Centrodestra veneto: Liga "costretta" a lasciare un seggio ai centristi

Mercoledì 24 Gennaio 2018 di Alda Vanzan
Antonio De Poli
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VENEZIA - In Veneto la Lega cede un posto ai centristi di Flavio Tosi ed Enrico Zanetti. E così il rapporto di forze tra alleati del centrodestra passa da 17-9-2-0 a 16-9-2-1. Sedici collegi uninominali per il Carroccio, 9 per gli azzurri, 2 per Fratelli d'Itala, 1 per i centristi di Noi con l'Italia. La decisione è stata assunta a Roma al tavolo nazionale e, ovviamente, in Veneto ha fatto infuriare i leghisti. Che sperano, non si sa con quante possibilità, di rivedere i conteggi.

Da quanto si apprende, il posto recuperato in Veneto per i centristi della cosiddetta Quarta Gamba dovrebbe essere assegnato ad Antonio De Poli, 57 anni padovano, presidente dell'Udc - che appunto ha portato in dote lo scudocrociato alla nuova formazione - nonché questore a Palazzo Madama nella legislatura che si è appena conclusa. De Poli avrebbe battuto così la concorrenza del veneziano Enrico Zanetti e del veronese Flavio Tosi, sui quali, soprattutto Tosi che peraltro non disdegna di attaccare pressoché quotidianamente Salvini, c'era il veto dei leghisti. Tra l'altro sia Tosi (che in Veneto correrà nel proporzionale) che Zanetti avevano sostenuto il referendum costituzionale del 4 dicembre 2016 dell'allora premier Matteo Renzi, mentre De Poli aveva votato no. E anche questo avrebbe giocato a favore dell'esponente dell'Udc.

A sentire tre dei quattro alleati del centrodestra e cioè Forza Italia, Fratelli d'Italia e Noi con l'Italia, la partita sui numeri sarebbe definitivamente chiusa. La Lega, ovviamente, spera in ripensamenti, tanto più che il nodo della Regione Lazio - dove oltre a Maurizio Gasparri (Fdi) e Fabio Rampelli (Fdi) nelle ultime ore è entrato in ballo per la candidatura a governatore il leader di Energie per l'Italia, Stefano Parisi - potrebbe riaprire i giochi. Di sicuro vi è che i locali veneti non sono stati coinvolti nella decisione di togliere un collegio uninominale alla Lega per darlo ai centristi, tutto è stato deciso tra domenica e lunedì nella sede di Forza Italia a Roma dove per il Carroccio c'erano Giancarlo Giorgetti e Massimiliano Fedriga. Il sigillo definitivo, comunque, lo metteranno i big nazionali e cioè Berlusconi, Salvini, Meloni, Cesa.

Ma ad aggravare le tensioni in casa della Lega - dove la base parla nientemeno che di tentativi di restaurazione - sono anche le scelte del partito veneto con il segretario Gianantonio Da Re di privilegiare Treviso (4 collegi su 4 alla Camera) penalizzando Padova (fatto salvo però il posto per Massimo Bitonci) e Vicenza. Raccontano che i malpancismi siano arrivati fino a via Bellerio e che Salvini non abbia gradito la situazione creatasi in Veneto.
 
 
Ultimo aggiornamento: 14:24 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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