Veneto, oggi il verdetto sulla zona gialla. Chieste 342.000 dosi di vaccino

Venerdì 27 Novembre 2020 di Angela Pederiva
Veneto, oggi il verdetto sulla zona gialla. Chieste 342.000 dosi di vaccino
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VENEZIA Oggi è venerdì, il giorno delle nomination. «Come al Grande Fratello, solo che qui non si esce dalla casa ma dalla fascia, anche se i nostri dati sono assolutamente solidi per restare in zona gialla, a cominciare dall'Rt», sorride il governatore Luca Zaia citando l'indice di contagio, in una giornata che segna 3.472 nuove infezioni, ma su 59.955 fra tamponi molecolari e test rapidi.

La curva dei ricoveri continua però a salire in Veneto, a differenza di quella in Italia, che da giorni segna un rallentamento: «È probabile che il picco sia stato raggiunto il 23 novembre a livello nazionale, mentre in ambito regionale il nostro algoritmo dice che la crescita dovrebbe continuare almeno fino alla fine del mese», sottolinea l'assessore Gianpaolo Bottacin, delegato in questa emergenza alla Statistica sanitaria.

LA PRESSIONE Da titolare della Protezione civile, ieri Bottacin ha seguito la riapertura dell'ex ospedale di Valdobbiadene, che in primavera era rimasto inutilizzato, mentre adesso ospita 30 pazienti Covid a bassa intensità. «Continuiamo a sentire la pressione ospedaliera», ribadisce non a caso Zaia, alludendo ai ricoveri che a fine giornata hanno raggiunto quota 2.577 in area non critica, 319 in Terapia intensiva e 281 nelle strutture di comunità. «Con restrizioni maggiori, si vedono effetti maggiori: ecco perché l'Italia, formata da una maggioranza di regioni arancioni e rosse, ha già iniziato a vedere la discesa, mentre il Veneto non ancora», osserva l'assessore. Aggiunge il governatore: «Per questo stiamo tuttora studiando la riorganizzazione degli spazi in questa fase di livello 5 nell'allerta ospedaliera, in modo da graduare gli interventi nell'ipotesi di arrivare a 6.000 degenti, il che però sarebbe uno scenario di devastazione totale. Indubbiamente i dati continuano a salire, anche se di poco, ogni giorno. Del resto, finché vediamo assembramenti per comprare un televisore nel Black friday, un venerdì nero che in realtà dura due settimane, cos'altro dovremmo aspettarci?».

I CHIARIMENTI Questi numeri, secondo Zaia, non devono però mettere in discussione l'assetto ospedaliero, «come invece qualche venticello spirato in settimana sembrava voler insinuare». L'allusione è alle critiche dell'Associazione anestesisti rianimatori ospedalieri italiani, rilanciate dal Partito Democratico in Consiglio regionale, sul fatto che 111 dei nuovi posti letto attivabili in Terapia intensiva derivano da riconversioni delle sale operatorie. «Siamo partiti il 21 febbraio con 494 postazioni elenca Zaia poi a marzo le abbiamo alzate a 825 e a maggio le abbiamo incrementate a 877, in modo da adeguarci alla legge nazionale. Ma per essere ancora più tranquilli, fra agosto e ottobre siamo arrivati a 1.000, cioè 123 in più dello standard richiesto». È stato chiarito anche il giallo dei conti che non tornavano nella classificazione dei positivi, fra ospedale e quarantena, in quanto bisogna tenere in considerazione il ritardo accumulato dal sistema informatico di Azienda Zero nel calcolo dei soggetti che si negativizzano, con tempi che si dilungano. IL SIERO Nel frattempo è stato quantificato in 171.003 persone, per un totale di 342.006 dosi, il fabbisogno del vaccino anti-Covid in Veneto. «Il commissario Domenico Arcuri spiega l'assessore Manuela Lanzarin chiedeva i numeri dei sanitari e delle case di riposo, fra ospiti e operatori. Noi abbiamo aggiunto anche gli utenti e gli addetti delle strutture sociosanitarie per minori, disabili, pazienti psichiatrici e tossicodipendenti. Inoltre abbiamo fornito anche la mappa dei dispositivi di conservazione: tutti gli ospedali hanno frigoriferi in grado di arrivare a -80 gradi, con una capacità attuale di 9.509 litri, a cui se ne aggiungeranno ulteriori 21.700». A proposito di siero, ma contro l'influenza, le associazioni dei farmacisti hanno accolto la richiesta di lasciare alle Ulss la loro quota di 30.000 dosi, per «dare un segnale di vicinanza alle fasce più deboli della popolazione in un momento in cui non vi sono vaccini per tutti», come rimarca Andrea Bellon (Federfarma Veneto). 

Ultimo aggiornamento: 08:32 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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