Il Coronavirus sta rischiando di uccidere le osterie venete? Di certo, per la conformazione dei locali - piccoli, stretti, intimi, perfetti per una socialità fatta di ombre di vino, chiacchiere a voce alta, partite a carte e sfottò con fragorose risate - le nuove norme che si vedono all'orizzonte rappresentano un paradosso, più che una difficoltà. Ma non ci sono solo le osterie, esistono tantissimi locali, anche quelli alla moda, che stanno pensando addirittura di non riaprire, di rimandare tutto a quando la tempesta Covid sarà passata, e questo nel migliore dei casi, oppure di chiudere i battenti per sempre.
In questo mare di preoccupazioni e incertezze, con lo sguardo puntato sul 18 maggio, quando davvero si potrà ripartire con regole certe in Veneto, i più fortunati sono i ristoranti e i titolari di locali di ampie dimensioni che potranno distanziare i tavoli e creare un ambiente che si confaccia maggiormente alle norme che verranno definite. Si guarda alle regole, quindi, e al nuovo Dpcm del Governo per le riaperture ma soprattutto alle limature che si aspetta arrivino dal governatore Luca Zaia, che ha già specificato, ad esempio sulla questione della distanza fra tavolo e tavolo, che in Veneto si intenderà da centro del tavolo a centro. Un modo per sottolineare che di norme non si può morire e non si può far morire attività tradizionali e così caratteristiche come quelle venete.
- Muscoli in Pescheria a Treviso: in osteria con mascherina? Ma chi te lo fa fare?
- Shiraz, il simbolo della movida rischia di non riaprire più
- I Do Forni a Venezia riaprono: "Ma il nostro locale è grande, penso agli altri..."