Coronavirus, mezzo Veneto chiuso, Zaia a Conte: «Per Venezia, Padova e Treviso misure irrazionali, chiedo poteri di gestione della crisi»

Domenica 8 Marzo 2020 di Redazione Online
Il governatore Zaia e l'atto ufficiale del Governo
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Il Veneto si oppone alla creazione delle tre zone di isolamento nella regione previste dal Dpcm del Governo (LEGGI). Nelle controdeduzioni inviate al Governo, il comitato tecnico scientifico di supporto all'Unità di crisi chiede «lo stralcio delle 3 province di Padova Treviso e Venezia dal decreto». A fronte di cluster circoscritti, «e che non interessano in maniera diffusa la popolazione generale, non si comprende - è scritto nelle controdeduzioni - il razionale di una misura che appare scientificamente sproporzionata all'andamento epidemiologico». 

I contagiati in tutto il Veneto ieri sera erano 598 a fronte degli oltre 3500 della Lombardia.

Il governatore Luca Zaia ha chiesto poteri speciali per gestire la crisi.  «Noi veneti non ci siamo mai tirati indietro, io non mi sono mai permesso di dissentire, anche se c'erano misure che a volte avrei fatto in un'altra maniera.

Ma questo decreto per un'interpretazione ha bisogno minimo di una circolare attuativa. Tutto magari ha una ratio, ma per noi veneti, in questo momento no» ha detto Zaia sul nuovo dpcm sul Coronavirus.
E subito arrivano critiche dagli avversari politici: «Zaia espone i veneti a ulteriore incertezza, serve unità e responsabilità, e uno stop alle polemiche» afferma il deputato padovano del Pd Alessandro Zan.
 


ATTO UFFICIALE 
Il governatore Luca Zaia ha inviato stamani una nota urgente al premier Conte per chiedere lo stralcio  dal decreto sul Coronavirus che impone i divieti "sulla base - spiega - delle relazioni scientifiche"

ECCO IL TESTO UFFICIALE DELLA REGIONE VENETO 

La Regione Veneto - scrive poi il Comitato giudica «sproporzionata» la misura del governo che prevede l'isolamento delle province di Padova, Treviso e Venezia. A fronte di «cluster circoscritti e che non interessano in maniera diffusa la popolazione generale, non si comprende - si legge nel documento - il razionale di una misura che appare scientificamente sproporzionata all'andamento epidemiologico».o si legge nelle controdeduzioni inviate al Governo sulla base del parere del comitato tecnico scientifico di supporto all'Unità di crisi. A fronte di «cluster circoscritti e che non interessano in maniera diffusa la popolazione generale, non si comprende - si legge nel documento - il razionale di una misura che appare scientificamente sproporzionata all'andamento epidemiologico».

IL TESTO DEL DECRETO DEL GOVERNO


LA REPLICA
Questo virus «è rapido e imprevedibile. Ormai circola in Italia, è bene prepararci tutti»  dice Walter Ricciardi, consigliere del ministro della Salute. «Nei prossimi giorni - spiega - avremo un aumento importante di casi in Lombardia ed Emilia-Romagna, meno in Veneto dove l'epidemia sta fortemente rallentando. Le strategie che stanno per essere messe in campo dal governo servono a contenere la progressione».
Ora va allertata «la popolazione del Centro Sud a non frequentare luoghi ad alta concentrazione sociale». Al centro e in Meridione «non ci dovrebbero essere blocchi di interi paesi ma di ambienti, come le discoteche che quando sono affollate sono un concentrato naturale di infezioni. Mentre in teatri e cinema basta il distanziamento sociale e nei musei un numero limitato di visitatori che consenta di rispettare le misure di sicurezza. I giovani possono continuare a riunirsi all'aperto per la movida ma facciano attenzione alle norme di igiene e comportamento
».
Il problema è che nelle regioni non ancora colpite e dove non sono state attuate misure eclatanti manca la percezione del pericolo reale. Il virus 
«ha una velocità di propagazione incredibile, molto più del virus della Sars. Di fronte a sé non ha barriere, la popolazione è completamente esposta al contagio perché il sistema immunitario non ha mai dovuto contrastare una simile infezione prima. Inoltre il Sars-Cov-2 è molto virulento cioè ha grandi capacità di riprodursi una volta penetrato nell'organismo». Tuttavia ha minore capacità di dare malattia. Molte persone lo prendono con sintomi lievi, alcuni individui però sviluppano gravi polmoniti e possono non uscirne se hanno altre patologie.  Il virus ora »minaccia tutto il Paese: in Cina sono riusciti a stopparlo perché «hanno sigillato militarmente Wuhan, le misure estreme hanno funzionato. Da noi non si può. L'Italia è un Paese democratico, con abitudini sociali che non possono essere stravolte».

ALTRE ISTANZE 
«Ora il decreto c'è. Le misure sono molto severe e sono giustificate. Lo studieremo bene in unità di crisi provinciale e organizzeremo bene e insieme il da farsi. La priorità su tutto è fermare il contagio e garantire la salute pubblica» così il presidente della Provincia di Rimini, Riziero Santi, commenta il Dpcm varato nella notte. Ma anche altri governatori hanno espresso perplessità: il Veneto appare capofila nella richiesta di modifiche al decreto.



Ultimo aggiornamento: 15 Aprile, 18:23 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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