Ex Popolari, una crisi che potrebbe finire con il colpire il premier Renzi

Venerdì 25 Novembre 2016 di Maurizio Crema
Ex Popolari, una crisi che potrebbe finire con il colpire il premier Renzi
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Un crollo sociale che rischia di gettare ombre sulle prossima generazione e può avere potenziali conseguenze politiche in vista del referendum del 4 dicembre.
Il Financial Times, il quotidiano britannico economico leader in Europa, racconta in un reportage di Rachel Sanderson la fine di un abbraccio, cioè di un modello imprenditoriale fondato sugli stretti legami tra Pmi e i suoi istituti di riferimento locali: Veneto Banca e Popolare Vicenza. Il Financial Times ricorda che le stime di Unioncamere Veneto prevedono un crollo del Pil regionale di almeno il 3,4% per questanno dopo l'azzeramento delle azioni delle due banche, passate in un anno e mezzo da 62,5 e 40 euro a 10 centesimi polverizzando 10 miliardi di risparmi in azioni. Ma «il dramma in Veneto solleva questioni su accuse di corruzione e lassismo nella supervisione» di Consob e Banca d'Italia. Il quotidiano intervista diversi soci delle banche, dal produttore di prosecco Paolo De Bortoli all'imprenditore Dino De Longhi, racconta delle azioni baciate (cioè i finanziamenti dei due istituti per comprare titoli delle banche stesse, in totale ammonterebbero a 1,4 miliardi) e avverte: «Le strette relazioni delle banche con i consumatori hanno portato a confortevoli pratiche bancarie. Un fallimento della governance che richiede un'ampia pulizia del sistema, anche più degli sforzi del fondo Atlante». Ora, conclude il reportage del Ft (nel gennaio scorso aveva scritto di Zonin paria il Wall Street journal), «in Veneto c'è una rabbia palpabile contro politici e istituzioni» dove «una generale perdita di fiducia viene riflessa nella base dei depositi in via di erosione delle banche», a cui si aggiunge il rischio che 3mila addetti potrebbero essere lasciati a casa in caso di fusione tra VB e Vicenza. Questo, secondo il Ft, «ha anche potenziali conseguenze politiche sul voto nel referendum costituzionale il 4 dicembre, che minaccia di scalzare Matteo Renzi».
E mentre il Veneto sta ancora cercando il modo per affiancare le migliaia di imprese senza più garanzie dopo il crollo delle azioni popolari in loro possesso, la giunta regionale del Friuli Venezia Giulia ha approvato la delibera che destina 2 milioni di euro ai Confidi regionali per il sostegno alle imprese con sede o unità operativa in Fvg coinvolte nella crisi di Veneto Banca e Vicenza. Il vicepresidente della Regione Sergio Bolzonello: «Le risorse saranno destinate alla costituzione da parte Confidi di un apposito fondo rischi indisponibile dedicato esclusivamente alla concessione delle garanzie a favore delle imprese regionali coinvolte nella crisi dei due istituti».
S'accende il dibattito sui rimborsi agli azionisti che potrebbero scattare entro metà dicembre (si parla di 600 milioni complessivi). Si delinea un meccanismo complesso che potrebbe riguardare pagamenti a scaglioni: una cifra parte subito e poi il resto tra 5 e 10 anni. Franco Conte del Codacons Veneto consiglia: Non prendete sul serio le notizie su possibili rimborsi al 10/15%. Qui si parla di acquisti nulli.
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