In Veneto l'affluenza supera di undici punti percentuali il resto d'Italia

Lunedì 21 Settembre 2020 di Angela Pederiva
In Veneto l'affluenza supera di undici punti percentuali il resto d'Italia

VENEZIA - L’affluenza in Veneto supera di undici punti percentuali il resto d’Italia, anche se i numeri parziali direbbero che il dato cala rispetto al passato. Ma il confronto con le elezioni precedenti andrà fatto oggi alle 15: diversamente dalle scorse tornate, questa volta le urne restano aperte due giorni e gli esperti sono ottimisti sulla tenuta della partecipazione. Ad ogni modo alle 23 di ieri i votanti erano il 51,11% degli aventi diritto per il referendum (contro una media nazionale del 40,22%), il 46,19% per le Regionali e il 48,38% per le Comunali, con differenze che vanno spiegate sul piano aritmetico, mentre erano stati il 63,7% alle Europee 2019, il 78,7% alle Politiche 2018 e il 57,2% alle Regionali 2015.

Ieri alle 23 affluenza in Friuli Venezia Giulia al 43%

L’ANDAMENTO
Nel corso della giornata, l’andamento ha rispecchiato il riscontro serale. Alle 12 l’affluenza era pari al 16,31% per il referendum, al 12,76% per le Regionali, al 15,57% per le Comunali e al 15,09% per le suppletive. Analogamente alle 19 l’accesso ai seggi risultava, rispettivamente, del 39,27%, del 35,56%, del 37,48% e del 35,98%. Ma oltre alla domenica, ora si vota anche al lunedì, a differenza del passato quando alle 12 il parziale era stato di 19,7% alle Europee, 22,2% alle Politiche e 17,8% alle Regionali; alle 19 di 49,5% nel 2019, 64,6% nel 2018 e 43,1% nel 2015. Oltretutto ieri un sole spettacolare ha visto affollati sia il mare che la montagna, per cui è verosimile che gli elettori in gita possano recuperare oggi dalle 7 alle 15, contando anche sul fatto che le misure sanitarie adottate sembrano aver funzionato.
IL DIVARIO
In tutto questo spicca la superiorità del dato referendario rispetto a quello regionale, peraltro non solo in Veneto: per esempio alle 19 in Liguria 35,42% contro 31,59% e in Puglia 30,21% contro 27,52%, mentre in Friuli Venezia Giulia (che non deve eleggere il nuovo governatore) la partecipazione alle Comunali (33,13%) sorpassa quella al referendum (28,30%). Il divario è ancora più marcato a livello provinciale: alle 19 a Belluno (che ha tanti emigranti) 34,79% per il taglio dei parlamentari contro 26,94% per il rinnovo del Consiglio regionale, a Padova 41% contro 38,38%, a Rovigo 37,31% contro 34,73%, a Treviso 39,43% contro 33,68%, a Venezia 39,10% contro 36,49%, a Verona 37,64% contro 35,61%, a Vicenza 40,78% contro 36,36%
LA MATEMATICA
Possibile che molti elettori abbiano rinunciato alla scheda per le Regionali? No, secondo il politologo Paolo Feltrin, coordinatore scientifico dell’Osservatorio elettorale del Consiglio regionale: «I conti reali si faranno con il dato finale. Ma una prima spiegazione potrebbe comunque consistere nel voto dei militari e degli appartenenti alle forze dell’ordine, dislocati per servizio in Veneto magari proprio nella sorveglianza dei seggi, ma residenti in altre zone d’Italia: partecipano al voto referendario, che è nazionale, ma non a quello regionale o comunale». Dopodiché la spiegazione è soprattutto matematica. La base elettorale su cui viene calcolata l’affluenza, per le Regionali è pari a 4.132.304 cittadini, dei quali però 375.116 sono residenti all’estero e non possono votare per corrispondenza, per cui il tasso di partecipazione finisce per essere “diluito”. I residenti all’Aire hanno invece la possibilità di spedire in Italia la scheda del referendum, ma il numero dei plichi arrivati sarà comunicato oggi, perciò finora la quota dei partecipanti viene conteggiata sui maggiorenni effettivamente presenti in Veneto (3.757.188) e risulta inevitabilmente più elevata.
I CANDIDATI
Malgrado le urne aperte, diversi dei 9 candidati alla presidenza hanno continuato la campagna sui social. Luca Zaia si è recato alla sezione di San Vendemiano con la moglie Raffaella e ha ribadito la sicurezza delle operazioni: «I seggi sono assolutamente sanificati». Arturo Lorenzoni ha accolto il seggio Covid, presieduto dall’ex ministra Cécile Kyenge, nel giardino della sua abitazione a Padova: «Votare da casa non è come poterlo fare mettendosi in fila». Alcuni altri sfidanti hanno postato le proprie foto davanti alle urne. Enrico Cappelletti: «Il diritto al voto è una delle forme di libertà individuale più importanti che abbiamo». Patrizia Bartelle: «Fatto». Simonetta Rubinato: «Ho esercitato il mio diritto-dovere di voto». Daniela Sbrollini, in posa con il marito Flavio, ha invitato a «scegliere come cambiare le cose». Paolo Benvegnù ha riproposto il video della sua tribuna elettorale, Antonio Guadagnini ha lasciato che a parlare fosse il suo ultimo appello al voto, Paolo Girotto ha condiviso contenuti critici sul tema Covid.
LE POLEMICHE
Nel capitolo delle polemiche, va annoverata la protesta di alcuni esponenti del centrosinistra a Venezia, per la presenza di attivisti della lista fucsia che sostiene il ricandidato sindaco Luigi Brugnaro, con spille e braccialetti in tinta, fra gli elettori in coda ai seggi. Dopo l’intervento della polizia di Stato e della Protezione civile, è stata annunciata una segnalazione alla Prefettura. Invece nel Trevigiano è spuntato il caso delle matite copiative assai poco indelebili: in due seggi di Castelfranco Veneto e Cavasagra di Vedelago alcuni cittadini hanno verificato che i segni tracciati sulla carta venivano cancellati da una semplice gomma, perciò i vigili urbani hanno sostituito la fornitura.
Angela Pederiva
(ha collaborato Lucia Russo)
© RIPRODUZIONE RISERVATA

Ultimo aggiornamento: 15:07 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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