Il Covid "salva" le auto Euro 4-5, sospese le misure antismog fino a emergenza terminata

Giovedì 23 Settembre 2021 di Alda Vanzan
foto di repertorio
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VENEZIA - Le Euro 4 e le diesel Euro 5, cioè le auto vecchie di appena sei anni, saranno salvate dal Covid. La proroga dello stato di emergenza fino al 31 dicembre 2021 decisa dal Consiglio dei ministri ha determinato infatti la sospensione delle misure antismog a suo tempo deliberate dalla Regione Veneto e, in alcune parti, demandate ai sindaci. Significa che solo le auto più vecchie e più inquinanti, come le benzina e le diesel da Euro 0 a Euro 3, avranno delle limitazioni nella circolazione. Le altre - Euro 4 e Euro 5 - potranno circolare. Del resto, se continua l'emergenza sanitaria provocata dal coronavirus e si vogliono evitare assembramenti sui mezzi pubblici, va da sé che non possono esserci troppe limitazioni per i trasporti privati. E così, infatti, succederà fino a fine anno. Smog o non smog.
I nuovi provvedimenti antismog dovevano entrare in vigore il 1° ottobre e fino al 30 aprile prevedevano che nei Comuni con più di 30mila abitanti tutte le macchine vecchie, comprese le Euro 4, dovessero restare in garage.

In caso di allerta arancione, inoltre, lo stop avrebbe interessato anche le diesel Euro 5, quelle prodotte fino al 2015 e, quindi, vecchie di soli sei anni. Tra l'altro il divieto di circolazione era indipendente dal livello di inquinamento: se anche le polveri sottili fossero state bassissime e non ci fosse stata alcuna allerta, lo stop sarebbe rimasto. Questa era l'indicazione regionale, poi toccava ai sindaci emanare apposite ordinanze. Ora, con la proroga dello stato di emergenza, il divieto per le Euro 4 è rientrato. Ma non ovunque.


L'ECCEZIONE

Il pacchetto di misure antismog viene da tempo concordato nel cosiddetto bacino padano e, quindi, oltre al Veneto, anche da Lombardia, Emilia Romagna, Piemonte. Ebbene, il Piemonte non solo ha anticipato al 15 settembre le misure antismog, ma ha pure deciso di mantenerle. Una scelta dovuta anche all'inchiesta della Procura che ha indagato i sindaci di Torino e i governatori del Piemonte con i rispettivi assessori all'Ambiente. L'accusa è di non aver adottato sufficienti misure, soprattutto in tema di traffico automobilistico e riscaldamento invernale, per contrastare l'inquinamento da smog.


IL SUMMIT

Intanto le Regioni del bacino padano con gli assessori all'Ambiente - Veneto, Gianpaolo Bottacin; Lombardia, Raffaele Cattaneo; Piemonte, Matteo Marnati; Emilia-Romagna, Irene Priolo - hanno confermato l'appuntamento del 6 e 7 ottobre a Venezia, all'Arsenale, per la conferenza di medio termine del progetto europeo Life Prepair cui è stato invitato il ministro per la Transizione ecologica, Roberto Cingolani. E al Governo hanno chiesto maggiori spazi di autonomia, ricordando che le Regioni del bacino padano hanno già avviato l'iter in tal senso e sono in attesa di un intervento da parte dello Stato. 


IL RAPPORTO

Intanto da I4C - Italy for Climate, in collaborazione con Ispra, è arrivato il rapporto La corsa delle Regioni verso la neutralità climatica, da cui risulta che 8 regioni italiane sono completamente coal free (Abruzzo, Basilicata, Campania, Emilia-Romagna, Marche, Molise, Trentino-Alto Adige, Valle d'Aosta), ossia hanno azzerato i loro consumi di carbone, mentre altre 7 (Lombardia, Liguria, Friuli Venezia Giulia, Veneto, Sardegna, Lazio e Puglia) da sole concentrano il 99% del consumo nazionale di carbone. L'indicatore delle emissioni di gas serra mostra come metà delle Regioni nel biennio 2017-2019 non le ha ridotte. Secca la replica dell'assessore veneto Gianpaolo Bottacin che ricorda che sono ben 66 le misure del Piano Aria: «Il problema c'è? Sì. Lo stiamo affrontando? Sì, non siamo all'anno zero. Gli inquinanti sono in calo? Sì e infatti continuiamo su questa strada».

 

Ultimo aggiornamento: 21:31 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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