Spallata Lega, il successo travolge anche i partiti alleati e di centrodestra

Martedì 12 Giugno 2018 di Alda Vanzan
Conte, nuovo sindaco leghista di Treviso
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VENEZIA Si è divorata le due roccaforti rosse, conquistando Treviso e Vicenza al primo turno, senza neanche lasciare agli avversari del Pd il sogno di rifarsi al ballottaggio. E si è divorata pure gli alleati, umiliando Forza Italia e Fratelli d'Italia. Ecco perché quella della Lega, in questa tornata elettorale, è stata una doppia spallata. Esterna, perché con l'intera coalizione ha espugnato i due capoluoghi di provincia chiamati al voto, oltre a tanti altri piccoli Comuni. Ma anche interna, perché in una Regione del Veneto già dominata dal governatore Luca Zaia il rapporto di forze con gli alleati si è fatto ancora più schiacciante.

PIGLIATUTTO - Il quadro riassuntivo delle elezioni comunali del 10 giugno 2018 parte da Vicenza e Treviso, vinte al primo turni dai due candidati del centrodestra. Nel capoluogo della Marca il leghista Mario Conte ha sfondato con il 54,48%, incassando 21.836 voti, quasi settemila in più di quelli raggranellati dal sindaco uscente del Pd Giovanni Manildo, che si è fermato al 37,63%. Primo partito di Treviso è la Lega (19,4%) seguita dal Pd (16,45%), ma se si mettono assieme i voti del Carroccio con quelli della civica di Conte (15,4%) e con quelli della lista Zaia-Gentilini (11,4%) si arriva a un blocco che supera il 46% e che riduce i principali alleati - Forza Italia al 3,66%, Fratelli d'Italia all'1,54% - quasi a comparse. Scena che si ripete a Vicenza dove peraltro la vittoria del civico ex An Francesco Rucco sul candidato del Pd Otello Dalla Rosa è stata più contenuta, 50,63% con uno scarto di circa 2mila voti. Nel capoluogo berico il primo partito è la lista civica di Rucco (24,53%) tallonata dal Pd (23,85%), terza la Lega (16%), quindi Forza Italia (5%) e FdI (1,6%). Occhio: sia a Vicenza che a Treviso il partito di Berlusconi ha subito un tonfo rispetto al 4 marzo, quando si era attestato attorno al 10%. «Forza Italia - ha commentato il commissario regionale degli azzurri, Adriano Paroli - paga un prezzo troppo alto alle liste civiche. Noi teniamo al centrodestra unito, ma non possiamo avere sbalzi così alti dalle Politiche alle Amministrative. Da qui alle Europee serve una riflessione profonda assieme alla riorganizzazione del partito». Glissa sul proprio 1,2% ottenuto a Treviso il senatore dell'Udc Antonio De Poli, che preferisce complimentarsi con Conte e con Rucco: «Il centrodestra unito si dimostra vittorioso e archivia la stagione del centrosinistra». Con il risultato di domenica, il Veneto si ritrova più verde/azzurro: al centrosinistra restano solo Belluno con Jacopo Massaro e Padova con Sergio Giordani.
QUATTRO BALLOTTAGGI - Dei 46 Comuni chiamati domenica scorsa al voto, dieci erano potenzialmente da ballottaggio avendo una popolazione superiore ai 15mila abitanti. In realtà solo quattro - San Donà di Piave e Martellago nel veneziano, Adria in provincia di Rovigo e Bussolengo nel veronese - ricorreranno al secondo turno. Perfino Piove di Sacco ce l'ha fatta al primo colpo ed è il Comune padovano a tenere alta la bandiera del centrosinistra, con l'uscente Davide Gianella che è stato riconfermato battendo la Lega di Andrea Recalchin. Forza Italia, invece, è stata esclusa dal ballottaggio di San Donà, dove il centrodestra si è spaccato: qui al secondo turno andranno il centrosinistra del sindaco uscente Andrea Cereser e la candidata voluta dal vicepresidente leghista della Regione Gianluca Forcolin, Francesca Pilla. Esclusi dal ballottaggio di Adria, invece, sia Lega e Forza Italia che correvano con Emanuela Beltrame che Fratelli d'Italia che aveva candidato Giorgia Furlanetto, lasciando il secondo turno a Omar Barbierato e al Pd di Lamberto Cavallari. A Martellago, infine, parte in vantaggio il centrodestra a trazione leghista di Andrea Saccarola sul sindaco uscente di centrosinistra Monica Barbiero.
FLOP PENTASTELLATO - Tra gli sconfitti va inserito anche il Movimento 5 Stelle che a Treviso si è fermato al 4,14% perdendo addirittura 20 punti rispetto alle Politiche di marzo, ma è andata male anche negli altri Comuni: il candidato sindaco del M5s è risultato secondo di tre a Pianiga, ultimo a Codevigo, Maserà, Mestrino, quinto su sei a Adria.
NEANCHE UN VOTO - Tra le curiosità il 100% registrato da Mauro Soppelsa a Cencenighe Agordino (Belluno) e da Giuseppe Tonello a Moriago della Battaglia (Treviso): in entrambi i Comuni erano gli unici candidati e hanno vinto sull'astensionismo, prendendo il primo 674 voti e il secondo 1.263. A Porto Tolle (Rovigo) sono invece bastati 5 voti di scarto a Roberto Pizzoli per battere Claudio Bellan: il primo ha preso 2.652 voti, il secondo 2.647. Neanche un voto, invece, per Angelo Sebastiano Campanile, candidato sindaco a San Mauro di Saline, piccolissimo Comune della Lessinia (582 abitanti, 496 elettori), nel veronese, con la civica Alba Chiara formata interamente da agenti di polizia penitenziaria:non si è votato neppure lui.
 

Ultimo aggiornamento: 15:12 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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