Dialetto veneto a scuola, la Lega torna alla carica e amplia le richieste: «Programmi ad hoc in tv e radio»

Venerdì 18 Novembre 2022
Bambini in classe
5

ROMA - Una proposta di legge di due articoli che chiede per il Veneto l'insegnamento del dialetto a scuola e la sua diffusione in programmi ad hoc in tv e radio. Il testo, sottoscritto da 18 parlamentari leghisti e a prima firma di Massimo Bitonci, si inserisce nel più ampio tema dell'autonomia, argomento del quale si sta occupando, non senza una coda di polemiche, il ministro leghista Roberto Calderoli. È stato depositato a Montecitorio il 13 ottobre e deve essere ancora assegnato alla commissione competente. «La diversità linguistica - si evidenzia nella relazione introduttiva della legge - è una risorsa preziosa soprattutto in un mondo in cui i riferimenti, anche per le future generazioni, sono sempre più globalizzati».

Ma l'opposizione va all'attacco. «L'istruzione - osserva la responsabile scuola, la deputata del Pd Irene Manzi - ha bisogno di investimenti e prospettiva e non certo di folklore ad uso e consumo del proprio elettorato.

Intendono l'Autonomia differenziata in questo modo?». La proposta leghista va a modificare una legge del 1999 che, a partire dall'articolo 6 della Costituzione, tutela una serie di lingue storiche: quelle delle popolazioni albanesi, catalane, germaniche, greche, slovene e croate e di quelle parlanti il francese, il franco-provenzale, il friulano, il ladino, l'occitano, il sardo. A queste lingue la proposta della Lega aggiunge il Veneto, prendendo spunto anche da una serie di pronunciamenti europei. Grazie a questa modifica viene prevista, quindi, l'obbligatorietà dell'insegnamento del dialetto nelle scuole materne, in parallelo all'italiano, e la previsione, per i gradi successivi, dell'utilizzo anche del dialetto nella didattica. Non solo. In base al testo le Regioni possono «promuovere iniziative per la tutela e la valorizzazione delle lingue minoritarie, anche fuori dai confini regionali e nazionali italiani» con particolare riguardo agli ambiti storici o di emigrazione dei relativi insediamenti linguistici. Inoltre un comma a parte prevede la possibilità per le Regioni di «sottoscrivere accordi con la società concessionaria del servizio pubblico radiotelevisivo e con le emittenti radiotelevisive locali, anche appositamente costituite, per la promozione di trasmissioni giornalistiche e di programmi generali in lingua minoritaria». Del resto, si spiega, nel primo articolo, sulle finalità della proposta di legge: le lingue minoritarie «rappresentano un valido contributo per migliorare le opportunità dei cittadini e facilitare l'accesso a servizi e diritti». 

Ultimo aggiornamento: 19 Novembre, 08:39 © RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci