«Regionali 2023, Fedriga come Zaia farà una sua lista e Fratelli d'Italia sarà con lui»

Venerdì 4 Febbraio 2022 di Camilla De Mori
Fabio Scoccimarro

«Siamo come i surfisti che devono cavalcare l'onda della rivoluzione culturale in campo ambientale. Ma stando sempre attenti a non cadere in acqua». Fabio Scoccimarro cita Un mercoledì da leoni per raccontare l'avventura della legge-manifesto Fvgreen e del suo assessorato che mira ad un «ambientalismo dal volto umano», come dice, con un prestito da Francesco Giubilei. No al partito del no a tutti i costi. Grandi opere anche sì, «ma magari in modo intelligente». Se sul fotovoltaico è convinto di «essere nel giusto», sul nucleare e sulle dichiarazioni di Bini, Scoccimarro mette i puntini sulle i ma, assicura, «nessuna frizione».
Quali sono le sue priorità quest'anno?
«Stiamo mettendo in piedi la legge Fvgreen: a settimane la portiamo a casa. Non vogliamo penalizzare le aziende con ecotasse inutili».
Come evitarle?
«Per esempio, diamo i soldi a ristoranti e bar per comprare materiali di carta. Fino a mille euro».
Su quanti fondi potrà contare?
«Ha una dotazione minima di 2 milioni. È l'inizio. Poi, con l'assestamento metteremo altre risorse. E con il progetto Noemix quest'anno compreremo oltre 500 macchine elettriche per la pubblica amministrazione. Ma non ci sono abbastanza colonnine di ricarica e quindi nel bando ci saranno anche i fondi per questo. Una parte sarà sul tetto dei parcheggi dell'aeroporto che sarà il primo internazionale ad autosufficienza energetica».
Come procederete con gli ecoincentivi per le auto?
«Abbiamo erogato 22 milioni per il 2019, il 2020 e la coda del 2021. Quando sono arrivato la legge già esisteva e dava circa 500mila euro l'anno. Poi, siamo stati tutti presi in contropiede dal boom delle ibride. Abbiamo sforato tutti i tetti di spesa. Per il futuro dobbiamo capire come fare. Ormai su questo prodotto non c'è più nulla da incentivare».
Toglierete i contributi?
«Faremo una riflessione e andremo a verificare se questa è una priorità».
Fotovoltaico, come se ne esce?
«Abbiamo dato in mano la pratica all'Avvocatura e vediamo come va. Noi siamo convinti di essere nel giusto. Siamo favorevoli a questo tipo di energia pulita. Basta che non venga penalizzato il terreno agricolo. Nievo diceva che siamo un piccolo compendio dell'universo, perché rovinarlo? Prima utilizziamo tutte le aree demaniali militari dismesse, i tetti delle fabbriche... So che è comodo creare ettari su ettari intorno a Pavia di Udine ma poi questi poveri abitanti si trovano circondati dai pannelli. Non possiamo fare tutti gli impianti della regione intorno a 3-4 comuni».
Gli ambientalisti hanno criticato le opere sul But, con la creazione di un canale al centro dell'alveo.
«Premesso che io lezioni di ambientalismo non le prendo da nessuno, gli alvei dei fiumi vanno sghiaiati senza se e senza ma. Spiace per gli alberi. Ma altrimenti, alla prima piena, verrebbero sradicati».
Le polemiche sulle casse di espansione?
«Le casse di espansione non si faranno. È stato un refuso nel piano alluvioni. Un anno fa lo abbiamo bocciato assieme al collega del Veneto. Per un refuso hanno inserito le nostre modifiche ma non hanno tolto le vecchie e così veniva fuori che si sarebbero fatte sia le opere di laminazione sia le casse. Una cosa incompatibile. Abbiamo informato gli organismi nazionali. Il Dpcm del presidente del Consiglio dei ministri non conterrà più le casse».
Sui rifiuti, a Udine il Comune ha rivisto in parte la scelta del porta a porta introducendo in alcuni casi le isole ecologiche. Secondo lei è stato un errore?
«A Udine avranno fatto un esperimento e la ciambella non sarà uscita perfetta con il buco e adesso staranno facendo un altro esperimento. Non ci vedo nessuna tragedia».
A proposito di nucleare, che dice delle dichiarazioni di Bini?
«Io con Bini vado d'accordo. Forse andava letto e specificato un po' meglio. Ho partecipato alla campagna referendaria contro l'energia nucleare e le vecchie centrali a fissione. Forse il mio collega si riferiva alle nuovissime centrali di ultima generazione che sono allo stato sperimentale: ce ne sono 4 nel mondo, in Inghilterra, Giappone, Usa e Cina. Piccole centrali di 300 Megawatt che non lasciano residui. Poi ci sarà lo studio, ma chissà quando, perché sono già 10 anni che se ne parla, sul nuovo nucleare a fusione pulito. Non ho pregiudizi verso quel tipo di nucleare. Ma finché non dimostrano che non lasciamo eredità pesanti ai nostri figli e nipoti, lasciamo che gli scienziati facciano il loro lavoro».
Nessuna frizione con Bini?
«Mai. Sempre avuto un ottimo rapporto. Ovviamente, quando le dichiarazioni si fanno interpretare, hanno fatto capire che potevano esserci delle frizioni. Ognuno ragiona con la sua testa. Ma d'altra parte siamo una coalizione. Se così non fosse saremmo tutti dello stesso partito».
Cosa ne pensa della lista di Fedriga?
«Ho un rapporto speciale con lui, che viene da lontano. Ha dimostrato di essere un politico di altissimo livello e come lui l'amico Luca Zaia. È normale che essendo loro un valore aggiunto per il loro partito e per la coalizione monetizzino elettoralmente questo valore aggiunto. Zaia ha fatto un risultato eccezionale e ritengo che lo stesso possa fare Fedriga in Fvg. Di fatto, però, all'epoca, nel 2018, Progetto Fvg, con quella veste grafica era dal punto di vista subliminale la lista del presidente. Ritengo che dopo l'esperienza più che positiva di Fedriga, sia lo sbocco naturale per permettere di fissare il successo del 2018 e - perché no? - di migliorarlo, come auspico che migliori anche FdI e diventi come a Trieste il primo partito della coalizione».
 

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