Ecco chi erano gli 8 Serenissimi
dell'assalto al campanile

Mercoledì 2 Aprile 2014 di Gigi Bignotti
La foto ricordo prima dell'assalto
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VENEZIA - A volte tornano... Sono davvero molte - al di là dei nomi di due protagonisti - le analogie di questo gruppo indipendentista con i primi Serenissimi. Gli otto veneti del commando "originale" agirono la notte dell'8 maggio 1997: partirono dal Padovano, proprio da Casale di Scodosia, poco dopo le 22 con un camion che trasportava sul cassone un autocarro camuffato da mezzo blindato.



Il gruppo dei Serenissimi era composto da 8 persone (due delle quali arrestate anche in questo ultimo blitz):

Gilberto Buson

Cristian Contin

Flavio Contin

Antonio Barison

Luca Peroni

Moreno Menini

Fausto Faccia

Andrea Viviani




Giunsero a Venezia, poco dopo mezzanotte, all'imbarcadero del Tronchetto, per imbarcarsi verso la loro destinazione: alcuni in tuta mimetica e armati di un fucile mitragliatore Beretta Mab 38, residuato bellico della 2. guerra mondiale, ma funzionante, salirono a bordo di un traghetto ACTV con il finto autoblindo e lo dirottarono su piazza San Marco.



Giunti in Piazza, alcuni dei partecipanti all'azione l'occuparono simulando di tenerla sotto tiro con l'"autoblindo", mentre il resto del gruppo, scardinando la porta, salì in cima al campanile di San Marco. Qui fu issata la bandiera con il leone alato, simbolo della Serenissima Repubblica di Venezia, gesto dimostrativo che fu dichiarato dagli interessati essere l'obiettivo della loro azione.



L'intenzione degli occupanti del campanile sarebbe stata quella di tenere tale posizione sino al 12 maggio, bicentenario dell'abdicazione del Maggior Consiglio della Repubblica Veneta e del Doge Ludovico Manin alle truppe francesi; allo scopo s'erano dotati anche di viveri. Gli uomini sul campanile erano in possesso di un radiotrasmettitore, già utilizzato in vari episodi di "pirateria radiofonica" a partire dal 17 marzo1997, per emettere abusivamente messaggi politici in tutto il Veneto sulle stesse frequenze della RAI (in particolare il TG1), coprendone le trasmissioni e incitare i veneziani all'insurrezione. I manifestanti comunicarono alle autorità, che nel frattempo avevano isolato la piazza, che avrebbero iniziato a trattare non appena fosse giunto un loro rappresentante.



La sera stessa il sindaco di Venezia, Massimo Cacciari, andò a parlare con i manifestanti. Al mattino del 9 maggio alle 8.15, su ordine del prefetto, uomini del GIS dei carabinieri diedero inizio allo sgombero. Un gruppo di militari occupò la piazza arrestando gli occupanti, un altro gruppo scalò il campanile usando delle impalcature poste all'esterno del monumento mentre altri penetrarono all'interno. Nel giro di pochi minuti i carabinieri arrestarono tutti i partecipanti ovvero Gilberto Buson, Cristian e Flavio Contin, Antonio Barison, Luca Peroni, Moreno Menini, Fausto Faccia e Andrea Viviani. Il loro "ambasciatore" che li raggiunse in Piazza era Giuseppe Segato.



I Serenissimi ritengono l'atto di Napoleone che cancellò la Repubblica di Venezia illegittimo in quanto effettuato contro uno Stato neutrale e non perfezionato dal "Maggior Consiglio", che avrebbe deliberato in mancanza del numero legale; il referendum del 1866, invece, sarebbe stato caratterizzato da brogli e violazioni degli accordi internazionali sottoscritti durante l'armistizio di Cormons e il trattato di Vienna».



Il processo ai Serenissimi si concluse con assoluzioni, patteggiamenti e queste condanne:

Luigi Faccia: condanna a 4 anni e 9 mesi di reclusione per la manifestazione veneziana (scontati 3 e mezzo ed affidato ai servizi sociali) oltre ad una condanna a 6 mesi di reclusione per associazione sovversiva da parte del Tribunale di Verona, 5 anni e 3 mesi complessivi. Non aveva partecipato alla manifestazione, ma fu identificato come uno degli organizzatori dell'operazione e sedicente Presidente del Veneto Serenissimo Governo.



Giuseppe Segato (poi deceduto): condanna a 3 anni e 7 mesi di reclusione per il reato di eversione. Non aveva partecipato all'azione, ma fu identificato come "l'Ambasciatore Veneto" aspettato quella notte e come l'ideologo del gruppo.



Il 5 luglio 2011 la Corte di Cassazione ha assolto tre membri del gruppo dalle accuse più gravi, costituzione di banda armata e associazione sovversiva per finalità di terrorismo e di eversione dell'ordine democratico.



Una prima domanda di grazia per Luigi Faccia fu presentata dalla moglie nel dicembre 1999, ma nel 2000 l'allora ministro della giustizia Piero Fassino, ne bloccò l'iter.



Ci sono due ex 'Serenissimi' che assaltarono il campanile di san Marco, a Venezia, nella notte tra l'8 e 9 maggio 1997, tra gli arrestati nell'operazione dei Ros contro i 'secessionisti veneti' nell'inchiesta della procura di Brescia.
Si tratta di Luigi Faccia e di Flavio Contin.
Ultimo aggiornamento: 3 Aprile, 16:35