Effetto Coronavirus: 40.000 posti di lavoro persi in Veneto, ripresina a luglio

Mercoledì 9 Settembre 2020
foto di repertorio

I primi numeri sul «disastro Covid-19» forniti dalla Fondazione Nord Est registrano che nel Veneto tra aprile e giugno si sono perse oltre 40 mila posizioni di lavoro. Solo nel 2009 in questa regione si era avuto un trimestre peggiore dal punto di vista dell'occupazione. In controtendenza i dati di luglio però, che segnano un leggero aumento degli occupati a livello nazionale. Nel 2011, in piena crisi economica, la Fondazione Nord Est aveva condotto un'indagine sui «Veneti del terzo Millennio»: analizzando circa 800 interviste, i ricercatori avevano concluso che il lavoro rappresentava un elemento cardine e fondante per i cittadini veneti.

Oltre il 50% degli interpellati, infatti, citava il lavoro come caratteristica distintiva della società veneta, come un valore unificante, a prescindere da età, ceto e titolo di studio, un fil rouge che legava orientamenti e comportamenti di gran parte della popolazione. Indubbiamente il lavoro ricopre ancora oggi un lavoro centrale in questa Regione - secondo la Fondazione -, non a caso riconosciuta anche dall'esterno come una delle più laboriose del Paese. Questo non può però bastare per fronteggiare le conseguenze sull'occupazione della pandemia da Covid-19, la quale ha colpito in modo particolarmente duro questo territorio.

Il saldo trimestrale è di - 4.700 posti a Vicenza, di -5.300 posti a Treviso e di -5.600 posti a Padova, mentre è positivo a Venezia e Verona, rispettivamente di + 6.700 e di + 1.400 posizioni.

In questi due ultimi casi, ovviamente, l'aumento del secondo trimestre è da ricondurre al forte decremento dei mesi precedenti: le crescite qui indicate sono molto lontane dal poter appianare le perdite subite durante il lockdown. Positivo, seppur leggermente, anche il saldo di Rovigo e Belluno. 

Ultimo aggiornamento: 15:29 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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