​Covid, cosa ci manca di più? I viaggi, i contatti e gli amici

Mercoledì 31 Marzo 2021 di Natascia Porcellato
Covid, cosa ci manca di più? I viaggi, i contatti e gli amici

L'impossibilità di spostarsi liberamente e gli ostacoli nelle relazioni sociali pesano tra gli under 25. Adulti e anziani invece soffrono la difficoltà di incontrare i parenti.


IL SONDAGGIO


Aristotele, già nel IV secolo A.C., osservava che l'uomo è un animale sociale, inabile a un'esistenza isolata dagli altri. Così, nel 2021, la lotta contro la pandemia è tanto difficile proprio perché la sua efficacia dipende dalla lotta contro il nostro istinto più primordiale: stare vicini ai nostri simili. E mentre la speranza è riposta in una campagna vaccinale che stenta a decollare, il rimpianto per la vita prima del Covid si fa forte. Ma quali sono le cose di cui sentiamo maggiormente la mancanza? Secondo le analisi di Demos per l'Osservatorio sul Nord Est del Gazzettino, sono tre i fattori che suscitano maggiore nostalgia nei nordestini, ognuno con il 20% delle risposte: viaggiare, il contatto fisico con le altre persone, incontrare liberamente gli amici. Segue, a breve distanza, la visita senza limiti ai parenti (16%), mentre più distaccati appaiono la partecipazione ad eventi - popolari, culturali o sociali - (9%), andare al bar o al ristorante la sera (8%) e la frequentazione di palestre e piscine (5%). 
Possiamo tracciare un profilo per le diverse cose di cui si ha nostalgia? Vediamo come si caratterizzano in base all'età e alla categoria socioprofessionale.Viaggiare è un'esperienza che manca in misura maggiore a giovani (25-28%) e coloro che hanno tra i 45 e i 54 anni (26%), insieme a disoccupati (35%), impiegati (30%) e lavoratori autonomi (24%).

Il contatto fisico con le persone, poi, è la cosa per cui provano più nostalgia gli under-25 (28%), i pensionati e gli studenti (entrambi 24%). Il rimpianto di poter incontrare liberamente gli amici, invece, tende a crescere soprattutto tra coloro che hanno tra i 25 e i 34 anni (25%), oltre che tra studenti (34%) e liberi professionisti (27%).


LE CATEGORIE

La mancanza delle visite senza limitazioni ai parenti, d'altra parte, si fa più consistente tra adulti e anziani (entrambi 24%), insieme a casalinghe (28%) e disoccupati (24%). La nostalgia per gli eventi pubblici, sociali, culturali o popolari, appare piuttosto trasversale, mentre quella per le serate al bar o ristorante la sera cresce tra i giovani (25-34 anni, 12%) e tra gli imprenditori (23%). Infine, la malinconia per gli allenamenti in palestra o piscina aumenta soprattutto tra le persone di età centrale (11%) e i lavoratori autonomi (9%).
Eppure, in fin dei conti, si tratta di cose piuttosto banali, prima del 2020, momenti di quotidianità a cui non prestare particolare attenzione: visitare un posto nuovo, abbracciare e baciare qualcuno, uscire a cena con altre persone, andare in piscina. Da oltre un anno, invece: comportamenti proibiti. In estrema sintesi, potremmo dire che la pandemia ci ha costretto alla vita con noi stessi. E la scoperta che abbiamo fatto è che la vita con noi stessi, senza altri occhi di fronte, è molto più dura di quanto potessimo immaginare. Perché, come scriveva Calvino nelle Cosmicomiche, in fondo a ognuno di quegli occhi abitavo io, ossia abitava un altro me, una delle immagini di me. E ora sappiamo quanto siano necessarie e insostituibili.

Ultimo aggiornamento: 11:12 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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