Rocchetta in cella, studia ungherese
per poter parlare con un detenuto

Giovedì 3 Aprile 2014
Franco Rocchetta
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VENEZIA - «L'ho trovato di buon umore, rideva, scherzava, ha letto tutte le pagine dell'ordinanza e ha detto che magari può aver commesso delle ingenuità e che gli inquirenti hanno frainteso qualcosa, ma per il resto gli veniva da ridere».



Lo dice Diego Bottacin, consigliere regionale del Veneto, che ha incontrato in carcere l'ex sottosegretario e senatore Franco Rocchetta, arrestato nell'operazione della procura di Brescia contro gli indipendentisti. «È riuscito - dice Bottacin a "La Zanzara", che ha diffuso una nota - a portare in cella un libro, ma ha chiesto un dizionario ungherese perché uno dei suoi compagni di cella viene dall'Ungheria e vuole parlarci bene». «Un po' di slavo e arabo lo conosco - riferisce Bottacin delle parole di Rocchetta - quindi riesco a parlare coi miei compagni di cella».



«Ha detto - riferisce Bottacin - di aver parlato con i carabinieri durante l'ultimo comizio e ha detto ai militari che lui lavora per una transizione pacifica verso l'indipendenza». «Non mi è sembrato molto preoccupato nel merito - aggiunge il consigliere regionale - e quando gli ho raccontato della solidarietà di molti leghisti ha voluto precisare di essere stato lui a lasciare la Lega e di non essere mai stato cacciato».
Ultimo aggiornamento: 19:04 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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