Scuole d'infanzia e nidi, prove tecniche di ripartenza nei mesi estivi: regole per la frequenza di 140mila bimbi under 6

Giovedì 23 Aprile 2020
Nidi e scuole d'infanzia, il Veneto accelera sulla riapertura
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VENEZIA - La Regione guarda ai più piccoli e, in vista della fase 2, intende avviare in via sperimentale la riapertura di servizi e scuole per i bambini 0-6 anni. Questo l’obiettivo del primo confronto tra gli assessori alla sanità e sociale, Manuela Lanzarin, e alla scuola, Elena Donazzan, l’Ufficio scolastico regionale e i responsabili e gestori delle scuole statali, paritarie e private dell’infanzia, che ha coinvolto anche i sindaci (Anci), il dipartimento regionale di prevenzione sanitaria e la federazione dei pediatri di base (Fimp). Al centro del confronto i bisogni dei circa 140 mila bambini under 6 del Veneto che, prima dell’emergenza sanitaria, frequentavano un nido o una scuola per l’infanzia. In Veneto, infatti, un quarto (25.673) dei bambini della fascia 0-3 anni, frequenta un nido o un servizio per la primissima infanzia. E nella fascia 3-5 anni, sei bambini su 10 frequentano una delle 1119 scuole d’infanzia paritarie (per un totale di 73.518 bambini), e 41.377 sono iscritti ad una scuola d’infanzia statale.

«I bambini sono i primi ad aver bisogno di uscire, socializzare e ritrovare i loro coetanei – ha premesso Manuela Lanzarin -.  E i genitori, per poter rientrare al lavoro, devono risolvere in via prioritaria il problema a chi affidare i propri figli. Le scuole e i servizi per l’infanzia dovranno essere le prime a riaprire, non appena ci saranno le condizioni epidemiologiche per riprendere la vita di comunità. E non dovranno farsi trovare impreparate: già da ora dobbiamo studiare regole e protocolli». La Regione Intende intervenire, evitando soluzioni fai-da-te e offrendo ai più piccoli luoghi ed esperienze sicure e controllate, per cercare un ritorno ‘controllato’ alla normalità. «Il rischio zero non ci sarà mai – ha aggiunto l’assessore alla sanità - tutti dobbiamo imparare a convivere con il virus prendendo gli accorgimenti necessari ed individuando le soluzioni migliori per rispondere ai bisogni dell’infanzia e delle famiglie; bisogni che non sono solo sanitari, ma anche educativi, pedagogici, di socializzazione e di conciliazione dei tempi di vita e di lavoro».

«Tutte le regioni italiane si stanno interrogando su modalità, tempi e prospettive del riavvio dell’attività scolastica - ha sottolineato Elena Donazzan -. Il Veneto potrebbe essere la prima regione a definire un protocollo sanitario condiviso: abbiamo già maturato una positiva esperienza che ci fa guardare all’immediato futuro con fiducia.  Regressione, conflitto, atteggiamenti oppositivi sono i sintomi già evidenti dei disagi profondi vissuti dai bambini. I più piccoli difficilmente beneficiano della didattica a distanza. Ma anche i ragazzi delle scuole medie, che vivono una fase di crescita ad alta conflittualità familiare, soffrono di questa fase di segregazione e hanno bisogno di tornare a vivere esperienze educative di socializzazione, possibilmente valorizzando anche i mesi  di giugno, luglio e agosto».

L’attivazione dei centri estivi nel territorio potrebbe avvenire in modo graduale, a partire dalle province o zone dove si registra il minor numero di casi positivi. Ma i gestori delle scuole chiedono indicazioni chiare e protocolli sanitari condivisi. I rappresentanti dei servizi per l’infanzia e delle scuole  paritarie (Fism, AssoNidi, Aninsei Confindustria) e il presidente Anci Veneto hanno formulato le prime proposte per riorganizzare ambienti e vita educativa nelle scuole e nei servizi dell’infanzia secondo criteri di sicurezza: ambienti sanificati,  la fornitura a tutti i dipendenti di mascherine e gel, la garanzia del monitoraggio sanitario, la misurazione della temperatura quotidiana, il cambio quotidiano del vestiario, l’igienizzazione delle calzature. I gruppi-classe non dovranno superare i 15 bambini, dovranno essere previste fasce orarie ‘allargate’ per ingresso e uscita in modo di evitare assembramenti; allontanamento immediato in caso di eventuali sintomi e riammissione sorvegliata accompagnata da presentazione del certificato medico. Il confronto in Regione proseguirà la settimana prossima.
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