Coronavirus, Pechino ferma l’aereo militare: il 17enne italiano resta a Wuhan

Giovedì 13 Febbraio 2020 di Alessia Marani
Coronavirus, Pechino ferma l aereo militare: il 17enne italiano resta a Wuhan

Si allungano i tempi per il rimpatrio di Niccolò, il diciassettenne di Grado, in Cina per un viaggio studio, rimasto solo a Wuhan, città focolaio del coronavirus. Il ragazzo non era riuscito a salire, a causa della febbre, sul volo dell’Aeronautica militare che aveva riportato in patria i primi 56 italiani lunedì 3 febbraio e nemmeno sul secondo collegamento aereo che, tramite un ponte con l’Inghilterra, domenica aveva ricondotto “a casa” altri 8 connazionali.

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Ma adesso a tenere bloccato lo studente friulano in un albergo, assistito dal personale dell’ambasciata, e a fare slittare ulteriormente i tempi del suo ritorno (Niccolò questa volta partirà anche se avrà ancora la temperatura alta visto che è risultato negativo al nuovo Covid-19) è la mancanza di slot liberi per l’atterraggio del KC-767 della Difesa nell’aeroporto cinese, unica porta aperta di Wuhan con il mondo. Se la speranza dei familiari di Niccolò era di poterlo vedere di nuovo in Italia già in queste ore, purtroppo, l’operazione per il rientro del ragazzo non potrà essere avviata prima di domani. 
 

 

L’AUTORIZZAZIONE
Neanche ieri, né per oggi, infatti, la torre di controllo dello scalo cinese ha concesso l’autorizzazione all’atterraggio del volo italiano. Motivi logistici e di priorità, trapela dalla Farnesina, dovuti alla congestione del traffico aereo su Wuhan di velivoli che stanno trasportando generi di prima necessità, rifornimenti di medicinali, disinfettanti e mascherine, ai nove milioni di abitanti in quarantena. Insomma, appena si aprirà un “varco”, verrà dato il via libera e da Roma potrà decollare l’aereo per il trasporto di Niccolò, allestito in “alto biocontenimento” come previsto dalle procedure militari. Il ragazzo se non avrà la febbre, una volta, in Italia, dovrà comunque affrontare un periodo di isolamento al Celio; altrimenti verrà ricoverato direttamente all’istituto di Malattie infettive Spallanzani. Le sue condizioni, tuttavia, stanno migliorando e il passare del tempo dovrebbe contribuire a fare andare via la febbre.
 

IN STAND-BY
Le autorità cinesi avrebbero espresso tutta la volontà di aiutare il governo italiano a riportare a casa il diciassettenne e l’ambasciatore sta seguendo in prima persona il caso. A rallentare i tempi, appunto, sarebbero solo questioni tecniche. Nel frattempo, però, mentre Niccolò viene lasciato in stand-by, l’Ente per l’aviazione civile cinese spera che alcuni Paesi, tra cui l’Italia, seguano il consiglio delle organizzazioni internazionali e revochino al più presto le restrizioni sui viaggi per facilitare i collegamenti trans-frontalieri. Proprio ieri mattina il ministro della Salute Roberto Speranza ha ricevuto l’ambasciatore della Repubblica Popolare Cinese in Italia, Li Junhua e il tema della riapertura dei collegamenti dei voli di linea con la Cina è stato al centro del colloquio.

Il settore dell’aviazione civile cinese, come espresso del resto anche da Liang Nan, funzionaria della Civil Aviation Administration of China (CAAC), ha fatto sapere di essere disposto a collaborare con gli altri Paesi e ad adottare rigide misure di contenimento dell’epidemia per salvaguardare la salute dei passeggeri. «La Civil Aviation Administration of China comprende la decisione di ridurre il numero di voli e ha prontamente approvato tali misure. Allo stesso tempo - ha osservato Liang - la CAAC ha organizzato e autorizzato vari voli charter per permettere lo spostamento di tanti passeggeri rimasti bloccati, sia cinesi che stranieri». 

«RESTRIZIONI ECCESSIVE»
Tuttavia, alcuni Paesi, secondo la funzionaria cinese, avrebbero reagito in modo eccessivo sospendendo i voli da e verso la Cina. Il colosso asiatico, dunque, rinnova l’appello ad abrogare le restrizioni ai viaggi, chiedendo il rispetto delle indicazioni delle organizzazioni internazionali, l’Icao (Organizzazione internazionale dell’aviazione civile) in testa che ha invitato i Paesi membri a seguire le raccomandazioni sui viaggi e per la salute emanate dall’Organizzazione mondiale della Sanità (Oms) e a non imporre restrizioni incompatibili con le norme sanitarie internazionali. Ieri Wang Wengang, console cinese a Firenze a cui fa riferimento anche l’assai numerosa comunità orientale di Prato, pur sottolineando che «non c’è allarmismo», non ha nascosto le preoccupazione dei cinesi per il rientro di molti connazionali dalla Cina in questi giorni, dopo il Capodanno.

Le associazioni dei cinesi in Italia continuano a invitare e a vigilare sul fatto che si isolino in autotuela per 14 giorni prima. Il console non ha fornito, comunque, un numero preciso di quanti siano i connazionali rientrati in questi giorni in Italia: «Sono dati difficili da ottenere e non sarebbero scientifici, per questo si presterebbero a essere fraintesi». Quanto al blocco dei voli tra Italia e Cina il console auspica che la «questione si risolva il prima possibile».

Ultimo aggiornamento: 12:45 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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