Coronavirus, rette asili e materne paritarie chiuse: «Subito sconto del 65% alle famiglie venete» Cosa fare

Mercoledì 1 Aprile 2020 di Beatrice Mani
Coronavirus, rette asili e materne paritarie chiuse: «Subito sconto del 65% alle famiglie venete» Come funziona (Foto di Erich Westendarp da Pixabay)

Asili nido e scuole materne paritarie: come comportarsi con la retta in questo periodo di blocco totale causato dal Coronavirus? I bambini sono a casa, il servizio scolastico è interrotto, ma a marzo le famiglie hanno comunque versato il dovuto e si chiedono se vi sia la possibilità di ottenere sconti e rimborsi e come comportarsi per il mese a venire, visto che, per adesso, di riapertura non se ne parla. Dà una risposta a tutti i genitori Stefano Cecchin, presidente della Fism Veneto (la Federazione italiana scuole materne di tutte le sette province regionali). E lo fa anche replicando alle posizioni di Codacons, che consiglia di sospendere i pagamenti, data l’impossibilità di usufruire del servizio - «per causa di forza maggiore viene meno l’oggetto del contratto e quindi delle obbligazioni connesse», ha precisato l’avvocato Franco Conte, presidente di Codacons Veneto. 

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COINVOLTI 94MILA BAMBINI
«Il bersaglio è sbagliato», precisa Stefano Cecchin e fa è un appello perché si tenti di conciliare, da una parte, l’esigenza di risparmiare delle famiglie e, dall’altra, la tenuta dei presidi socio didattici sul territorio. E i presidi, in Veneto, sono moltissimi, i numeri parlano da soli: basti pensare che le scuole d’infanzia paritarie Fism (bambini dai 3 ai 6 anni) in regione sono 900 e accolgono 82mila bambini, poi ci sono gli asili nido, 300, con 12mila piccoli alunni. Un totale di 94mila bambini (2 alunni su 3 in Veneto) e corrispettive famiglie alle prese con il problema rette.
 

Rette, sconto sulla retta del 65%

Per questo Cecchin ha spiegato che «è già stato chiesto alle scuole Fism di scontare la retta del 65%, partendo in modo retroattivo dal mese di marzo e proseguendo anche per aprile». La decisione è stata presa la settimana scorsa. Cosa significa? Vuol dire che, facendo un esempio pratico, qualora la tassa scolastica ammonti a 160 euro, ai genitori verrà chiesto di versare un contributo mensile di 50 euro e verrà ricalcolato o rimborsato quanto speso a marzo. Lo sconto permette ai nuclei familiari di sostenere le scuole ed evitare il tracollo: ci sono stipendi da pagare («le retribuzioni di questo mese saranno anticipate dalla Fism stessa»), bollette, costi di segreteria e tutto ciò che comunque va avanti, Coronavirus o meno. 

APPELLO ALLE ISTITUZIONI
Per centrare l’obiettivo la Fism sta cercando l’appoggio di tutti gli interlocutori istituzionali: «Siamo in costante contatto con l’Anci, attraverso il presidente e sindaco di Treviso Mario Conte, per chiedere l’aiuto da parte dei Comuni - spiega ancora Cecchin -, così come ci stiamo facendo sentire nell’ottica delle future modifiche al decreto governativo Cura Italia e, non ultima, stiamo interpellando la Regione Veneto: bisogna che ci diano sostegno per abbassare le rette fino al 65%.
Questo perché vogliamo pensare innanzitutto alle famiglie, ma senza dimenticare che la prospettiva è comunque quella di riaprire le nostre scuole e tornare alla normalità».

Ultimo aggiornamento: 12:00 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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