Gardini: «Fi moribonda,Tajani becchino Schiaffi al Nord, i caporaletti un male»

Sabato 13 Aprile 2019 di Mauro Giacon
Elisabetta Gardini
4
PADOVA «Non ci sto. Vado via». Elisabetta Gardini, eurodeputato di Forza Italia dal 2008 e capo delegazione a Strasburgo, ha annunciato che lascia il partito. La decisione segue i suoi tormenti sulla candidatura alle europee. Forza Italia infatti ha stretto un accordo con la Sud-Tiroler Volskpartei che sostiene il candidato Herbert Dorfmann nel collegio Nordest. Questo significa che in base alla tutela delle minoranze se raggiungesse (e lo farà facilmente) almeno i 50 mila voti, verrebbe eletto lui per primo. Forza Italia però dovrebbe superare il 12 per cento per avere il secondo seggio, appannaggio della Gardini, tolto Berlusconi capolista. Impresa quasi impossibile.
Uno schiaffo al partito?
«Se perdiamo quello che potrebbe essere il nostro unico rappresentante nel territorio del nordest non esisteremo più. E farlo per cercare di ottenere uno 0,3 per cento in più al Sud è il suicidio».
Perché Fi stima di avere un seggio in più con i resti al Sud?
«È la linea di Tajani ma gli ho spiegato che è perdente. E poi questo partito è nato nel nord, che è la sua culla. Come si può fare una cosa del genere? Chi lo andrà a votare? Quelli della Lega e Sernagiotto dei Conservatori e riformisti lo stanno già sottolineando. Regaleremo il seggio per l'impero austro-ungarico? E poi in nome di che cosa? Gli altri hanno già detto che si tratta solo di un patto tecnico e non politico. Mani libere dal giorno dopo. Insomma siamo un taxi. Invece il nordest non avrà più un rappresentante nel Ppe che sarà sempre più di centrodestra e meno cristiano social-democratico come vuole Tajani».
Colpa del presidente dell'europarlamento che è anche vicepresidente del partito?
«Certo. Ad esempio arroccarsi al sud è un altro errore tecnico. Così come sminuire l'autonomia come fa la Carfagna. Siamo all'agonia e il presidente Berlusconi non la merita davvero per quello che ha fatto».
Poteva confrontarsi?
«Non esiste un luogo di confronto. Ho provato in tutti i modi. Ma così buttiamo a mare anche il lavoro di militanti, giovani, amministratori locali, sindaci, di tutte le persone che potrebbero riallacciare i contatti con i nostri territori e invece sono stati umiliati e hanno lasciato. Così siamo distanti dagli elettori e imbellettati in televisione».
Che futuro può avere un partito come questo?
«Nessuno. Tajani è il becchino di Forza Italia. La seppellirà con le europee. Ha tradito la fiducia di Berlusconi raccontandogli qualcosa che non c'è più e ora ha preteso che non si candidasse al centro Italia e non accettasse la Mussolini. Farà crollare il quorum e questo sarà il suo secondo disastro dopo le liste del 4 marzo».
Ma qual è il male oscuro di Fi?
«I caporaletti-capi di cui la gente ha paura, perché pensano che possano far del male. Non c'è lealtà in questi esseri nè riconoscenza verso Berlusconi, troppo buono. Ma siccome il caporaletto-capo ha deciso così non resta che bisbigliarsi il disagio nelle orecchie. Ma io non sono fatta così».
Qualcuno dice che se ne va perché non aveva la certezza della rielezione...
«Un momento. Queste sono elezioni che si vincono con le preferenze, non c'è niente di scontato. Io qualcuna ne avrei portata (67mila nel 2014) perché lavoro per il territorio.
Può tradurre il senso del suo lavoro?
«Ho sempre cercato come capogruppo di non esser mai connivente con persone e forze che tentassero di mortificare la forza e il ruolo del nostro Paese. Quella linea non c'è più, sostituita da una accettazione critica e supina di decisioni prese da altri in altre capitali senza consultare l'Italia o addirittura contro, a volte».
Che farà? Si parla di una sua adesione a Fratelli d'Italia o alla Lega...
«Guardi ho dato 15 anni della mia vita a Forza Italia lasciando un lavoro che mi piaceva. Adesso sono una convalescente. Ci vorrà del tempo».
Che cosa rimpiange del partito che ha conosciuto?
«Mia madre che nel 94 andò in giro con il bandierone a fare il carosello in auto. Ecco quello che voleva dire essere un partito popolare».

    
© RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci