Coronavirus. Ricoveri e contagi, la crescita oramai rallenta da 5 giorni Il modello Veneto

Sabato 28 Marzo 2020 di Alda Vanzan
Coronavirus. Ricoveri e contagi, la crescita oramai rallenta da 5 giorni Il modello Veneto
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Coronavirus, il contagio rallenta la sua corsa. Gli ultimi dati e l'analisi di cosa succede in Veneto e in Italia.

Uno. Nell'intera giornata di ieri in tutto il Veneto c'è stato un solo ricovero in più in terapia intensiva. Da un totale di 336 posti letto occupati si è passati a 337. Ma c'è poco di cui rallegrarsi se si pensa che i morti da coronavirus ieri sono stati 37 (il bollettino ufficiale ne riporta 34, ma nel frattempo ci sono stati tre decessi a Belluno).

 

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Tre dati rendono l'idea di quanto il Veneto abbia investito e stia investendo sui tamponi, l'esame con lo stecchino su per il naso e giù in gola che consente di scoprire se una persona ha il virus, se è contagiata e se può contagiare gli altri: venerdì 21 febbraio, il giorno in cui l'Italia scoprì Codogno e Vo', in Veneto vennero eseguiti 12 tamponi.


Significa che parte dei letti in rianimazione si sono liberati per far posto ai nuovi malati. È anche per questo che il presidente della Regione, Luca Zaia, pur riconoscendo che il contagio sta frenando, ha invitato a tenere alta la guarda: «La situazione per noi resta ancora preoccupante. Le ordinanze restano vigenti per il fine settimana». E al governo di Giuseppe Conte ha chiesto di non allentare i divieti: «Spero proprio che il governo con il buon senso tenga in piedi il tema delle restrizioni, perché solo così ne usciremo, è l'unica strada per andare verso la fine dell'epidemia». 
 
«Siamo estremamente convinti - ha detto Zaia - che l'isolamento volontario e indotto stia dando risultati. Abbiamo tre giorni di ritardo sul modello solo perché i veneti si sono messi d'impegno. Non stiamo finendo l'emergenza. Se si facesse festa sulle strade, tra una settimana avremmo il collasso della sanità. I risultati si vedono, stiamo accelerando di meno, ma ciò non toglie che il contagio c'è». Dunque, restare in casa e rispettare le prescrizioni anche perché questo fine settimana potrebbe essere «determinante per la svolta. Sappiamo dal modello matematico previsionale - ha detto il governatore - che la prossima settimana sarà impegnativa». Resta la preoccupazione per Verona, dove i contagiati sono saliti a 1.688, il secondo maggiore cluster dopo quello di Padova che ha 1.835 casi positivi. «A Verona le terapie intensive sono sotto tensione - ha detto Zaia - Probabilmente paga la contiguità con la provincia di Brescia. Per questo stiamo allestendo nuove postazioni, abbiamo svuotato l'ospedale di Villafranca per renderlo un Covid center, stiamo attrezzando intensive e semi intensive». Complessivamente in Veneto i contagiati sono saliti a 7.650 (+448), in isolamento domiciliare ci sono 18.895 persone (+1.438), i ricoverati in area non critica sono 1.524 (+34), i pazienti in terapia intensiva 337 (+1). Dall'inizio dell'emergenza sanitaria i dimessi sono stati 625. I decessi 345.

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FRIULI VENEZIA GIULIA
Sono 1.317 i pazienti positivi al coronavirus in Friuli Venezia Giulia, con un incremento di 94 casi accertati per mezzo dei tamponi rispetto a giovedì. I guariti in totale sono 65. Quattro, invece, i decessi in più rispetto all'ultima comunicazione, che portano a 76 il numero complessivo di morti da Covid-19. Il numero più alto è quello registrato nell'area di Trieste con 44 decessi, seguito da Udine (24), Pordenone (7) e Gorizia (1). A comunicarlo è stato il vicegovernatore con delega alla Salute e Protezione civile del Fvg, Riccardo Riccardi. Sono 57 - ha riferito ancora Riccardi - le persone che attualmente si trovano in terapia intensiva, mentre i pazienti ricoverati in altri reparti risultano essere 222. 748 le persone in isolamento domiciliare in regione.

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ITALIA
La tendenza generale continua a confermare un rallentamento che potrebbe portare la curva dell'epidemia di Covid-19 a raggiungere una sorta di plateau: una fase di picco che potrebbe durare a lungo prima di iniziare la discesa. Questo nonostante i decessi siano saliti a 9.134, con un aumento di 969 rispetto a giovedì, il più alto registrato finora, ma è anche una fotografia dell'epidemia a 20-25 giorni fa, quando è avvenuto il contagio. Aumenta anche il numero dei malati, ma con un rallentamento dei nuovi casi: 4.401 rispetto a giovedì dai 4.492 registrati mercoledì. Il numero complessivo, compresi vittime e guariti, è arrivato a 86.498.
Il picco dell'epidemia di coronavirus in Italia si sta avvicinando, ma non ci siamo ancora, ha detto il presidente dell'Istituto Superiore di Sanità (Iss), Silvio Brusaferro. Dal 20 marzo, ha aggiunto, si nota un'apparente riduzione della curva dei contagi, tuttavia «non siamo in una fase calante, ma di rallentamento della crescita». Di qui il monito: «La pendenza della curva sarà costruita sui nostri comportamenti».
 

Ultimo aggiornamento: 14:26 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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