Coronavirus. Case di riposo, in Veneto positivo un ospite su tre

Giovedì 9 Aprile 2020 di Alda Vanzan
Coronavirus. Case di riposo, in Veneto positivo un ospite su tre (Foto di Sabine van Erp da Pixabay)
Se consideriamo la metà delle case di riposo esistenti in Veneto, si può dire che a un anziano su tre è stato fatto il tampone del coronavirus. E su questa platea di tamponati, il 18 per cento è risultato contagiato. È quanto risulta da una analisi fornita dall'assessore regionale alla Sanità e al Sociale, Manuela Lanzarin, dopo aver ricevuto le relazioni dei direttori generali delle Ulss. Il dato è parziale, perché di metà case di riposo non si hanno dati. I controlli - che dovrebbero completarsi per lunedì 13 aprile - finora sono stati fatti in 183 strutture su un totale di 360, anche se hanno riguardato un numero rilevante di anziani, 23mila su 30mila. Alto anche il numero dei dipendenti controllati, oltre 21mila su un totale di 23.500. La fotografia, dunque, pur incompleta, è abbastanza attendibile. «Nei casi peggiori un terzo circa degli ospiti ad oggi è positivo, così come il 10-15% del personale», ha detto il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia.

GLI ESAMICome indica la tabella, i tamponi sono stati eseguiti in 183 case di riposo e hanno riguardato 23.301 anziani. Il tampone è stato fatto a 8.490 nonni, pari al 36,4%. Di questi, 1.508 sono risultati positivi (17,7%) e tra questi 143 sono stati ricoverati (1,68%).
La maggior parte dei tamponi è stata fatta nelle case di riposo dell'Ulss 6 Euganea (2.141 esami su un totale di 3.895 ospiti con 423 positivi e 45 ricoverati), dell'Ulss 3 Serenissima (1.697 esami su 3.535 ospiti con 174 positivi e 19 ricoveri) e dell'Ulss 9 Scaligera (1.228 esami, 279 positivi, 25 ricoveri). Ma a fare impressione è il dato trevigiano: 20 le case di riposo dell'Ulss 2 controllate con tamponi effettuati a 819 anziani: 293 sono risultati contagiati e 19 sono finiti in ospedale. Nella Marca gioiosa più di un nonno su tre si è ammalato di coronavirus.

In tutto i dipendenti delle case di riposo sono 23.500 di cui 21.036 lavorano nelle strutture che sono state controllate. A sottoporsi al tampone sono stati 9.490 dipendenti, pari al 45%. Di questi, l'8,48% - in termini assoluti 805 persone - è risultato positivo al Covid-19. Anche qui i casi di maggiore infezione nelle strutture trevigiane, con il record di 179 positivi su 1.459 tamponati.

I PIANI
Entro martedì 7 aprile ogni Ulss doveva presentare un piano per dire cosa era stato fatto nelle singole case di riposo, prevedendo anche eventuali trasferimenti degli anziani nel caso in cui una separazione netta tra positivi e negativi non fosse possibile. Non tutte le Ulss hanno risposto nei termini, gli ultimi piani sono arrivati ieri mattina e l'assessore Lanzarin si è riservata di vagliarli. È stato rinviato anche il dato sulla mortalità e sulla letalità degli anziani ospiti. Si può tuttavia affermare che, con circa 140 decessi registrati in Veneto e i casi di contagio resi noti ieri, il tasso di mortalità nelle case di riposo sia dello 0,6%, mentre il tasso di letalità (cioè la percentuale di decessi per Covid-19 sul totale di contagiati) sia di gran lunga superiore alla media regionale: 9% contro il 5,5-6%. Intanto sono state attivate 20 Usca (Unità semplici di continuità assistenziale, dovrebbe essercene una ogni 50mila abitanti) per dare supporto sia alle case di riposo che ai medici di base, grazie a un bando delle Ulss che ha visto 402 domande.

Nel piano di controlli, ha specificato l'assessore Lanzarin, sono comprese anche le strutture per disabili. Non si sa, invece, quando potranno riaprire i centri diurni.
© RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci