsione

Giovedì 7 Aprile 2016
Giancarlo Galan
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Oggi Giancarlo Galan è tornato a Roma: l'ex presidente e "doge" del Veneto è arrivato alla Camera per partecipare alla seduta pubblica della giunta delle elezioni di Montecitorio, convocata per il voto sulla sua decadenza.
Dopo aver lasciato la parola a Galan, che ha sostenuto di
«non meritare la decadenza», la giunta della Camera ha votato per la decadenza da deputato per «cause sopraggiunte di ineleggibilità».

favore della decisione della decadenza da deputato dell'ex governatore Giancarlo Galan hanno votato tutti i gruppi tranne Ala e Fi. Area popolare si è astenuta. Lo riferisce il deputato di Ala Ignazio Abrignani. Ora l'ultima decisione spetta all'aula di MontecitorioSe Galan dovesse essere dichiarato definitivamente decaduto, Dino Secco, ex vicepresidente della Provincia di Vicenza, dovrebbe subentrare al suo posto: Secco infatti è il primo dei non eletti di Fi alle politiche 2013 nella circoscrizione Veneto 1.

IL PERMESSO DEL TRIBUNALE PER PARTECIPARE
​Ieri il Tribunale di sorveglianza di Padova ha autorizzato il deputato a lasciare temporaneamente il villino di Rovolon dove è sta trascorrendo la detenzione domiciliare nell'ambito dello scandalo Mose: erano due anni che Galan non metteva piede a Roma.

GALAN: «NON MERITO LA DECADENZA»
Questa seduta è particolarmente importante per Giancarlo Ganal: oggi, difatti, parla e difende "il suo posto" tra i deputati. La difesa è strettamente legata alla retroattività o meno della legge Severino«Non mi aspettato la decadenza da deputato come conseguenza del patteggiamento - ha affermato - perché mi fidavo delle parole del ministro Orlando che aveva detto che la legge Severino non si applica al caso Galan». Galan ci tiene a ricordare di «non essere mai stato interrogato» e dunque di non aver potuto difendersi e come questa sia la prima volta in cui può spiegare le proprie ragioni. «Vi ringrazio per avermi ascoltato perché è la prima volta che mi viene data la possibilità -ha rimarcato Galan- di difendermi. Non avevo alternative al patteggiamento della pena, ma non mi sono pentito, né considero un errore aver patteggiato, sono semplicemente stato costretto a farlo. Anche nelle forme migliori, l'esperienza del carcere è devastante, ti cambia la prospettiva».


«VOGLIO SOLO UN PROCESSO "VERO"»
«È stato devastante per la mia famiglia e anche fisicamente: in 70 giorni sono dimagrito 22 chili. Qualcuno potrà dire che mi avrà fatto bene -dice con una battuta l'ex governatore- ma tutti questi chili in poco più di due mesi... sono venuto qui contro la volontà degli avvocati e dei medici ma volevo dire quel che pensavo. Come vedete mi sono fatto accompagnare da un dottore...», visto che «non sono stato mai interrogato né da un pm né da un giudice. Sì, ho avuto l'interrogatorio di garanzia ma che garanzia c'era se io non sapevo e non potevo difendermi da ciò che mi accusavano? Ecco perché sono qui a chiedere disperatamente un processo vero».
Ultimo aggiornamento: 19:42 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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