Coronavirus Veneto, Zaia: «Le restrizioni non bastano: chiederemo al governo di vietare anche le passeggiate» Video

Lunedì 16 Marzo 2020
Coronavirus in Veneto, Zaia: «Modelli confermati, le restrizioni non bastano»
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Coronavirus in Veneto. Il presidente della Regione Luca Zaia fa il punto della situazione di oggi, 16 marzo 2020. I casi di contagio sono arrivati a 2.473, 227 in più rispetto a ieri. Due nuove vittime registrate a Treviso: la conta dei morti ha raggiunto le 70 persone (LEGGI IL BOLLETTINO). Luca Zaia punta il dito contro le passeggiate "collettive": «Non deve crearsi l'effetto gregge, ed è quello che è accaduto, le foto le abbiamo viste tutti», per questo si dice disposto a chiedere un ulteriore giro di vite sui divieti. «La mia libertà finisce in questo momento dove inizia la tua, quella del mio vicino di casa. Anch'io sono uno che ama correre, e va in campagna dove non troverei nessuno. Non ci vado più».

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Mascherine: 3 milioni bloccati in Cina
«Pensavamo di avere in mano una partita di 3 milioni di pezzi di Pff2, adesso abbiamo saputo che dalla Cina è tutto bloccato. Con i respiratori stiamo andando bene, le macchine sono in consegna».

Sanificazione delle strade
«Sanificazione delle strade: noi suggeriamo di spargere acqua più varichina al 5% nelle strade dei comuni, abbiamo sentito anche la Coldiretti perché gli agricoltori hanno i macchinari per effettuare la sanificazione che non basta ma aiuta». 

«Pronti a mettere a disposizione mezzi e trattori per procedere alla sanificazione delle strade e piazze
venete» la replica di Coldiretti Veneto che registra il via alle operazioni grazie all'uso di irroratori, nebulizzatori e atomizzatori messi in campo grazie a Giovani Impresa e al parco macchine dei tanti imprenditori agricoli associati che possono distribuire acqua disinfettante lungo la rete viaria. I trattori posso operare nelle città e nei paesi riuscendo a raggiungere - sottolinea la Coldiretti - anche le aree più interne e difficili dove i mezzi industriali sono in difficoltà per le ridotte dimensioni delle carreggiate e per le pendenze dei tracciati stradali.
Si tratta di una mobilitazione che rafforza l'impegno degli agricoltori in questo difficile momento di emergenza
dove oltre 60mila aziende agricole sono impegnate al lavoro per garantire continuità delle forniture alimentari alla popolazione nonostante le evidenti difficoltà.

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Tamponi: «Vogliamo arrivare a 11mila al giorno»
Abbiamo settemila persone in isolamento fiduciario, individuati grazie ai tamponi: ad oggi facciamo 3210 tamponi al giorno, vorriamo arrivare a farne 11mila al giorno.  Agli 11.330 tamponi al giorno vanno anche aggiunti i 10.000 che fanno parte del lavoro specifico del Professor Andrea Crisanti, direttore della Microbiologia e Virologia dell’Azienda Ospedaliera di Padova, che sta effettuando un lavoro di studio, supporto e approfondimento su alcune categorie dei servizi essenziali ,come cassiere dei supermercati, e operatori dei vari servizi pubblici.

«La partita dei tamponi per noi è partita irrinunciabile. Mi spiace che ci sia qualcuno che dice che abbiamo sbagliato tutto. Ma noi sinceramente ce ne strafreghiamo. Potete scriverlo». Lo ha detto il governatore Luca Zaia, riferendosi al progetto del Veneto di avviare i tamponi su strada. «Questi sono gli stessi che - ha aggiunto - ci dicevano che le mascherine non servivano, che non ci hanno detto subito che la 'razione K' per affrontare questa emergenza era rappresentata da: respiratori, mascherine, ossigeno». «Capisco poi che si parli di Oms - ha concluso Zaia - ma io il 'signor' Oms non l'ho mai visto qui in trincea».

La Regione del Veneto ha approntato un nuovo Piano specifico che, nel giro di una settimana, porterà l’effettuazione dagli attuali 3.210 al giorno a 11.330 al giorno, coinvolgendo, secondo le singole potenzialità, tutte le microbiologie della rete ospedaliera regionale. La novità è stata annunciata poco fa dal Presidente della Regione, Luca Zaia. “Abbiamo già dato ai Direttori Generali delle Ullss – ha detto il Governatore - le indicazioni di predisporre i tamponi, partendo a tappeto, con priorità a tutti i 54 mila lavoratori della sanità, a quelli delle case di riposo, e ai medici di medicina generale. Subito dopo toccherà a tutte le persone che hanno dei sintomi ma che, oggi come oggi, dovrebbero attendere la fine del periodo di osservazione. La filosofia è semplice: più casi isoliamo, più sicurezza creiamo”.

«A Vo' abbiamo fatto i tamponi a tutti. Adesso Vo' è il più posto più sano d'Italia. È la prova provata che il sistema dei tamponi funziona - ha aggiunto - Qui c'erano i primi 2 casi, abbiamo fatto i tamponi a tutti, anche se i professoroni dicevano che era sbagliato: 3000 tamponi, abbiamo trovato 66 positivi, li abbiamo isolati 14 giorni, e alla fine c'erano ancora 6 positivi. Così abbiamo chiuso la partita». 

Coronavirus, inasprire i divieti: stop alle passeggiate collettive

«I nostri modelli vengono confermati giorno dopo giorno. Le restrizioni non bastano: ieri passeggiate collettive, iniziate in solitaria e poi diventate collettive. Questo non è isolamento. Io sono favorevole e chiederò al governo di poter fare ordinanze ordinanze ancora più restrittive». Il presidente della Regione mette in discussione anche lo sport all'aperto, fino ad oggi consentito. «Il decreto scade il 25 marzo, fino ad allora chiederemo più restrizioni, non per essere persecutori, perché sappiamo quale sarà la prospettiva nelle nostre terapie intensive ed ospedali». IL CASO LIMITE DI PADOVA Coronavirus, e chi è? I padovani assaltano argini e Prato, scatta la rivolta della gente

Polemica con la scelta dell'Inghilterra
«Alcuni ci scrivono che non abbiamo capito niente, che è giusta la prospettiva dell'immunià di gregge: alla fine faremo la conta dei decessi». «Sui tamponi tutti i modelli sono validi. Quello di Johnson io non lo condivido, ma è basato sulla scientificità, però io non voglio stragi. Se mi chiedono di fare come in Gran Bretagna, li invito a cambiare residenza». 


 

Ultimo aggiornamento: 17 Marzo, 14:04 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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