Trento, festival dell'Economia: si parlerà di Pnrr, Irpef, parità di genere e del perché la globalizzazione è diventata impopolare

A confronto 20 economisti internazionali e 30 manager di altrettante multinazionali

Giovedì 2 Giugno 2022 di Michele Di Branco
Trento, festival dell'Economia: si parlerà di Pnrr, Irpef, parità di genere e del perché la globalizzazione è diventata impopolare

Dal Pnrr, alla globalizzazione dell’economia in tempi di guerra, fino alla parità di genere e la cybersecurity. Saranno molti i temi che verranno affrontati a partire da oggi al Festival dell’Economia di Trento. Al Piano di ripresa e resilienza sono dedicati ben sei appuntamenti a meno di un mese dalla scadenza-verifica del 30 giugno. Il conflitto Russia-Ucraina riaccende poi un faro sulla catena internazionale del valore, rimodulando le idee e le teorie del commercio internazionale.

Anche il ruolo dell’Unione europea è cambiato. L’obiettivo dell’evento è mettere a punto una tavolozza di proposte da presentare alle istituzioni. 

Tasse locali - Il nodo Irpef sul tavolo dei Comuni

l sindaco sbaglia i bilanci e a pagare sono i cittadini con le tasse. Il fisco federale comincia a fare acqua. L’ultima legge di bilancio ha permesso di sforare con l’Irpef comunale il tetto nazionale dell’8 per mille a Napoli, Torino, Palermo e Reggio Calabria, città oggetto dei Patti con il governo per il risanamento dei conti. E nel decreto Aiuti l’opzione Irpef in deroga (o in alternativa un aumento di almeno due euro della tassa portuale d’imbarco) si allarga a tutti i capoluoghi di Provincia che abbiano, nei rendiconti 2020, un deficit oltre i 500 euro ad abitante o un debito sopra i mille euro pro capite. La stangata dovrebbe riguardare almeno 6,5 milioni di italiani e dunque 4,5 milioni di contribuenti si preparano a al salasso di Roma quando nel 2010, per evitare il fallimento della Capitale, il governo Berlusconi chiuse il debito del Campidoglio nella gestione commissariale da finanziare con la super-addizionale Irpef e la tassa d’imbarco a Fiumicino e Ciampino.

Il commercio - L'Ucraina acceleratore della regionalizzazione

Archiviata la guerra fredda, la geopolitica appariva ormai come una materia all’attenzione di pochi esperti. Ed invece l’aggressione russa all’Ucraina ha fatto sbarcare questa disciplina nei tg di prima serata, nei talk show e nelle conversazioni comuni. La guerra, nei fatti, non solo ha accorciato la supply value chain, la catena internazionale del valore, ma ha rimodulato le idee e le teorie del commercio internazionale. L’opinione più diffusa, soprattutto alla luce della crisi energetica prodotta dalle ostilità, è che sarebbe meglio non essere dipendenti da Paesi potenzialmente ostili. La pandemia prima e poi la guerra hanno scardinato la convinzione che il commercio internazionale senza confini e con pochi vincoli sia la strada maestra per aumentare la ricchezza e sconfiggere la povertà. Globalizzazione è diventato un termine “impopolare” che nessun politico si azzarda a proporre nei programmi elettorali. L’invasione dell’Ucraina potrebbe, dunque, segnare una svolta verso la regionalizzazione. Non si tratta più di incoraggiare il libero scambio ma di garantirne la stabilità tra Stati che condividono una visione politica comune.

Gli obiettivi - Il parterre delle idee tra Sud, transizione green e digitale

Pnrr al centro del Festival dell’Economia di Trento. Al piano di ripresa e resilienza del nostro Paese sono dedicati ben sei appuntamenti, a meno di un mese dalla scadenza del 30 giugno entro la quale dovranno essere conseguiti altri 45 traguardi e obiettivi. Si parte domani, venerdì 3: di Pnrr e Mezzogiorno discuteranno tra gli altri Luca Bianchi (Svimez) e Claudio De Vincenti (Merita). L’incrocio tra obiettivi sulla transizione ecologica e nuove emergenze sono al centro dell’intervento del ministro Cingolani (sempre domani) e del dibattito (il giorno successivo) con Franco Bernabè (Acciaierie d’Italia), Maria Cecilia Guerra (Mef), Luigi Paganetto (Università Tor Vergata) e Davide Tabarelli (Nomisma Energia). Sabato si parlerà anche del rapporto con i territori e si farà un bilancio di obiettivi e criticità con il ministro Giovannini, Roberto Garofoli, sottosegretario a Palazzo Chigi, e Antonio D’Amato (Fondazione Mezzogiorno). Infine domenica sarà la volta dell’altra missione del Pnrr, la transizione digitale: sul ruolo delle tlc e delle tecnologie di nuove generazione si soffermerà l’ad di Tim Pietro Labriola.

Parità di genere - Un business che vale il 2,5% del Pil globale

La parità di genere è tra i punti più importanti nell’agenda del Pnrr. E questo perché, oltre ad ovvie ragioni di civiltà, lo sviluppo delle opportunità di lavoro e di carriere per le donne è un vantaggio per l’economia. L’Ocse stima che nei prossimi sei anni il Pil mondiale potrebbe aggiungere due punti e mezzo se dimezzassimo il gap di partecipazione delle donne nei luoghi di lavoro. Le agende politiche hanno ormai da anni fra i principi strategici di sviluppo futuro la parità di genere, che si parli di Europa o dei singoli Paesi. L’Italia, dove circa il 50% delle donne è disoccupata, non fa eccezione e le proposte in questa direzione si moltiplicano e sempre più riescono a diventare realtà. «La direzione che come Paese e come governo abbiamo scelto di percorrere è piuttosto chiara: serve liberare il potenziale delle donne per tornare a crescere» spiega la ministra per le Pari Opportunità e la Famiglia Elena Bonetti.

Ultimo aggiornamento: 09:32 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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