L'artigianato tiene ma dà segnali di difficoltà: aziende in calo a Nordest, in salita nel resto d'Italia

Sabato 7 Agosto 2021
In sofferenza l'artigianato a Nordest

VENEZIA - A causa del Covid lo stock complessivo delle imprese artigiane presenti a Nordest mostra segni di difficoltà, ma tutto sommato tiene. Tra il 1° trimestre 2020 e il 2° trimestre 2021 il numero complessivo delle aziende artigiane è sceso di 286 unità, toccando, il 30 giugno scorso, quota 178.216. Se in questi 16 mesi le province autonome di Trento (+166) e Bolzano (+468) hanno registrato variazioni estremamente positive, critica è la situazione in Veneto (-794), con punte molto negative a Padova (-177), a Rovigo (-211) e a Vicenza (-347). In Friuli Venezia Giulia lo score è stato anch’esso negativo (-126), facendo emergere la situazione particolarmente difficile di Trieste (-70). È quanto risulta da un'analisi della Cgia di Mestre. «Questi dati così negativi sono in linea con quanto successo negli ultimi 10 anni; tra il 31 marzo 2011 e lo stesso giorno del 2021 il numero totale delle imprese artigiane a Nordest, infatti, è diminuito di 21.298 unità (-576 in Trentino Alto Adige, -2.615 in Friuli Venezia Giulia e -18.105 in Veneto)» spiega Paolo Zabeo, dell'ufficio studi Cgia.

Saldo positivo nelle altre regioni

Tutte le altre regioni invece hanno registrato un saldo positivo. A livello nazionale lo stock è aumentato di 7.664 unità, portando il numero complessivo delle imprese artigiane presenti in Italia a toccare quota 1.292.685. «Difficile giustificare questa performance così positiva che ha riguardato soprattutto le regioni del sud dice Zabeo -. Non è comunque da escludere che in alcune parti del Paese la copiosa nascita di moltissime aziende artigiane sia stata “condizionata” dai requisiti richiesti dal legislatore per ottenere i contributi a fondo perduto messi a disposizione sia dal Governo che dalle Regioni alle aziende in difficoltà. Con il decreto Sostegni e il Sostegni bis, ad esempio, le attività aperte nel 2020 e nel 2021 (prima dell’entrata in vigore dei provvedimenti) per beneficiare del ristoro non avevano l’obbligo, come le altre, di confrontare il fatturato 2020 con quello registrato nel 2019. Probabilmente, questa possibilità ha indotto molti abusivi e altrettanti lavoratori in nero a uscire dalla “clandestinità”: speriamo che una volta conclusasi la fase dei sostegni questi operatori non si “rituffino” nel sommerso».

Colpiti gli autonomi

Più in generale, nel mondo del lavoro il Covid ha colpito soprattutto i lavoratori autonomi. Tra febbraio 2020, mese che precede l’avvento della crisi pandemica, e giugno di quest’anno1, l’Italia ha perso 470mila occupati; di questi, ben 378mila (pari a oltre l’80 per cento del totale) sono lavoratori indipendenti. Un esercito costituito prevalentemente da piccoli commercianti, esercenti, collaboratori e tantissimi liberi professionisti che, a seguito delle difficoltà patite in questo ultimo anno e mezzo, sono stati costretti a chiudere l’attività.

Tra i lavoratori dipendenti, invece, il numero complessivo degli occupati è sceso di “sole” 92mila unità, sottolinea è l’ufficio studi della Cgia.

Partite Iva, chiusure nel silenzio

«Se in Italia otto persone su dieci che hanno perso il lavoro in questo drammatico periodo storico appartengono al cosiddetto popolo delle partite Iva, non si capisce come mai non sia ancora emersa una particolare attenzione in grado di coinvolgere l’opinione pubblica e la politica su questo dramma sociale ed economico - continua la nota della Cgia -. Se le crisi aziendali della Gkn, dell’Acc Wanbao, di Whirpool, della Logista Italia, della Gianetti Ruote, etc., sono state giustamente poste all’attenzione dell’opinione pubblica da parte dei media, poco interesse o quasi nessuna attenzione, invece, hanno provocato le centinaia di migliaia di piccolissime attività che, nel silenzio più totale, hanno chiuso definitivamente la saracinesca. 

Tavolo regionale sugli autonomi

«Si tratta di due pesi e due misure, che portiamo all’attenzione di tutti - sottolinea Zabeo - sperando che questi dati inducano sia il premier Draghi che i presidenti Zaia e Fedriga ad aprire un tavolo di crisi permanente a livello nazionale e regionale, altrimenti il mondo del lavoro autonomo rischia di uscire da questa crisi fortemente ridimensionato. Intendiamoci, misure miracolistiche in grado di risollevare le sorti del popolo delle partite Iva non ce ne sono». Nell'ultimo anno e mezzo oltre ai ristori, anche se insufficienti, i governi succedutisi hanno, tra le altre cose, esteso l’utilizzo dell’assegno universale per i figli a carico anche agli autonomi; è stato introdotto il reddito di emergenza e chi è ancora in attività entro la fine di settembre potrà presentare la domanda all’Inps per ottenere l’esonero dei contributi previdenziali per l’anno in corso.

Coesione sociale a rischio

Inutile ricordare che quando perdono il posto c’è una sostanziale differenza tra i lavoratori dipendenti e gli autonomi. Mentre i primi possono contare su alcune importanti misure di sostegno al reddito (Cig, Naspi, etc.), i secondi, invece, non possono contare quasi su nulla. La Cgia sostiene che i negozi di vicinato e le tante botteghe artigiane presenti nel Paese hanno bisogno di sostegno perché garantiscono la coesione sociale anche del nostro sistema produttivo. «Se spariscono le micro imprese, rischiamo di abbassare notevolmente la qualità del nostro made in Italy - dice Zabeo -. Per questo è indispensabile tagliare la burocrazia, rivedere il fisco, abbassando drasticamente il peso di imposte e contributi sulle piccolissime imprese, e approvare quanto prima la riforma degli ammortizzatori sociali che preveda delle misure di sostegno al reddito anche ai lavoratori autonomi. E occorre coinvolgere il Ministero dell’Istruzione affinché attivi una importante azione informativa/formativa nei confronti degli studenti delle superiori che li sensibilizzi sul fatto che nel mercato del lavoro ci si può affermare anche come lavoratori autonomi». 

Ultimo aggiornamento: 09:46 © RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci