Elezioni politiche 2018, dalla Lega al Pd: chi corre per un posto in Parlamento

Sabato 30 Dicembre 2017 di Alda Vanzan
Elezioni politiche 2018, dalla Lega al Pd: chi corre per un posto in Parlamento
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Elezioni politiche 2018, è partita la corsa alle candidature. Tranne rarissime eccezioni, deputati e senatori uscenti sgomitano per tornare a Roma, mentre le aspiranti new entry devono fare i conti con posti limitati o quote rosa da rispettare. Ecco cosa sta succedendo nei partiti e movimenti.

LEGA
Primo partito in Veneto alle Regionali 2015 (Lista Zaia 23%, Carroccio 17%), la Lega si appresta a chiedere agli alleati di applicare un rapporto di 7 a 3 (7 per la Lega, 3 complessivamente per tutti gli altri da Forza Italia a Fratelli d'Italia e quarte gambe varie) nella suddivisione delle candidature nei collegi uninominali. Nel frattempo è caduto il veto sugli eletti: significa che i consiglieri regionali potranno candidarsi. Per certi versi una necessità, più che una concessione, dal momento che con la prospettiva di eleggere una trentina di parlamentari si cercano nomi capaci di attirare consensi. Il problema della Lega, semmai, è che ha pochissime donne. Da qui al 7 gennaio, quando si riunirà il comitato nazionale (cioè veneto), i militanti interessati possono presentare la propria autocandidatura. I  nomi? Saranno ricandidati i senatori uscenti Paolo Tosato e Erika Stefani. A Padova il duello sarà tra l'assessore regionale Roberto bulldog Marcato e l'ex sindaco Massimo Bitonci (che nel frattempo, con la fuoriscita dalla lista Bitonci dei consiglieri comunali Massimo Cavatton, Enrico Turrin e Elena Cappellini, si è indebolito), mentre potrebbe farsi strada l'ex consigliera regionale Arianna Lazzarini. Sicuro il segretario provinciale Andrea Ostellari. A Verona papabile l'assessore regionale Luca Coletto, mentre a Treviso, oltre al segretario veneto Toni Da Re (che però smentisce) e a quello provinciale Dimitri Coin, viene dato in ascesa l'ex assessore regionale Franco Manzato.

FORZA ITALIA
Con la prospettiva di conquistare tra i 6 e gli 8 seggi nel proporzionale senza contare i collegi uninominali, Forza Italia intenderebbe riconfermare i big: saranno della partita Renato Brunetta e Niccolò Ghedini (mentre l'avvocato Piero Longo avrebbe declinato), Lorena Milanato, Andrea Causin, Alberto Giorgetti (quest'ultimo se venisse rieletto avrebbe il record dei mandati, ben sei, mentre Ghedini e Milanato sarebbero a cinque). Pare che il commissario Adriano Paroli, anziché candidarsi nella sua Brescia, corra in Veneto, dove peraltro dovrebbe governare il partito fino alle Regionali del 2020. Tra le possibili new entry: il veneziano Michele Zuin, l'ex vicesindaco di Padova Eleonora Mosco, l'assessore regionale vicentina Elena Donazzan (che però ha un difetto: pensa e parla), l'imprenditore veronese Giuseppe Massimo Ferro, forse anche Piergiorgio Cortelazzo. Aspirerebbero il veronese Davide Bendinelli e a Belluno Dario Bond, che potrebbe però vedersela, più che con l'uscente Giovanni Piccoli uscito con clamore e poi rientrato ossequiosamente nel partito, con l'ex parlamentare Maurizio Paniz, tra l'altro gradito alla Lega. Rischiano di essere piazzati fuori Veneto sia Simone Furlan dell'Esercito di Silvio (che però è uscito dal coordinamento regionale) e l'ex coordinatore veneto Marco Marin (su cui peserebbe anche il veto della Lega per le vicende padovane). Si parla anche di Elisabetta Gardini: lasciasse libero lo scranno di Bruxelles per calare a Roma, al Parlamento europeo entrerebbe la prima dei non eletti Amalia Sartori.

FRATELLI D'ITALIA
Con uno o al massimo due seggi papabili, Fratelli d'Italia schiererà il consigliere regionale vicentino Sergio Berlato, a Padova Raffaele Zanon, a Verona il presidente del consiglio comunale Ciro Maschio, a Venezia Raffaele Speranzon. E poi i due senatori che erano stati eletti in Forza Italia e sono passati con Giorgia Meloni: Bartolomeo Amidei e Stefano Bertacco.

PARTITO DEMOCRATICO
Nel Pd son dolori. I 24 eletti del 2013 stavolta devono fare i conti con una decina di seggi disponibili, il che significa che buona parte degli uscenti starà a casa. Stavolta, poi, non ci saranno primarie per scegliere i candidati. Blindati dovrebbero essere solo i renzianissimi Alessia Rotta e Roger De Menech, tutti gli altri - dal sottosegretario Pier Paolo Baretta all'aspirante Andrea Ferrazzi passando per Sara Moretto, Laura Puppato, Giorgio Santini, Gian Pietro Dal Moro, Federico Ginato, Diego Zardini - devono incrociare le dita. Per alcuni parlamentari, come l'autonomista Simonetta Rubinato o l'ex segretaria veneta Rosanna Filippin, il lavoro a Roma potrebbe essere già finito. Poi c'è la minoranza, anche se il capo dell'area Orlando, Andrea Martella, non ha ancora deciso il da farsi, così come Alessandro Naccarato e Vanessa Camani. Con pochi posti e troppi uscenti, ai consiglieri regionali (doveva essere della partita Claudio Sinigaglia) è stato consigliato di rinunciare. Un'eccezione potrebbe esserci per Alessandra Moretti: potrebbe però avere una candidatura fuori regione, si parla dell'Emilia Romagna.

LA NUOVA MARGHERITA
Anche il centrosinistra dovrebbe avere quattro gambe: il Pd, una lista tra socialisti e Verdi, la lista Bonino (raccolta firme permettendo), gli alfaniani di Alternativa Popolare con il ministro Beatrice Lorenzin che giusto ieri ha presentato la lista Civica Popolare il cui simbolo sarà una margherita e che mette assieme i centristi di Pier Ferdinando Casini, Democrazia Solidale di Lorenzo Dellai, l'Italia Popolare di Giuseppe De Mita e l'Italia dei Valori. Per Civica Popolare in Veneto correranno il senatore uscente Mario Dalla Tor e il sottosegretario Barbara Degani.

LEU
Liberi e Uguali con Pietro Grasso oggi ha quattro parlamentari: non si ricandiderà Delia Murer, mentre dovrebbero essere della partita Felice Casson, Michele Mognato, Davide Zoggia. E a Padova potrebbe calare da Bruxelles Flavio Zanonato.

MOVIMENTO 5 STELLE
Nel M5s sono in arrivo nuove regole per le parlamentarie, cioè per la scelta dei candidati al Parlamento. Tra le novità, potranno proporre la propria candidatura anche persone esterne al Movimento. Tra le new wentry si parla dell'ex sindaco di Mira Alvise Maniero.
Ultimo aggiornamento: 09:00 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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