Covid, con l'estate triplicato il peso delle quarantene: altre 1.730 persone in insolamento in 1 mese

Sabato 25 Luglio 2020 di Angea Pederiva
Covid, con l'estate triplicato il peso delle quarantene: altre 1.730 persone in insolamento in 1 mese
Complice l’anno bisestile, che ha anticipato di ventiquattr’ore il solstizio, lo scorso 21 giugno era già cominciata l’estate. Ma il Nordest non poteva ancora sapere che, contrariamente all’auspicio collettivo, la stagione calda appena iniziata avrebbe portato con sé una ripresa dei contagi a Nordest. Quel giorno in Friuli Venezia Giulia erano state finalmente svuotate le Terapie Intensive, ma dopo un mese è stato necessario riaprirle, mentre in Veneto nel frattempo è più che triplicato il numero delle persone in isolamento domiciliare ed è aumentato di un quinto quello dei soggetti attualmente malati.
LA FOTOGRAFIA
Osservando i bollettini di ieri, il confronto è particolarmente vistoso in Veneto. La fotografia del 21 giugno vedeva 19.247 casi totali dall’avvio dell’emergenza, di cui 587 relativi a individui ancora infetti, con 225 ricoverati in area non critica e 12 in Terapia Intensiva, 833 persone in quarantena a casa e 2.002 decessi. Alla data del 24 luglio, invece, la conta dei positivi è salita a 19.771, dei quali 695 lo sono tuttora, così come la tragica contabilità è cresciuta a 2.064 vittime. I malati intubati sono però 7, a cui vanno aggiunti altri 116 degenti. In isolamento domiciliare si trovano invece in 2.563. 
I POSTUMI
Ciò significa che, in questo primo terzo d’estate, i postumi della grande ondata di primavera si sono fatti sentire falciando altre 62 vite, ma in compenso è calata la quota dei malati che ora hanno bisogno delle cure ospedaliere: -5 in Terapia Intensiva, -109 negli altri reparti. I 524 nuovi casi di contagio, tuttavia, hanno generato un aumento nel conto dei soggetti attualmente positivi (+108) e soprattutto un’impennata delle quarantene per gli stessi infetti o per i loro contatti (+1.730). Persone verosimilmente in buona parte asintomatiche, ma la cui positività costituisce un possibile veicolo di diffusione della malattia, tanto da richiedere la pronta applicazione delle misure preventive e la piena attività della macchina epidemiologica.
LA TRACCIATURA
A cominciare dalla tracciatura dei contatti, com’è stato evidente anche ieri. Per esempio nella Marca Trevigiana, dove l’Ulss 2 ha dato conto degli esiti dei 65 tamponi effettuati sui colleghi dei due tecnici dell’ospedale Ca’ Foncello, risultati positivi dopo aver contratto l’infezione da una vicina di casa: tutti negativi, per fortuna, ma è stato comunque necessario appurarlo con il tampone. Fra i vari casi di giornata, la stessa azienda sanitaria ha sottoposto alle analisi di laboratorio anche circa 50 persone che avevano avuto relazioni con tre contagiati del focolaio scoppiato a Padova, in occasione di una commemorazione funebre organizzata dalla comunità camerunense.
LA RIAPERTURA
Cifre più contenute caratterizzano la situazione del Friuli Venezia Giulia, dove però è stata confermata la riapertura della Terapia Intensiva all’ospedale Santa Maria della Misericordia di Udine. Secondo il bollettino di ieri, sono infatti 2 i pazienti intubati, in aggiunta ai 9 ricoverati in area non critica, in un quadro che contempla 3.368 casi totali dall’inizio dell’epidemia, di cui 119 attualmente positivi, con 345 decessi e 87 persone in isolamento domiciliare. 
Raffrontando questi dati con quelli rilevati il 21 giugno, emerge che l’estate friulgiuliana ha visto 63 nuove infezioni e altre 25 quarantene, 1 morto e appunto 2 ricoveri di malati in gravi condizioni, ma anche 7 degenti in meno negli altri reparti e un calo di 19 unità nella rilevazione dei soggetti attualmente positivi.
 
Ultimo aggiornamento: 08:21 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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