Indennità pagate anche in ferie: vittoria-bis dei ferrovieri veneti

Dopo i macchinisti, il Tribunale del lavoro accoglie il ricorso di 16 capitreno: 30 euro in più in busta paga

Domenica 24 Luglio 2022 di Raffaella Ianuale
Indennità pagate anche in ferie: vittoria-bis dei ferrovieri veneti

VENEZIA - Per la seconda volta i ferrovieri veneti ricorrono contro Trenitalia Spa e per la seconda volta, in primo grado, ottengono una sentenza a loro favore. Dopo i macchinisti anche chi ha la mansione di capotreno ha ottenuto il riconoscimento del pagamento delle indennità durante il periodo di ferie, cosa che finora non avveniva. In busta paga quindi riceveranno le voci variabili della retribuzione legate alla loro funzione pure durante i giorni trascorsi in vacanza: tradotto in euro gli spetta una media di 30 euro al giorno, invece degli attuali 4.50 euro, oltre allo stipendio base. Lo ha stabilito il giudice della sezione controversie di lavoro del Tribunale di Venezia nella sentenza che riguarda sedici capitreno veneti che hanno presentato ricorso contro Trenitalia Spa.

Come i loro colleghi addetti alla guida del treno, questi sedici ferrovieri, almeno nel primo grado di giudizio, si sono visti riconoscere cifre arretrate che vanno mediamente dai settemila ai ventimila euro. La sentenza emessa dal giudice Barbara Bortot è la prima di questo tipo nel territorio regionale e apre la strada al migliaio di capitreno in servizio in Veneto, ma di fatto anche a tutti i colleghi con analoghe mansioni nel resto d'Italia. Ricordiamo che il personale mobile, tra capitreno e macchinisti, dipendente di Trenitalia Spa ammonta a 1.600 ferrovieri in Veneto e a 12mila a livello nazionale.


IL PRECEDENTE
I primi a presentare ricorso per non ritrovarsi con lo stipendio decurtato durante le ferie erano stati quindici macchinisti veneti che lo scorso maggio si erano visti riconoscere la retribuzione di parte delle indennità in una sentenza emessa, anche in questo caso, dalla sezione lavoro del tribunale di Venezia. Ora hanno ripercorso la stessa strada, sempre difesi dagli avvocati veneziani Ivana Blonda e Beniamino Nordio, i capitreno ed hanno ottenuto la prima sentenza che ha dato loro ragione.
Chi fa il capotreno si è quindi visto riconoscere dal giudice l'indennità di scorta del treno, che consiste nell'essere il responsabile della sicurezza durante il viaggio, l'indennità di riserva, che riguarda quei servizi in cui devono essere a disposizione in caso di necessità, e infine è stata accolta anche l'indennità di fare il biglietto a bordo del convoglio. Si tratta quindi delle cosiddette Iup (Indennità utilizzazione professionale) legate alla specifica funzione di questi ferrovieri. Non è invece stato riconosciuto il lavoro in orario notturno e nei giorni festivi perché non rientra nelle attività legate in modo specifico alla mansione del capotreno.


COSA HANNO OTTENUTO
Il giudice ha quindi in parte accolto le richieste dei ferrovieri ricorrenti, riprendendo un pronunciamento della Corte di Giustizia Europea secondo cui la retribuzione delle ferie annuali deve essere calcolata, in linea di principio, in modo tale da coincidere con la retribuzione ordinaria del lavoratore. Questo perché, prosegue il giudice del tribunale veneziano, una diminuzione della retribuzione potrebbe dissuadere il lavoratore dall'esercitare il diritto alle ferie. Considerato che ai sedici capitreno del Veneto è stato riconosciuto il diritto retroattivo a partire dal 2012, alla fine avranno il diritto di ricevere gli arretrati per gli ultimi dieci anni di lavoro.
«Ci fa piacere - dicono gli avvocati Ivana Blonda e Beniamino Nordio, di Studiumlavoro di Marghera - che, grazie all'approfondimento della normativa comunitaria e nazionale, siamo riusciti a far ottenere anche ai capitreno il giusto riconoscimento economico per il fondamentale diritto alle ferie».
 
 

Ultimo aggiornamento: 25 Luglio, 13:42 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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