Pescati nel lago di Garda, destinati a essere consumati nei ristoranti del centro Italia, in particolare Perugia e Viterbo per Ferragosto. Peccato che l’origine e la destinazione di nove quintali di prodotti ittici (pesce persico e lavarello) fosse nota al conducente del furgone ma non fosse testimoniata da alcun documento di trasporto o di tracciabilità delle filiera. Alle Fiamme gialle della compagnia di Chioggia, che hanno fermato il furgone, l’altro ieri, lungo la Statale Romea, non è rimasto che elevare la sanzione all’autista, italiano, che guidava il veicolo. I controlli della guadia di finanza sulla filiera alimentare sono stati intensificati in questi giorni che precedono il momento clou dell’estate, il Ferragosto, appunto che vede un netto incremento del consumo di prodotti ittici sia nei ristoranti che nelle famiglie. Il furgone in questione è stato fermato, quindi, per un controllo di routine ed era risultato contenere quasi una tonnellata di pesce, accuratamente impachettato in contenitori di polistirolo. Lo stesso vano di carico era coibentato in modo da garantire una buona conservazione del prodotto. Peccato che mancasse la documentazione.
Il conducente ha spiegato il percorso del prodotto, ma ciò non è bastato a salvarlo dalla sanzione amministrativa prevista per questo tipo di violazione, che può arrivare a 4500 euro. Tutto il prodotto sequestrato è stato posto a disposizione delle autorità sanitarie per successivi accertamenti.
Ultimo aggiornamento: 22:02
© RIPRODUZIONE RISERVATA Il conducente ha spiegato il percorso del prodotto, ma ciò non è bastato a salvarlo dalla sanzione amministrativa prevista per questo tipo di violazione, che può arrivare a 4500 euro. Tutto il prodotto sequestrato è stato posto a disposizione delle autorità sanitarie per successivi accertamenti.